Allo stadio Friuli gioca la parte sbagliata della Storia
Il partito della Rifondazione Comunista tifa Palestina da sempre, non solo dagli ultimi mesi o negli ultimi due anni, ma da quando l’Occidente ha ritenuto inesistenti i diritti dei Palestinesi e da quando Israele, ignorando la storia di un popolo, occupa e rapina violentemente territori che non gli appartengono. Non ci sono se e non ci sono ma, non cadiamo nella faziosa retorica dell’antisemitismo e non accettiamo accuse di filoterrorismo. Non esaltiamo le azioni di Hamas, non accettiamo in nessun caso la violenza contro i civili, ma nel contempo accusiamo il governo di Israele e il suo esercito di genocidio, accusiamo di complicità chi non ha voluto fermare il massacro,
governo, istituzioni o soggetto economico che sia, bisogna dirlo con chiarezza. E non “fino a un certo punto”: complici senza alcuna attenuante. Anche per tutto questo il Partito della Rifondazione Comunista ha, fin da subito, aderito alla manifestazione pacifica che si terrà a Udine il 14 ottobre, giorno della tanto giustamente contestata partita Italia/Israele valida per la qualificazione ai mondiali di calcio 2026. E non bastano certo affermazioni banali e pericolose come “lo sport non c’entra con la politica” o “gli atleti non devono essere coinvolti dalle guerre” per giustificare la presenza allo stadio Friuli e nella nostra Regione della squadra di un paese genocida. Riteniamo colpevoli di disumanità il Governo italiano, che non ha mai chiaramente condannato Israele, il ministro Piantedosi che ha voluto lo svolgimento di questa partita e la
stessa Udinese Calcio – concessionaria dello stadio – che ha dato disponibilità ad accogliere la squadra israeliana e che, attraverso il direttore generale Collavino, si definisce addirittura “entusiasta” di ospitare nuovamente un match di tale livello, come si legge dal sito ufficiale. Poco, pochissimo coraggio hanno i giocatori della nazionale Italiana e il loro CT Gattuso. Hanno dichiarato: “dobbiamo andare ai mondiali”. Davvero per loro una super remunerata vittoria vale più delle donne, dei bambini, degli uomini uccisi a Gaza? Tutto ciò che è accaduto evidentemente non basta, gli interessi legati al calcio, che non hanno nulla di sportivo, contano di più di migliaia di vittime. Gli interessi USA, Israeliani e dei tanti sponsor pronti a intervenire su Gaza, hanno dettato un piano di pace che non porterà pace ai palestinesi, non smantellerà l’occupazione, ma dopo un accanimento crudele offre solo una breve tregua senza alcuna garanzia per il futuro. È un’evidenza, non una profezia. In questo quadro sono ancora più sconcertanti le proposte, da molte parti date per certe, che vorrebbero agenti del Mossad, organizzazione terroristica dello stato, già responsabile di tanti omicidi, a cooperare con le forze dell’ordine italiane per garantire il corretto svolgimento dell’evento sportivo e la sicurezza dei propri atleti. Come a Gaza è stato illegalmente impedito l’arrivo di aiuti attraverso la Global Sumud Flotilla, così nel territorio nazionale non devono poter entrare né calciatori, né tecnici e allenatori israeliani, né tantomeno le loro scorte. Il presidente della Regine Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, sarà orgogliosamente allo stadio ad applaudire la nostra nazionale. Ancora una volta, come ormai siamo abituati a constatare, lo vedremo dalla parte sbagliata della Storia. Noi saremo fuori dallo stadio: noi e tantissimi altre e altri che hanno manifestato ininterrottamente negli ultimi mesi. Saremo dalla parte giusta. Ora è più necessario che mai continuare la lotta.
Il Partito della Rifondazione Comunista
Roberto Criscitiello – segretario Regionale FVG
Anna Manfredi – Direzione Nazionale




