Conferenza dei comitati a difesa dei presìdi ospedalieri di Gemona, Cividale, Maniago e Sacile…, la maggioranza diserta

Come ormai da troppo tempo sul tema della sanità si deve registrare il fatto che la Regione Fvg sfugge al confronto spesso perfino a livello istituzionale completamente nel confronto con le istanze che arrivano dal territorio. Così è stato anche oggi  con gli esponenti della maggioranza, Presidente Fedriga in testa, ma anche l’assessore Riccardi, pur se invitati, hanno snobbato il tavolo con il coordinamento regionale dei comitati a difesa dei presìdi ospedalieri di Gemona, Cividale, Maniago e Sacile.  Erano invece presente i consiglieri d’opposizione che non hanno risparmiato critiche alle scelte della maggioranza e sostegno alle istanze dei rappresentanti del territorio. “Non faremo mancare attraverso atti d’Aula il nostro sostegno ai Comitati per la difesa degli ospedali territoriali di Cividale e Valli del Natisone, Gemona, Maniago e Sacile, presidi che rivestono un’importanza fondamentale nell’erogare servizi di prossimità essenziali quali il punti di primo intervento, il reparto di Medicina, la radiologia e il laboratorio analisi, evitando la congestione degli ospedali Hub, ossia, per quanto riguarda l’area vasta udinese, l’ospedale Santa Maria della Misericordia” ha fatto sapere, in una nota, la consigliera regionale dei Cittadini, Simona Liguori dopo la riunione.  Sostegno anche dal pentastellato Cristian Sergo che nello stile del suo movimento non ha mancato di inviare una frecciatina anche alla precedente maggioranza Serracchiani: “Non ci aspettiamo più di sapere se gli ospedali riconvertiti ritroveranno le funzioni e i reparti che avevano, non solo prima della pandemia Covid, ha infatti chiosato Sergo,  ma anche prima della ‘pandemia Telesca’ che li ha resi tali, ma a questo punto vorremmo capire perché il Centrodestra si è rimangiato le promesse”. “Noi siamo sempre stati al fianco dei Comitato e dei sindaci, anche quando sono venuti a protestare sotto il palazzo del Consiglio regionale, convinti della bontà e della correttezza delle loro istanze – ricorda Sergo – ma non abbiamo aspettato il 2021 per far mantenere le promesse elettorali alla Giunta Fedriga. Abbiamo, infatti, presentato anche in questa legislatura gli stessi atti che avevamo portato avanti nella scorsa, e che anche i consiglieri del centrodestra (qualcuno oggi assessore regionale, altri sindaci o deputati) presentavano alla Giunta Serracchiani. L’esito, però, è rimasto lo stesso. Nella scorsa legislatura anche il Centrodestra era, o almeno sembrava essere, accanto agli stessi Comitati e ai cittadini attenti alle strutture periferiche, salvo poi tradire le loro battaglie, portando avanti le stesse politiche di depauperamento e smantellamento una volta saliti al Governo del Friuli Venezia Giulia”.  Intervento anche della  consigliera regionale Dem Mariagrazia Santoro  È necessario guardare oltre il Covid: il momento di crisi più forte della pandemia, quando tutte le forze erano concentrate nella lotta al virus, è superato, i presìdi ospedalieri (soprattutto dei territori marginali) stravolti e indeboliti per l’emergenza continuano però a non dare le ordinarie risposte di salute ai cittadini”. “L’assenza odierna del presidente Fedriga e dell’assessore Riccardi all’incontro a cui erano stati invitati dai comitati è indicativa della poca disponibilità all’ascolto”, afferma la Santoro, secondo la quale “passata la fase emergenziale, la gestione del Covid ora deve rientrare per quanto possibile nei binari dell’ordinario per ridare spazio a tutti i presidi ospedalieri del territorio, in particolare quelli delle zone più marginali sacrificati in tempo di pandemia, garantendo nuovamente i servizi sanitari ai cittadini”. “Peccato che su questo ci sia una coltre che impedisce di capire quando arriverà il momento delle risposte: dalla Giunta regionale – rimarca la consigliera dem – sentiamo solo verbi declinati al futuro, mentre i bisogni attuali di salute nelle zone periferiche continuano ad aspettare tra i disagi. Non si tratta, come qualcuno pensa, di un gioco di bandierine, ma di riconoscere che i bisogni di salute dei cittadini di territori marginali hanno bisogno di risposte specifiche”. Va ricordato che il coordinamento  regionale dei comitati a difesa dei presìdi ospedalieri di Gemona, Cividale, Maniago e Sacile ha presentato, anche sotto forma di petizione, una articolata lista di richieste  partendo però da una analisi della situazione. Si legge nel loro documento: ” L’Emergenza Coronavirus in Friuli Venezia Giulia sta mettendo a dura prova la sanità regionale, specie in quelle zone dove la Regione continua ad attuare un drastico e pericoloso piano di ridimensionamento dell’offerta. I presidi ospedalieri di Cividale del Friuli, Gemona del Friuli, Maniago e Sacile sono sempre più indeboliti e considerati marginali nelle strategie della Regione e delle Aziende sanitarie, tanto da provocare in tutta la cittadinanza una forte e comprensibile preoccupazione. In queste aree a grande rischio sociale e sanitario sono nati Comitati spontanei di cittadini che hanno come obiettivo la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e, congiuntamente, la legittima rivendicazione del diritto costituzionale alla salute e all’uguaglianza nell’accesso a prevenzione, cura e riabilitazione, con risposte tempestive ai bisogni dei soggetti più deboli. Il Decreto Ministeriale Balduzzi del 2 aprile 2015 n. 70 (Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera) prevede i Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate situati in aree considerate geograficamente e meteorologicamente ostili o disagiate, tipicamente in ambiente montano o pedemontano con collegamenti di rete viaria complessi e conseguente dilatazione dei tempi di raggiungimento degli ospedali hub. È fondamentale che gli ospedali di Cividale del Friuli, Gemona del Friuli, Maniago e Sacile si riapproprino delle funzioni di: un reparto di almeno 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri; una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in Day surgery o eventualmente in Week Surgery con la possibilità di appoggio nei letti di medicina per i casi che non possono essere dimessi in  giornata un pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato all’Emergenza – Urgenza, integrato alla struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l’aggiornamento relativo; la possibilità di eseguire indagini radiologiche con trasmissione di immagine collegata in rete al centro hub o spoke più vicino, indagini laboratoristiche in pronto soccorso; a Maniago è poi necessario attivare la convenzione per la piscina riabilitativa. “