Cosef: previsioni di mantenimento o espansione per il 97% delle aziende insediate. Indagine statistica ha coinvolto 308 aziende

 

Disetti e Marinig

Il 97% delle aziende insediate nell’area del Cosef (Consorzio di Sviluppo Economico del Friuli) prevede il mantenimento o l’espansione della propria attività nel prossimo biennio; più di un terzo è intenzionato a investire in innovazione tecnologica, in un ampliamento del lotto o in una ristrutturazione degli immobili.

Sono questi alcuni dei dati più significativi emersi dall’indagine statistica promossa dal Consorzio che ha coinvolto tutte le 308 aziende insediate nelle zone industriali della Ziu, dell’Aussa Corno, dell’Alto Friuli e di Cividale del Friuli, le aree gestite da Cosef a poco meno di due anni dalla propria costituzione e presentata in conferenza stampa dal presidente Renzo Marinig e dal vicepresidente Virgilio Disetti.

“All’indomani dall’inizio dell’attività del Cosef – ha spiegato Marinig – diventava strategico, per noi, avere sia un quadro chiaro delle realtà insediate, dalle più piccole alle più grandi, sia una serie di feedback sulle necessità e sulle richieste delle imprese. In questo modo potremo collaborare meglio con le aziende e, soprattutto, predisporre una pianificazione strategica più focalizzata sulle reali necessità delle stesse”.

L’indagine, realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine, ha interessato 51 aziende dell’Alto Friuli, 147 della Ziu, 77 della Ziac e 33 della zona industriale di Cividale del Friuli evidenziando, fra gli altri, un aumento globale del fatturato pari al 24%, passato dai 5,23 miliardi di euro (5.233.591.779,00 euro) del bilancio 2016, ai quasi 6,5 miliardi di euro (6.491.303.553,00) registrati nel bilancio 2018. A crescere maggiormente è stata l’area ex Aussa Corno, con un +29%, seguita dalla Ziu con +24% e dall’Alto Friuli con +22% mentre la zona industriale di Cividale ha registrato una fase di moderata stagnazione.

L’indagine ha permesso di fotografare anche il livello occupazionale: alla fine del 2017 si sono registrati, nell’area Cosef, 10.305 addetti, in aumento rispetto al passato, con un 15,5% di occupazione femminile. Significativa, con 4.800 unità, la presenza di impiegati specializzati mentre i quattro quinti del totale è composto da lavoratori operanti nel settore manifatturiero.

“Sono cifre che evidenziano – ha proseguito Marinig – sia le dimensioni del Consorzio, che è il più grande della regione e uno dei maggiori d’Italia, sia l’importanza del ruolo di Cosef nel consolidare le attività produttive presenti fornendo servizi avanzati e supporto alle aziende, di favorire l’insediamento di nuove attività produttive, di incrementare il numero di occupati, di garantire la tutela e la protezione ambientale, di diversificare i servizi offerti e di perseguire lo sviluppo economico e sociale del territorio”.

Significativo anche l’interesse delle imprese insediate, prevalentemente costituite in Srl e Spa, verso l’innovazione tecnologica: più di un quarto ha infatti già operato investimenti nel settore dell’industria 4.0. Le zone più innovative, in tal senso, sono quelle di Ziu (38%) e Alto Friuli (33%) mentre le altre aree risultano più conservative. In crescita anche l’utilizzo di energie rinnovabili e l’attenzione agli aspetti ambientali, in primis l’area dell’Alto Friuli che conta il 22% di energia elettrica prodotta da fotovoltaico. Si registra inoltre una media globale del 33% di utilizzo di gas metano.

Marinig, guardando al futuro, ha evidenziato l’importanza di una pianificazione strategica che interessi il territorio sulla direttrice Gemona-Udine-San Giorgio di Nogaro. “Predisporremo – ha specificato – un Piano Infraregionale che dovrà essere unitario per ricomprendere il telaio urbano e infrastrutturale lungo questa direttrice. L’intento sarà quello di creare una logistica del territorio e di condividere un modello assieme alle imprese insediate affinché ci possano essere reali vantaggi competitivi per le aziende. Per fare questo è necessario però che vengano realizzate una serie di opere come la tangenziale a sud di Udine e che vengano riorganizzati il nodo ferroviario cittadino, già previso da Rfi (Rete ferroviaria italiana), e quello dell’Alto Friuli oltre al raddoppio della linea ferroviaria Cervignano-Udine. Altrettanto importante sarà rendere più competitivo Porto Nogaro con un rafforzamento del canale d’accesso. L’auspicio è che l’amministrazione regionale condivida queste priorità”.

Per il vicepresidente Virgilio Disetti: “dopo un periodo di rodaggio successivo alla fusione dei Consorzi, oggi cominciamo veramente a ragionare come una realtà unica che comprende diverse peculiarità, dallo scambio intermodale di Rivoli di Osoppo a Porto Nogaro fino alle aree industriali del centro Friuli. Sono zone che, nel periodo di crisi, hanno saputo garantire il grado di modernità sufficiente per affrontare le novità di mercato ed essere competitive. Un plauso va anche alla manodopera e ai Consorzi stessi, che hanno permesso a queste aree di presentarsi oggi con dignità e con fiducia nel futuro”.

Nelle prossime settimane verrà completato e approvato il Piano Industriale per il 2020 del Cosef, che conterrà le principali azioni di intervento di Cosef per i prossimi mesi.