Batteremo la piaga delle morti sul lavoro a colpi di bla, bla, bla o sarà fatto qualcosa d’efficace?

Speriamo che anche sul tema delle morti sul lavoro non finisca nei bla, bla , bla evocati da Greta Thunberg relativamente all’ambiente. Il tema è tornato improvvisamente alla ribalta per la strage che negli ultimi giorni ha visto il decesso di molti lavoratori, un ciclo comunicativo legato alla cronaca che si ripete e che temo scalerà le classifiche delle notizie fino ad uscire, fino alla prossima strage. Già tante volte i governi italiani che si sono succeduti hanno annunciato svolte epocali sul tema della sicurezza, il risultato è che siamo ancora ad una media sconvolgente per il 2021 quasi 100 decessi al mese. Andrà ancora così o Draghi farà il miracolo? Il presidente ha assicurato che il governo interverrà entro la prossima settimana e ha spiegato quali sono le linee di azione: pene più severe e più immediate e collaborazione all’interno dell’azienda.  Purtroppo temiamo che rimarranno parole vuote perchè non c’è nulla di più complicato che modificare comportamenti di imprese abituate, su tema sicurezza, così come su altre vicende ad aggirare i problemi, a dribblarli, sapendo che alla fine lo Stato, anche nella peggiore delle ipotesi, sarà incapace di sansionare per davvero. Andrà diversamente con la ricetta Draghi? Lo auspichiamo ma sinceramente non lo crediamo perchè risolvere problemi complessi con ricette semplici e proclami serve solo ad avere dei bei titoli sui giornali e non certo ad evitare che un lavoratore, magari anziano, precipiti da una impalcatura.   Da gennaio ad agosto sono state 772 le vittime e probabilmente fra quando scriviamo questo articolo e la pubblicazione saranno drammaticamente di più. Una strage continua, uno stillicidio fatto di sangue e lacrime che pare senza fine. Per capire di più e soprattutto per valutare se vi sono differenze territoriali ci facciamo aiutare dai dati dell’osservatorio Vega Engineering che in una mappa tinge di rosso l’Italia per definire le regioni dove il rischio di morire sul lavoro è più elevato. Come detto in apertura in due giorni ci sono state oltre dieci vittime da Nord a Sud del Paese. “E la conferma dello stato drammatico di questa piaga, spiega Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, arriva con gli ultimi dati sul numero dei decessi da gennaio ad agosto: 772 vittime nel 2021. Numeri raccapriccianti che forniscono alle statistiche una media mensile drammatica della mortalità: quasi 100 vittime. Il 10% sono donne: madri, figlie, mogli e sorelle strappate alle loro famiglie”.
L’esplorazione dell’ultima indagine elaborata dagli esperti dell’Osservatorio mestrino va oltre i numeri assoluti, preoccupandosi di far emergere il rischio di mortalità tra i lavoratori regione per regione. E lo fa con una zonizzazione a colori. Per fotografare, alla stregua della pandemia, l’emergenza morti bianche in Italia.
E così a finire in zona rossa nei primi otto mesi del 2021 con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio pari a 27,1 morti ogni milione di lavoratori) sono: Puglia, Campania, Trentino Alto Adige, Basilicata, Umbria, Molise, Abruzzo e Valle D’Aosta. In Zona Arancione: Piemonte, Marche e Friuli Venezia Giulia. In Zona Gialla: Lazio, Calabria, Emilia Romagna, Sicilia e Veneto. In Zona Bianca: Toscana, Lombardia, Liguria e Sardegna

 

I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO IN ITALIA.

Mentre, come spesso accade, quando si vanno a rilevare i numeri assoluti dei decessi, la mappatura cambia. Campania, a parte. Perché, oltre ad essere in zona rossa è anche la seconda regione per numero di vittime in occasione di lavoro.

Da gennaio ad agosto 2021, infatti, i decessi registrati in Campania sono 72, seconda solo alla Lombardia che ne conta 73. Seguono: Lazio (60), Piemonte (58), Emilia Romagna (53), Puglia (52), Veneto (48), Sicilia (30), Toscana (28), Abruzzo (27), Trentino Alto Adige e Marche (17), Friuli Venezia Giulia e Umbria (15), Molise e Liguria (12), Calabria (11), Sardegna (9), Basilicata (8), Valle D’Aosta (3).
Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia.

Da gennaio ad agosto del 2021 sono 772 le vittime sul lavoro registrate in Italia; di queste, sono 620 (– 9,5% rispetto al 2020) quelle rilevate in occasione di lavoro, mentre 152 (+ 10% rispetto al 2020) sono quelle decedute a causa di un incidente in itinere. Rispetto a fine luglio 2021, ci sono 95 vittime in più nel mese di agosto, nonostante proprio agosto sia il mese delle diffuse e prolungate pause estive dell’Italia che lavora.
Ancora il settore delle Costruzioni quello che conta il maggior numero di lavoratori deceduti (72 dall’inizio dell’anno, 8 in più rispetto a luglio).

Seguono: Attività Manifatturiere (60), Trasporto e Magazzinaggio (58 vittime da inizio anno), Commercio, Riparazione di autoveicoli e motocicli (40), Amministrazione Pubblica e Difesa (18).
La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 45 e i 64 anni (442 su un totale di 620).

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nei primi otto mesi del 2021 sono 61 su 620.
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio ad agosto del 2021 sono 85.
Il lunedì continua ad essere il giorno in cui si è verificato il maggior numero di infortuni nei primi otto mesi dell’anno.