Chiesto il rinvio a giudizio per Ciro Grillo e amici per la presunta violenza carnale di gruppo

Ciro Grillo, chiesto il rinvio a giudizio per Ciro Grillo e i tre amici Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e Francesco Corsiglia per la presunta violenza sessuale di gruppo. Alla fine dopo un tempo lungo per questo tipo di reati la procura di Tempio Pausania ha deciso di non archiviare. La prima udienza per decidere se si farà il processo è stata fissata per il 25 giugno.
I quattro sono accusati di violenza sessuale di gruppo da Silvia, una ragazza che sostiene di essere stata violentata prima da Francesco e in un secondo momento anche dagli altri tre ragazzi. Loro negano e giurano che lei fosse consenziente. I fatti risalgono al luglio del 2019 e sarebbero avvenuti nell’abitazione di Grillo a Porto Cervo. L’inchiesta è stata aperta a fine luglio 2019 dopo la denuncia sporta dalla ragazza. A rendere ulteriormente complicata la vicenda il fatto che ad aprile scorso Beppe Grillo, garante dei Cinque stelle e padre di Ciro, ha diffuso un video nel quale ha difeso il figlio in maniera piuttosto aggressiva tanto che molti commentatori considerano che quella piazzata digitale sia stata controproducente per Ciro Grillo, «Mio figlio è su tutti i giornali come uno stupratore seriale insieme ad altri tre ragazzi. Aveva chiosato Beppe Grillo, voglio chiedervi, voglio una spiegazione sul perché un gruppo di stupratori seriali, compreso mio figlio, non sono stati arrestati. Perché non li avete arrestati?». Una difesa da padfre che peò era andata decisamente oltre il consentito. La reazione della famiglia di Silvia era stata diffusa dalla loro legale, Giulia Bongiorno: «Siamo distrutti. Il tentativo di fare spettacolo sulla pelle altrui è una farsa ripugnante», hanno dichiarato, per poi aggiungere: «Cercare di trascinare la vittima sul banco degli imputati, cercare di sminuire e ridicolizzare il dolore, la disperazione e l’angoscia della vittima e dei suoi cari sono strategie misere e già viste, che non hanno nemmeno il pregio dell’inedito».