Giornata della terra e gelate: emergenza apicoltura e ambiente

Inverno caldo e primavera con le gelate stanno creando gravi problemi agli alveari. Le api hanno scarsa disponibilità di raccogliere nettare, a causa delle basse temperature o del danneggiamento dei fiori a causa delle gelate.
In occasione delle giornata della terra, che si celebra il 22 aprile in tutto il mondo, Coldiretti segnala questa situazione e il pericolo per la biodiversità, ma non solo: le api sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori.
“Una singola ape –spiega il presidente del Consorzio apicoltori di Pordenone Elia Infanti– visita in genere circa cinque mila fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di visite floreali per produrre un chilogrammo di miele, anche se in questi giorni le api non volano perché la temperatura è sotto i dieci gradi”.
Questa la premessa di Infanti, che è anche un giovane socio di Coldiretti, che aggiunge: ”le gelate nelle notti dei giorni scorsi, hanno provocato ingenti danni alle piante spontanee di interesse apistico, come il ciliegio, l’acero ma soprattutto all’acacia. Di quest’ultima –precisa- si nota l’appassimento e disseccamento dei germogli. Per quanto riguarda le prime produzioni è stata discreta la raccolta del miele di tarassaco nella pianura friulana, mentre la collina è in una fase di stallo tenendo conto che sono state persi i raccolti di miele di ciliegio e sottobosco e -conclude Infanti- compromesso quello dell’erica carnea e in parte dell’acero campestre e montano”.
Tre colture alimentari su quattro dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra queste ci sono mele, pere, fragole, ciliegie, cocomeri ed i meloni.
“Oltre che un danno ambientale è anche economico –afferma il presidente della Coldiretti Matteo Zolin-. La svolta salutista degli italiani per effetto della pandemia Covid ha portato all’aumento del 13 per cento degli acquisti familiari di miele nel 2020 ma -evidenzia il presidente- sugli scaffali dei supermercati italiani già più di un vasetto di miele su due viene dall’estero con il rischio di consumare prodotti di bassa qualità. Il nostro consiglio –aggiunge Zolin- è di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole o nei mercati di Campagna Amica. Nel territorio italiano non sono ammesse coltivazioni Ogm a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina. Il miele nazionale –conclude il presidente- è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti”.

dati Friuli Occidentale (ex provincia di Pordenone):
• 8600 alveari
• 715 apiari
• 400 soci consorzio apicoltori Pordenone

rapporto Osservatorio nazionale miele:
• gli apicoltori in Italia sono passati dai 62.944 del 2019 ai 68.684 del 2020, di cui 47.957 hobbisti che producono per l’autoconsumo (erano 42.356 nel 2019) e 20.727 con partita iva (erano 20.588 nel 2019) che producono per il mercato.
• Aumento degli alveari e degli sciami, passati da 1.597.739 del 2019, a 1.632.825 del 2020, il 72% detenuti da apicoltori professionisti.