8 marzo: la parità di genere è ancora un lontano miraggio

“Un altro 8 marzo è arrivato, ma i dati statistici riguardanti la povertà di genere continuano a non essere incoraggianti. Ad oggi i dati in nostro possesso confermano una situazione a dir poco allarmante: le donne possiedono un livello di istruzione maggiore rispetto agli uomini, ma questa superiorità nel percorso di studi non si traduce in una maggiore rappresentatività nelle posizioni di vertice nel mondo del lavoro; secondo i dati dell’Inps una donna su due non lavora, due donne su cinque non hanno trovato un’occupazione in linea con il proprio percorso formativo, in molti settori le donne percepiscono fino ad un quinto in meno di stipendio rispetto ai colleghi uomini a parità di qualifica e mansione, e il part time involontario è un fenomeno prevalentemente femminile. Non si può ignorare poi che al genere femminile vengono riservati i compiti di assistenza e cura all’interno della società: le donne italiane dedicano in media 5 ore al giorno al lavoro di cura non retribuito per la famiglia, divario destinato ad aumentare dopo la nascita dei figli. Tutto ciò si ripercuote sulla vita delle donne, che avranno minori soddisfazioni professionali, maggior stress e carico mentale, minore indipendenza economica e pensioni inferiori (le donne italiane percepiscono in media pensioni inferiori del 33,2% rispetto gli uomini).
Va segnalato inoltre che vi è una correlazione tra il numero di figli e i dati sull’occupazione femminile, contrariamente a quanto ancora molti superficialmente credono. Dare dignità salariale al lavoro femminile è la misura più efficace per sostenere la famiglia. Purtroppo molti di coloro che dichiarano di sostenerla non se ne avvedono.
Infine, le donne che subiscono situazioni di violenza domestica soffrono doppiamente l’assente o la scarsa indipendenza economica, sentendosi spesso costrette a rimanere nella casa familiare per il timore di non riuscire a sostenersi in autonomia.
Appare dunque di fondamentale importanza il raggiungimento della parità economica, senza la quale persisteranno disparità in termini di diritti e maggiori situazioni di rischio per chi subisce casi di violenza intrafamiliare.
Il Consiglio Regionale avrebbe avuto l’occasione di presentarsi all’8 marzo con l’approvazione di una mozione, che avevo depositato come Open Sinistra FVG, che proponeva azioni innovative per contrastare la violenza di genere. Purtroppo con arroganza maschilista ha voluto respingerla.”
Così si sono espressi Furio Honsell, Consigliere regionale di Open Sinistra FVG, e Martina Scaffi, candidata alle prossime elezioni comunali di Pordenone nella lista civica “Il Bene Comune” a sostegno di Nicola Conficoni Sindaco.