DHL, sospetta frode e sfruttamento dei lavoratori, inchiesta e sequestro milionario

Tutti abbiamo incontrato sulle strade i veicoli, camion e furgoni,  con Il marchio Dhl colosso della logistica, molti abbiamo ricevuto pacchi e spedizioni varie di e-commerce, pochi sanno però che dietro quelle consegne spesso si sono nascoste attività non del tutto trasparenti. E’ di queste ore la notizia che la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta per sospetta frode fiscale e sfruttamento dei lavoratori nei confronti dell’azienda DHL Supply Chain Italy spa, filiale italiana del colosso dei trasporti merci, la tedesca DHL. I magistrati, inoltre, hanno disposto un sequestro di 20 milioni di euro. Secondo la Procura di Milano, sarebbe stato creato un sistema che si reggeva su fatture false e su cooperative fasulle che si occupavano di assumere formalmente i fattorini. Tale sistema avrebbe provocato un vero e proprio sfruttamento dei lavoratori, visto che non venivano loro versati i contributi previdenziali e assicurativi.

Il tutto sarebbe stato reso dalla DHL Supply Chain Italy spa, filiale italiana del colosso tedesco DHL, appoggiandosi a un consorzio e a 23 società di intermediazione di manodopera. Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ha quindi provveduto preventivamente a un sequestro d’urgenza di oltre 20 milioni di euro per una presunta maxi frode sull’Iva.

La tesi dei pm è che la filiale, per avere a disposizione fattorini per le consegne, si rivolgesse al Consorzio Industria dei Servizi, cui facevano capo diverse società di intermediazione. Attraverso un fatture false, emesse dalle cooperative fasulle a beneficio di DHL, l’azienda avrebbe potuto abbattere i costi grazie al mancato versamento dell’Iva e dei contributi.

Oltre alla DHL Supply Chain Italy intesa come società sono indagati, per i reati fiscali, Fedele De Vita e Antonio Lombardo, rispettivamente presidente fino al 2018 e presidente dal maggio di tre anni fa. Secondo gli inquirenti, dalle intercettazioni emergerebbe una pratica diffusa, e non solo in Lombardia.

Dall’inchiesta sulla DHL è emerso che dal 2016 al 2019 più di 1.500 lavoratori sarebbero stati assunti dalle cooperative fasulle: per nessuno di loro erano previsti tutele, anzi. Erano costretti a passare da una cooperativa all’altra per non perdere il posto di lavoro.

Sul tema sono intervenuti i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil Lombardia, che hanno sottolineato come, da anni, denuncino pubblicamente che spesso dietro a queste cooperative si nascondano attività illegali “alle quali corrispondono trattamenti dei lavoratori letteralmente indecorosi”. Intervento anche di Legacoop che da anni si batte per l’emersione delle false cooperative.

“Abbiamo da poco rinnovato, con senso di responsabilità, il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Logistica, Trasporto e Spedizione, si legge in una nota di Legacoop Produzione e servizi; ma certi avvenimenti dimostrano come questo non sia sempre sufficiente a garantirne il rispetto”.  Così  Daniele Conti, Responsabile del settore Trasporti e Logistica di Legacoop Produzione e Servizi, in merito al sequestro da parte della Guardia di Finanza di Milano di 20 milioni alla DHL, società del colosso americano della logistica, accusata di sfruttamento dei lavoratori e frode fiscale, che vede coinvolto un complesso sistema di false cooperative. “Per questo riteniamo urgente metter in campo, insieme alle sigle sindacali e alle istituzioni, – sottolinea Conti – tutti gli strumenti utili a far sì che quanto contenuto nel contratto di lavoro sia effettivamente praticato, iniziando dal riconoscimento del costo del lavoro da parte di committenze pubbliche e private. In tal senso riteniamo urgente la pubblicazione delle Tabelle del costo del Lavoro da parte del Ministero.”

“Da sempre denunciamo e ci battiamo contro aziende che, oltre a frodare le casse dello Stato, ledono un intero settore e tutte le imprese, cooperative e non, che onestamente e con impegno danno lavoro a migliaia di soci e lavoratori. – evidenzia Gianmaria Balducci, Presidente di Legacoop Produzione e Servizi, che plaudendo il lavoro svolto dalla Guardia di Finanza, evidenzia come sia “fondamentale il ruolo di vigilanza e controllo da parte dello Stato per combattere questi comportamenti illeciti”.

Legacoop Produzione e Servizi si allinea a quanto già dichiarato da Mauro Lusetti a nome dell’Alleanza delle Cooperative (news): “L’Alleanza delle Cooperative sostiene con convinzione l’esigenza di un mercato che dia spazio alla pluralità delle forme di impresa e garantisca una corretta competizione tra aziende sane e rispettose delle leggi e dei diritti. Da sempre abbiamo denunciato e combattuto chi utilizza in modo distorto la forma cooperativa per sfruttare i lavoratori, eludendo gli obblighi fiscali e contributivi previsti dalle leggi e dai contratti”.