Inseguito nudo dai poliziotti, poi il pestaggio: è caso shock dal Cpr di Gradisca
Le scene riprese in un filmato girato all’interno del Cpr di Gradisca d’Isonzo e diffuse dalla “rete No Cpr”, sono crude quanto scandalose per un paese civile e meritano senz’altro approfondite indagini indipendenti. I fatti denunciati dalla rete No Cpr, sono avvenuti al Centro di permanenza per il rimpatrio in provincia di Gorizia, che come le altre strutture simili sparse per l’Italia è da tempo al centro delle polemiche per le condizioni disumane in cui sono costretti gli “ospiti” al loro interno, persone che non hanno commesso alcun reato (diversamente sarebbero in carcere) ma che semplicemente sono senza documenti. Le immagini riprendono un uomo inseguito da agenti in tenuta antisommossa mentre indossa soltanto l’intimo. L’uomo raggiunto sarebbe stato portato a forza dentro una stanza. Il video girato di nascosto da altro “ospite” del centro non riprende quanto accade ma è l’audio ad essere evidente, con rumori fortissimi e le grida di dolore provenienti da quella stanza.
La rete No Cpr denuncia violenze e condizioni sanitarie al collasso. Da giorni, infatti, i trattenuti denunciano una realtà insostenibile, raccontando di cibo scadente, un’epidemia di scabbia fuori controllo e una disperazione crescente. La risposta? A quanto sostengono i migranti sarebbe la repressione. Ma le forze dell’ordine negano.
La ricostruzione della Questura infatti è completamente diversa: «La sera del 5 giugno, durante una rivolta con incendi appiccati dagli ospiti nella cosiddetta “zona blu”, il personale della Polizia di Stato, con il supporto della Guardia di Finanza, è intervenuto per ripristinare l’ordine e garantire la sicurezza del personale dell’Ente Gestore impegnato nello spegnimento dei roghi. Gli operatori sono stati oggetto di lanci di bottiglie, frutta e altre suppellettili, e hanno dovuto fronteggiare azioni coordinate di disturbo. In questa fase gli ospiti sono stati fatti rientrare nelle rispettive camere, come documentato da un video che mostra un soggetto a torso nudo accompagnato nella propria stanza». Il secondo video è stato realizzato circa un’ora dopo, quando «lo stesso straniero si è fatto medicare presso l’infermeria del Cpr. Secondo quanto da lui riferito e registrato agli atti, la ferita riportata (una lesione superficiale di 2 cm al capo) è stata causata da una caduta accidentale. È stato medicato in infermeria senza necessità di ulteriori cure». L’uomo, sostiene la Questura, sarebbe «già stato protagonista di episodi con dinamiche compatibili con atti autolesionistici a fini strumentali. Un altro video del 6 giugno mostra una messinscena enfatizzata con effetti visivi e simulazione di svenimento. Dunque – conclude la Questura – non c’è stato alcun pestaggio e infatti non ne esiste alcuna prova documentale. Peraltro gli ospiti del Cpr hanno la possibilità di possedere telefonini e quindi avrebbero potuto facilmente riprendere qualsiasi ipotetico abuso. L’intervento si è svolto nel rispetto delle procedure, per garantire l’incolumità degli ospiti e la sicurezza della struttura. Nei confronti di coloro che hanno accusato i rappresentanti delle forze dell’ordine di aver proceduto a un pestaggio, gli uffici della questura si riservano di procedere nelle sedi competenti».
La rete No Cpr parla invece di segnalazioni settimanali. L’epidemia di scabbia, affermano, sarebbe confermata da decine di fotografie che documentano pustole, macchie cutanee e un prurito insopportabile. Secondo quanto riportato nei post sulla loro pagina Facebook, sarebbero decine le persone che manifestano sintomi. Per attirare l’attenzione, alcuni trattenuti hanno appiccato incendi nei cortili, un gesto disperato nato nel silenzio generale. «Ci mandano video della sporcizia nelle celle, pulite di rado – raccontano gli attivisti – spesso sono loro stessi a farlo, con magliette o asciugamani. Quando si raggiunge il limite». Qualcuno, senza mezzi termini, definisce il centro «un enorme bidone della spazzatura».