Al 37° Festival del Cinema Ibero-Latino Americano di Trieste, storie dal Messico violento, dall’esilio e dalle Ande

Il 37° Festival del Cinema Ibero-Latino Americano si avvia verso le giornate conclusive, con ancora tante storie da mostrare e su cui riflettere, per scoprire le istanze di un subcontinente spesso violento, ma non privo di memoria e ansia di riscatto.  Giovedì 17 novembre, le proiezioni iniziano nella Sala Grande del Teatro Miela alle ore 9.10, con la coproduzione nicaraguegno-costaricense Ernesto en la tierra di Manuel Bonilla, in gara nella sezione Cinema e Letteratura: un viaggio nella vita del poeta rivoluzionario Ernesto Cardenal e, attraverso di lui, nella storia rivoluzionaria del Nicaragua. Poi due film del Concorso Ufficiale: alle ore 10.45 il messicano Estación Catorce di Diana Cardozo, che segue il piccolo Luis, tra giochi, scoperta della mascolinità e violenza, in un Paese in cui vivere è pericoloso. Alle ore 15.00, il peruviano Viaje di José Fernández del Río, il ritorno al paese di un malato terminale, che lì conosce un’adolescente considerata miracolosa dagli abitanti. Al termine, l’incontro con il regista José Fernández del Río. Il cileno Cien años de Mónica di Raúl Morales Barcia, alle ore 17.00 per Contemporanea Concorso è un racconto emotivo di un secolo di storia cilena attraverso i ricordi della scrittrice e attrice Mónica Echeverría Yáñez, dalle potenti oligarchie della sua infanzia alla lotta femminista della sua gioventù, fino alla dittatura e al ritorno della democrazia e, ancora, alle ultime proteste popolari, con cui i giovani hanno chiesto più uguaglianza e una nuova Costituzione. Dopo la proiezione, l’incontro con il regista Raúl Morales Barcia.

La serata della Sala Grande inizia con il Concorso Ufficiale alle ore 19.30 con il peruviano Samichay, en busca de la felicidad di Mauricio Franco, che si svolge sugli altopiani andini dove il piccolo Celestino e la sua sgangherata famiglia cercano di sopravvivere in condizioni anche climatiche quasi estreme. Al termine del film, l’incontro con il distributore internazionale Sergio García Locatelli. Chiude la giornata, alle ore 21.30, Contemporanea Concorso, con il film cubano Mafifa di Daniela Muñoz Barroso, un altro bel ritratto di donna composto dalla regista che, affetta da ipoacusia, parte alla ricerca di Mafifa, suonatrice di percussioni maschili che lei non può ascoltare; così, nel suo viaggio, mette in discussione le sue convinzioni e affronta le sue paure. Daniela Muñoz Barroso sarà con il pubblico subito dopo la proiezione del suo film.

Anche in Sala Birri la giornata inizia alle ore 9.10: per Contemporanea Concorso il programma presenta il messicano Las hostilidades di Miguel Sebastián Molina Ruiz, un assaggio della vita a Santa Lucia, cittadina messicana che ha vissuto drastici cambiamenti a causa della crescita della violenza e dell’insicurezza. L’argentino Crónicas de un exilio di Micaela Montes Rojas e Pablo Guallar, alle ore 10.45, riporta a uno dei temi sempre presenti nel Festival, la vita di chi ha lasciato il proprio Paese preda delle dittature militari; il film racconta la difficoltà delle comunicazioni tra il cineasta Octavio Getino, costretto a lasciare l’Argentina nel 1976, e la sua famiglia rimasta a Buenos Aires.

Nel pomeriggio, alle ore 16.00, nella sezione Mundo Latino, è la volta dell’argentino Varsavsky – El Científico Rebelde di Rodolfo Petriz che porta alla scoperta del matematico e pioniere dell’informatica Oscar Varsavsky, uno scienziato profondamente interessato ai cambiamenti sociali e alla necessità dell’impegno dell’uomo di scienza nella politica del suo tempo. Dopo la proiezione, l’incontro con il regista Rodolfo Petriz. Alle ore 18.30, per Contemporanea Malvinas, il film argentino Excluidas di Ana Belén Barragán Castañeda, su tre donne, che, dopo aver scontato la pena in carcere, cercano di reinserirsi nella società. Segue l’incontro con la regista Ana Belén Barragán Castañeda e con la produttrice Ornella Corigliano.

La serata di Sala Birri è tutta per i cortometraggi. Dalle ore 21.00, Spazio Colombia presenta, in versione originale con sottotitoli in inglese, Abrir monte di María Rojas Arias (la storia dei “Bolscevichi del Libano Tolima”, calzolai che lottarono per migliorare i propri diritti, nel 1929), Autoetnografía di Iván Reina Ortiz (la ricerca del proprio posto nel mondo fatta dal regista, con un’identità di genere non binaria), El ladrón de máscaras di Germán Ruiz Rivadeneira (la star Natalia Manrique Ritter avverte un vuoto ogni volta che inizia a girare un nuovo film: inganni della mente o un misterioso ladro che prova a rubarle la “maschera”?).

Per Contemporanea Malvinas, gli ultimi due corti della giornata, a partire dalle ore 23.10: la coproduzione venezuelano-italo-brasiliana I suoni del tempo di Jeissy Trompiz, in cui il tecnico del suono Nico ascolta e registra conversazioni appartenenti a soldati che hanno combattuto in guerre del passato, fino a quando ascolta la voce di Andrés e tutto cambia, e il messicano Mecate di Iván Velasco Larraguível, in versione originale senza sottotitoli. La storia di quest’ultimo lavoro segue Ernesto, un adolescente violentato da un narcotrafficante e in fuga dal suo paese per una nuova vita in città.