Bullian: “L’Inghilterra fa un passo avanti storico nella legislazione sul Fine Vita, mentre l’Italia e il FVG restano indietro”
“Con l’approvazione del Terminally Ill Adults (End of Life) Bill da parte della Camera dei Comuni, il Regno Unito dimostra ancora una volta che è possibile legiferare con coraggio e responsabilità su un tema delicato ma imprescindibile: il diritto al Fine Vita per le persone affette da malattie terminali. Si tratta di una svolta storica che colloca l’Inghilterra e il Galles tra i Paesi europei più avanzati per l’autodeterminazione delle persone e per la libertà di scelta”, afferma Enrico Bullian, consigliere regionale del Patto per l’Autonomia-Civica FVG.
“La legge britannica prevede che ogni adulto maggiorenne con una diagnosi terminale e un’aspettativa di vita inferiore ai sei mesi possa accedere – con il consenso di due medici – al suicidio medicalmente assistito. È una risposta chiara, umana e rispettosa della volontà individuale, nata dopo un lungo dibattito parlamentare.
E mentre il mondo va avanti, in Italia e in Friuli Venezia Giulia siamo ancora ostaggio del buco legislativo e del pregiudizio ideologico. A pagarne le conseguenze sono i malati, le loro famiglie e le équipe sanitarie lasciate senza riferimenti certi nell’applicazione della sentenza 242 del 2019 della Corte Costituzionale.
L’unica Regione che ha avuto il coraggio di colmare questo vuoto legislativo è stata la Toscana, che – ispirandosi alla proposta ‘Liberi Subito’ dell’Associazione Luca Coscioni – ha approvato una Legge Regionale che ha consentito a Daniele Pieroni, 64 anni, poeta e scrittore, di porre fine alle proprie sofferenze nel rispetto di un quadro normativo chiaro e pienamente conforme alla sentenza citata.
In Friuli Venezia Giulia, invece, nonostante la raccolta firme e il deposito di una proposta di legge di iniziativa popolare, la maggioranza Destra-Centro ha scelto di bocciare ogni tentativo di regolamentazione, condannando chi soffre all’incertezza e spesso a lunghi percorsi giudiziari.
Confidiamo che la Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarsi sull’impugnazione della Legge Toscana da parte del Governo nazionale, possa finalmente fare chiarezza sulle competenze tra Stato e Regioni e si arrivi anche da noi a legiferare riconoscendo il diritto di scelta.