Giornata di studi a Udine: “Comunicare la storia del Novecento: pratiche di cultura digitale”

Venerdì 22 novembre nella Sala della Fondazione Friuli (Via Manin 15, Udine) si terrà la giornata di studio “Comunicare la storia del Novecento: pratiche di cultura digitale” (Mattina 10.30-13.00 e Pomeriggio 14.00-17.30). L’iniziativa è organizzata dall’Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, in collaborazione con l’Università di Lincoln (Regno Unito), con il patrocinio di Istituto Nazionale Ferruccio Parri e del DIUM – Università degli Studi di Udine. Partecipano all’evento studiosi ed esperti provenienti da università e istituti di ricerca nazionali e internazionali.
Come ci spiega la direttrice dell’Ifsml, Monica Emmanuelli: «La giornata di studi dedicata alle pratiche di cultura digitale nella storia del Novecento nasce con l’intento di aprire uno spazio di riflessione sulla rivoluzione tecnologica avviata anche nell’ambito della ricerca storica. La continua evoluzione delle risorse e dei mezzi ha modificato in maniera radicale l’approccio a tutte le discipline di studio, compresa la storia.
Biblioteche, archivi e istituti di ricerca si stanno adeguando attraverso continui, anche se lenti, processi di aggiornamento. Verranno analizzate problematiche sensibili quali le questioni legate all’autenticità e all’integrità delle fonti digitali, alla loro instabilità e alla estrema variabilità del mondo tecnologico. La dinamicità con cui questi nuovi strumenti si sviluppano necessita di competenze specifiche, oltre che di personale preparato e qualificato. L’articolata varietà degli strumenti informatici oggi a disposizione offre, non solo ai nativi digitali, potenzialità un tempo impensabili. è necessario quindi imparare a utilizzarli, interpretarli e leggerli per trarne risultati sempre attuali e di buona qualità scientifica, evitando situazioni di disorientamento o estraneità.
Inventari archivistici e documenti informatici o informatizzati, database, e-book, testi multimediali e ipertesti sono molto diffusi in rete e ampiamente utilizzati dai ricercatori. Il digitale appartiene a tutti gli effetti al quotidiano. Saranno oggetto di riflessione sia le potenzialità che le criticità dei nuovi materiali digitali proposti, verranno presentate strategie di intervento mirate su casi di studio specifici, verranno posti interrogativi ancora privi di risposte definitive di cui è comunque necessario avere consapevolezza.»
L’evento sarà anche l’occasione per rafforzare la fruttuosa collaborazione avviata tra Ifsml e Università di Lincoln (Regno Unito), con la sottoscrizione nel 2018 di un Memorandum di intenti per il coinvolgimento dell’Istituto nell’ International Bomber Command Centre Digital Archive. L’archivio pubblica fonti storiche ad ampio spettro sulla controversa vicenda dei bombardamenti anglo americani durante la seconda guerra mondiale nel teatro europeo. La professoressa Heather Hughes, a capo dell’archivio, ha commentato: «L’Università di Lincoln ha il particolare piacere di essere tra i promotori e gli organizzatori della giornata di studio ‘Comunicare la storia del Novecento: pratiche di cultura digitale’. Nell’auspicio che questa sia un’occasione per dare risalto ad innovative ed importanti ricerche, siamo grati all’Università di Udine e all’Ifsml per l’opportunità di lavorare insieme. Guardiamo con interesse alla possibilità di lavorare assieme a progetti futuri sulla base di intendimenti condivisi».

Il programma dell’iniziativa è disponibile nel sito dell’Istituto: www.ifsml.it

Mattina 10.30 – 13.00
Saluti
Introduzione
coordina: Tommaso Mazzoli (Università di Udine)
Stefano Perulli (Anpi Udine): Archivi fotografici digitali per la storia del Novecento. Potenzialità, prospettive, criticità
Luca Giuliani (CRAF): La produzione audiovisiva: fonti storiche tradizionali e nuove forme narrative digitali
Martina Visentin (Università di Udine), Fonti e materiali per la ricerca storico artistica: percorsi informatici per lo studio e la comunicazione
Alessandro Pesaro (University of Lincoln), Digitalizzare il patrimonio culturale controverso in una prospettiva transnazionale: problemi di metodo, aspetti gestionali e prassi collaborative
Discussione
Pomeriggio 14.00 – 17.30
coordina: Monica Emmanuelli (IFSML)
Igor Pizzirusso (Istituto nazionale Ferruccio Parri): Database per la storia: “Atlante delle stragi naziste e fasciste” e “Ultime lettere dei condannati a morte”
Andrea Torre (Istituto nazionale Ferruccio Parri): Percorsi dei volontari antifascisti di Spagna nel database “Oggi in Spagna, domani in Italia”
Zeno Gaiaschi (Lapsus- Laboratorio di analisi storica del mondo contemporaneo): Sopra il vostro settembre. La memoria dei rifugiati cileni tra difficult heritage e pratiche collaborative.
Dan Ellin (University of Lincoln), Visualising data to challenge perceptions of bombing war 1939-1945 at the International Bomber Command Centre.

