La discussione sul lavoro

Monfalcone/Fincantieri un rapporto fatto di lavoro, crescita, sviluppo, crisi, infortuni e morti sul e per il lavoro, sfruttamento, lotte, tante lotte per i diritti e la dignità. Per rimanere negli ultimi trenta anni dove, grazie alle lotte dei lavoratori, il settore e le fabbriche sono state salvate e indirizzate a nuovi prodotti e nuovi sistemi di produzioni. Questo ha permesso uno sviluppo strutturale, consolidato dal carico di lavoro acquisito. che ha fatto superare crisi drammatiche come quelle del 2008/ 2011/il Covit, quasi senza accorgersene. Tutto a posto? NO!!! Molte sono state le problematiche aperte con la globalizzazione, con il nuovo sistema di produzione che ha coinvolto tutta la Regione e oltre, con la mancanza di lavoratori, con appalti, cambiamenti che hanno messo in difficoltà, sconfitto i lavoratori e le strutture che li rappresentavano. Ma il Padrone e sempre il Padrone e questo carico di lavoro, questo sviluppo lo ha utilizzato per i propri interessi con le mani completamente libere, tanto che Monfalcone non ha beneficiato di nessun benessere. Purtroppo è mancata completamente la contrattazione nei vari livelli al punto che ci sono i redditi più basso di tutta la regione. Questo è stato possibile anche perché in questi anni l’azienda è stata coperta politicamente dalla destra politica: “Non va disturbato chi produce” un manifesto politico, economico, sociale, culturale lanciato dal Governo Meloni. Un’alleanza di fatto con la grande industria indicata come la nuova classe generale, a cui ha dato in mano la leva del sistema, della crescita e dello sviluppo, mentre il Governo si è dato il compito di garanzia. Una sollevazione della responsabilità e una liberalizzazione dei lacci e dei lacciuoli delle regole, insomma una delega in bianco. Il lavoro trasformato da mezzo di produzione e crescita, di solidarietà, di emancipazione e benessere a “elemento liberato” contrapposto alla tutela della sicurezza, della salute, del salario, dei diritti e dignità. Si chiamano: GARANZIE NEGATE che quando parliamo di sicurezza equivalgono a infortuni e morti. A livello locale alzata la nebbia degli slogan urlati, dei titoli di un giorno, dei pugni sul tavolo, a parte il livello molto basso, si tocca con mano la sottomissione: i 670 tecnici previsti presso l’ex albergo operai, dove sono? ; il mancato rispetto della legge sulla sicurezza del 2008 riguardante gli spogliatoi?; il parco lamiere lavoro per 70 operai spostati a San Giorgio di Nogaro in silenzio e senza contropartite?; il raddoppio dei lavoratori immigrati regolari firmati dal Governo sostenuto?. Continua poi, con lo stravolgimento della responsabilità degli omicidi per l’utilizzo dell’amianto, scolpito sulla pietra; con gli 80 milioni di soldi pubblici regalati ai colpevoli; alla chiusura del Tavolo permanente amianto, al silenzio sulle Fibre artificiali vetrose. Ma continua ancora, sul mancato governo sui temi della casa, scuola, commercio, ecc. Il buio totale su un’idea della città futura. Ci sono politici che speculano sulle paure della gente, e usano il tema dell’immigrazione regolare di lavoratori come arma di propaganda. Promuovono leggi che ottengono insicurezza, rabbia sociale, sfiducia verso tutti e tutto. E una dimostrazione di debolezza politica, per questo c’è una continua ricerca di un nemico, di dargli la caccia, dire che siamo attaccati, di polemiche, di vittimismo, di denigrazione “dell’altro”. Tanto che il debole governa solo per decreto senza confronto. La discussione aperta a Monfalcone e partita con il piede sbagliato, la storia di questi anni non ha insegnato niente. La Fincantieri proseguirà la propria strada, il Governo la sosterrà, la Regione rimarrà assente, il Comune farà qualche dichiarazione ma non metterà in discussione niente, chi pagherà questa politica infantile saranno i lavoratori e la città. E inutile indignarsi per queste ingiustizie se il giorno dopo ci si dimentica, se non si cambia radicalmente per non andare verso un lavoro schiavi. Se è vero che il prodotto e un’eccellenza riconosciuta, orgoglio della città, quasi sacro perché ti permette di mangiare, fonte primaria di vita, ugualmente eccellenti, fonte di orgoglio e sacri dovrebbero essere considerati quei lavoratori sfruttati che producono. Bisogna avere una visione profonda, non servono provvedimenti per tirare avanti, serve un piano con un concerto di azioni per rigenerare il territorio. Da qualche parte bisogna cominciare, mettendo al centro Loro, i lavoratori, insieme, il bandolo della matassa si trova perché di Loro si può avere fiducia.
Luigino Francovig