Continua fino a domani a Trieste il convegno nazionale sull’impresa sociale nel 50° della Cooperativa Sociale Lavoratori Uniti Franco Basaglia

Ripartire dal lavoro. Da quel lavoro su cui è fondata la nostra Repubblica: non il lavoro sottopagato, concesso, sommerso, non considerato. Il lavoro che conferisce dignità, che riconosce diritti, che trasferisce potere. E non solo potere d’acquisto. Un lavoro alla portata di tutte e di tutti, che tiene conto delle differenze e delle situazioni di partenza e rimuove gli ostacoli per una piena partecipazione di ciascuna e ciascuno. Non è una questione individuale, che ognuno si gioca per conto suo; non è un problema del singolo, di cui occuparsi in modo assistenzialistico: è una scelta che attiene all’identità della comunità che si vuole costruire e nella quale si vuole vivere, dove non ci sono soggetti che occupano spazi ed eventualmente li concedono ad altri o li fanno attraversare a condizioni capestro.

Franco Basaglia

Sono beni comuni a cui tutti concorrono e che tutti — pubblico e privato, istituzioni e associazioni, imprese e liberi professionisti — sono chiamati a custodire e a rigenerare per una gestione collettiva che restituisca voce anche a chi finora ha messo solo braccia, che cancelli le disuguaglianze. Di questo e di altro si è parlato ieri e si continuerà a parlare oggi, venerdì 21, e domani, sabato 22 ottobre, a Trieste nel teatro Franca e Franco Basaglia, che si trova nel Parco culturale di San Giovanni, il luogo dove sorgeva l’ex ospedale psichiatrico provinciale, in un convegno organizzato e promosso dal Dipartimento Assistenza Integrata Dipendenze e Salute Mentale dell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (ASUGI), dal Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Trieste, dalle cooperative sociali Lavoratori Uniti Franco Basaglia (CLU), che quest’anno festeggia i primi 50 anni di vita, Agricola Monte San Pantaleone e La Collina e dall’associazione Conferenza per la Salute Mentale nel Mondo Franco Basaglia (COPERSAMM), tutte realtà queste ultime nate dal processo di deistituzionalizzazione avviato dalla riforma psichiatrica di Franco Basaglia: 39 relatori e relatrici provenienti da tutt’Italia e dall’estero (qui il programma: https://www.impresasociale2022.net/programma/) hanno parlato e parleranno di cosa significhi fare impresa sociale oggi, in un momento in cui prevale la cultura prestazionale e i diritti sono sempre più fragili; di come sia possibile contaminare la società dello spirito che ha animato la nascita delle cooperative sociali e più in generale di ogni impresa collettiva; di tutte le esperienze virtuose che esistono nel nostro Paese e non solo e che faticano a fare sistema. Ricercatori, amministratori, imprenditori si sono alternati e continueranno ad alternarsi nel corso di quattro sessioni per confrontarsi su questi temi ed esplorare strade sempre più inclusive capaci di proporre modelli di sviluppo sostenibili e democratici ma non per questo improduttivi.