Infortunio in porto a Trieste – l’ambulanza arriva dopo mezz’ora. Zalukar: dalle registrazioni audio pesanti interrogativi sul funzionamento della centrale di Palmanova

Il nuovo PEU – Piano Emergenza urgenza –ripropone il modello di Centrale unica d’emergenza, non tenendo conto dell’esperienza fallimentare di questi ultimi sei anni di gestione dei soccorsi da parte del NUE 112 -SORES di Palmanova.  Ad affermarlo è Walter Zalukar dell’Associazione  Costituzione32. “L’aggettivo “fallimentare”, spiga l’ex consigliere regionale,  è motivato dalle centinaia di disservizi e ritardi di soccorso, accertati e comprovati, che sono stati raccolti nel Libro bianco: “Cinque anni di disservizi e ritardi di soccorso in FVG dopo l’attivazione del Nue 112 e della Sores a Palmanova” presentato l’anno scorso a maggio dalla allora senatrice Laura Stabile; gli oltre 100 casi riportati nel libro rappresentano solo la punta dell’iceberg di una situazione ben più grave e diffusa. Si sperava che dinnanzi ad un quadro così negativo si facesse una riflessione seria e onesta, poiché questo non è un problema da poco, ci vanno di mezzo la salute e la vita dei cittadini. Sconcerta che due sindacati del comparto sanità, che rappresentano quindi chi nell’emergenza ci lavora, abbiano definito addirittura “perfetto” il piano regionale, sposando così il “modello” di Centrale unica.  Per dare un ulteriore contributo di verità uscirà a breve la seconda edizione del Libro bianco, aggiornato con i disservizi e ritardi nei soccorsi osservati in FVG negli ultimi 12 mesi, alcuni dei quali al vaglio dell’autorità giudiziaria. Ma qui non si tratta di cercare colpevoli, si tratta di dire basta ad un sistema che non funziona e mette a rischio la vita e la sicurezza delle persone.
Già, anche la sicurezza, come testimoniano le rappresentanze degli operatori di polizia e dei carabinieri che recentemente hanno denunciato una gestione dell’emergenza farraginosa e complessa, che rende gli interventi più lenti e pericolosi. E chiedono quindi di rivedere il NUE 112 per “dare la possibilità alle forze di polizia di salvare, aiutare, soccorrere in tempi utili chi si trova in condizioni e necessità di avere un intervento dove non i minuti ma anche i secondi sono preziosi.”  Tra i tanti disservizi che saranno pubblicati nel Libro bianco anticipiamo l’infortunio avvenuto lo scorso agosto nel Porto Nuovo di Trieste dove, come riferito dalla stampa locale, un lavoratore ha riportato un trauma da schiacciamento ad una gamba dopo essere stato investito da un rolltrailer, e ha dovuto attendere 30 minuti prima di essere soccorso: la prima chiamata al 112 è avvenuta alle 14.36 e l’ambulanza è giunta sul posto alle 15.03. In seguito a richiesta di accesso atti abbiamo potuto ascoltare gli audio delle 5 chiamate al 112 effettuate nella lunga attesa dei soccorsi, da cui si evince che gli operatori della Centrale di Palmanova hanno scarsa o nulla conoscenza dell’ambito portuale di Trieste e fanno domande palesemente inutili, verosimilmente perché devono seguire procedure imposte.  Si è voluto trascrivere integralmente l’audio (vedi allegato) non per muovere critiche al personale, ma per rendersi conto del perché vada rivisto, e subito, il sistema di soccorso. Nel Porto di Trieste gli infortuni non sono eccezionali, nonostante gli sforzi per prevenirli, e spesso molto gravi, per cui la rapidità d’intervento è fondamentale per il buon esito del soccorso”.

E allora che fare? Si chiede Zalukar:  “Si dovrebbe copiare quanto si sta facendo negli ospedali triestini per proteggere medici e infermieri dalle aggressioni; anche lì quando un energumeno minaccia o colpisce i sanitari è determinante la rapidità d’intervento, e per questo si è deciso di attivare un collegamento telefonico dedicato tra l’ospedale e la sala operativa della Questura in modo da saltare il 112 ed evitare così le lungaggini di Palmanova. E allora se si può saltare il 112 per meglio tutelare i sanitari perché non fare altrettanto in porto a tutela dei lavoratori? Il porto è un ambito assai più complesso degli ospedali e per intervenire con efficacia e in sicurezza bisogna conoscerlo.  Basterebbero delle linee dirette tra la sala operativa dell’Autorità portuale e le sale operative dei Vigili del Fuoco e dell’emergenza sanitaria di via Farneto. Costerebbe pochissimo, e credo che l’Autorità portuale se ne farebbe volentieri carico, così saremmo sicuri che in caso di emergenza i soccorsi arriverebbero rapidamente, come una volta, a tutela dei lavoratori in caso di infortunio e dei beni in caso di incendio, anche questo evento non eccezionale in area portuale”.