Ambiente: respinta dall’aula la mozione del M5S in tema depuratori

Come era prevedibile è stata respinta a maggioranza, con 29 no, la mozione 344 del Movimento 5 Stelle, primo firmatario Cristian Sergo, sugli impianti di depurazione e il rispetto – mancato secondo  i pentastellati – dei parametri normativi tanto europei quanto nazionali e regionali, sulle modalità del loro funzionamento e corretto dimensionamento, nonché sulle autorizzazioni allo scarico dei reflui con rilascio di escherichia coli e azoto. Una storia che si trascina praticamente da tutta la legislatura e con ragionevoli sospetti che no tutto in tema depuratori sia davvero limpido e non parliamo solo delle acque che come vuole la prassi e la gravità finiscono in mare siano esse nei limiti di legge che meno.  Comunque l’Aula si è espressa trasversalmente contro la mozione con i voti del Centrodestra a cui si è unito il Pd, che al di la della questione non ha ancora capito che l’opposizione non si fa votando con la maggioranza, mentre a favore con il M5S sono stati Giampaolo Bidoli per il Gruppo Patto per l’Autonomia e Walter Zalukar del Gruppo Misto, nessuna astensione. “Si tratta di una campagna che i pentastellati portano avanti da tutta la legislatura”, aveva evidenziato Sergo parlando delle numerose interrogazioni e sollecitazioni presentate all’assessore regionale all’Ambiente dal 2018 a oggi, in particolare inerenti il depuratore di Lignano, “un’opera che dovrebbe già essere completata e per la quale invece si continua a spendere”. “Il Friuli Venezia Giulia e la Sicilia – aveva fatto ancora presente – risultano essere le uniche Regioni interessate da tutte e quattro le procedure di infrazione avviate dalla Commissione europea per un’errata applicazione della direttiva 1991/271/CEE; sono già pervenute sentenze di condanna per non aver ottemperato a quanto previsto e per alcuni agglomerati le problematiche sollevate risultano, a distanza di 31 anni, irrisolte”. “Ritengo la mozione non accoglibile”, gli aveva risposto l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, Fabio Scoccimarro. “Incapacità o addirittura velate accuse di collusioni sono una cosa che non posso accettare. Passi l’attacco alla parte politica, ma non accetto quello ai tecnici della mia Direzione. Se ci sono le prove di mancanze ed errori, si facciano le denunce alla Procura della Repubblica, ma non si colpisca in maniera generica”. Da parte di Sergo, che aveva parlato di “ennesima occasione sprecata dall’assessore per dire pubblicamente se in Friuli Venezia Giulia esiste o meno un problema legato agli impianti di depurazione delle acque”, era infine giunta la specifica che “non è un attacco verso chicchessia, ma abbiamo riscontrato che le autorizzazioni rilasciate dicono altro da quanto dimostrano i fatti. Gli stessi gestori hanno praticamente scritto che, per garantire i limiti vigenti, non stanno trattando la portata di progetto. Per lei devo andare in Procura, invece per me la Regione deve imporre al gestore di adeguarsi alle autorizzazioni, e se lo diffida e lo stesso lui non lo fa, gli si toglie l’autorizzazione allo scarico”.