Profili biografici e abstract

Tommaso Mazzoli (Università di Udine) Laureato in Lettere Moderne con una tesi in Geografia dal Ɵtolo GIS come cartografia dinamica: un nuovo
strumento di analisi e decisione territoriale, inizio a collaborare con il DiparƟmento di Storia e Storia Dell’Arte dell’Università di Trieste dove ha tenuto i primi corsi di Informatica Umanistica. Nel frattempo ha conseguito il Dottorato di ricerca in Geomatica e Sistemi Informativi Territoriali con la tesi Atlante delle Colline Moreniche Friulane. La georeferenziazione come base interaƫva per la conoscenza del territorio. Ha collaborato con ENAIP e AREA di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste nei corsi di formazione organizzato con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia. È stato assegnista di ricerca, prima presso l’Università di Trieste (2010) e poi presso l’Università di Udine (2018), e docente di Informatica per le discipline umanistiche in diversi corsi di laurea.
Membro dell’Associazione per l’Informatica Umanistica e la Cultura Digitale, ha fatto parte del comitato locale per l’organizzazione dell’8° Convegno nazionale dell’associazione, tenutosi presso l’Università degli Studi di Udine nel gennaio 2019. Attualmente ricopre il ruolo di Tecnico Informatico presso il DIUM con il compito di coadiuvare e promuovere progetti per la diffusione delle Digital Humanities.
Stefano Perulli (Anpi Udine) Archivi fotografici digitali per la storia del Novecento. Potenzialità, prospettive, criticità Laureato in Conservazione dei Beni Culturali nel 2000 all’Università degli Studi di Udine, nel 2005 ha conseguito il diploma post‐laurea alla Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte sempre a Udine. Dal 1998 si occupa dei rapporto tra la fotografia e la storia realizzando mostre e convegni sul tema. È un esperto di catalogazione informatica di beni culturali e nello specifico dell’informatizzazione di archivi fotografici. Ha lavorato per diverse realtà sia pubbliche che private (Regione FVG, Società Filologica Friulana di Udine, Fondazione Bracco di Milano) Attualmente è responsabile dell’archivio storico e documentale dell’Anpi provinciale di Udine e dell’archivio del CRAF (Centro Ricerca e Archiviazione della Fotografia) che ha sede a Spilimbergo. Che cos’è un archivio fotografico? Come si presenta fisicamente e quali sono le operazioni prioritarie per metterlo in sicurezza e ordinarlo? Perché è importante catalogare un archivio fotografico e cosa significa nel concreto operare in questo senso? Quali sono le problematiche relative alla gestione e valorizzazione di un archivio fotografico nell’era del digitale e come è cambiata la comunicazione delle informazioni contenute in un archivio con l’avvento dei nuovi mezzi di diffusione informatica? Quali possono essere le criticità e le nuove sfide che chi si occupa di archiviazione della fotografia deve intraprendere per garantire da un lato la scientificità del proprio operato e da un altro la necessità di semplificare linguaggi che spesso sono state create per un ristretto numero di specialisti e non sono state sicuramente pensate per la diffusione massiva che invece la Rete oggi garantisce. La mediazione tra contenuto e forma, a mio avviso, è uno dei problemi maggiori che oggi, chi si occupa di archivistica “digitale”, si trova ad affrontare.
La diffusione in rete dei patrimoni archivistici innesca poi, tutta una serie di meccanismi che solo fino a 10
anni fa erano impensabili; si è entrati, in qualche modo, in una dimensione che chiamerei “partecipativa”;
molto spesso la fruizione di un archivio fotografico attraverso Internet consente infatti all’utente generico,
non specialistico, di poter accedere a banche dati fino a pochi anni fa assolutamente impensabili,  questa nuova modalità genera spesso feedack positivi che, in alcuni casi, consentono ad esempio l’implementazione delle informazioni di catalogo avvicinando così l’austero e polveroso mondo archivistico al mondo  contemporaneo tutto volto all’informazione digitale.