La maggioranza in consiglio regionale Fvg boccia la mozione per lo scioglimento di Forza Nuova e dei movimenti di ispirazione fascista

Non ci meraviglia che la maggioranza di centrodestra, anzi di destracentro che governa la Regione Fvg abbia bocciato una mozione antifascista. Non ci meraviglia perchè troppi sono gli episodi che hanno visto esponenti, anche di spicco della maggioranza, incianpare in dichiarazioni, quando non direttamente in comportamenti, che di democratico hanno molto poco. Basti citare le vicende migranti o l’estrema tolleranza quando non, l’aperto appoggio candidature comprese,  verso forze, i cui palesi richiami al ventennio nefasto, non sono certo casualità. Ci meraviglia semmai, scusando il bisticcio linguistico, la meraviglia del segretario del Pd Cristiano Shaurli che forse non ha ancora colto appieno la vera natura di alcune forze con le quali cerca, nonostante tutto, un improbabile dialogo. Intendiamoci, comprendiamo ed anche apprezziamo i suoi tentativi di riportare le vicende sul terreno istituzionale, nella speranza che prevalgono i dettati costituzionali alla furia ideologica, ma è evidente che, con chi non ha fatto i conti con il proprio passato diretto o indiretto,  è impossibile qualsiasi forma di mediazione. Basta aver sentito l’assessore Roberti  per rendersene conto, Roberti  ha infatti accusato le opposizioni di essere strumentali ed invece: “ha perso una buona occasione per fare chiarezza”, spiega il capogruppo di Patto per l’Autonomia Massimo Morettuzzo che aggiunge: “Non possiamo far finta di non sapere che anche alle recenti elezioni amministrative ci sono state delle presenze “inquietanti” nelle liste di partiti che fanno parte dell’attuale maggioranza in Consiglio regionale. Nel frattempo, spiega Morettuzzo, io dovrò difendermi dall’accusa di diffamazione in tribunale per aver detto che i personaggi di Casapound che lo scorso anno hanno fatto irruzione nell’aula del Consiglio regionale, sono stati eversivi e antidemocratici. Siamo al paradosso». Vale la pena allora ricordare quanto diceva diceva chiaramente Sandro Pertini “Con i fascisti non si discute, con ogni mezzo li si combatte”… dopo averli chiaramente identificati, aggiungiamo con modestia noi. Operazione non certo difficile in quell’aula consiliare che ne ha viste tante in passato, ma che oggi vede rigurgiti neofascisti più aggressivi di quelli espressi qualche decennio fa perfino dalla presenza del Movimento Sociale Italiano, che almeno aveva la consapevolezza della propria storia. I “manipoli” di oggi, negano senza negare con parole sempre sibilline, bivaccano davvero in consiglio regionale (come del resto in parlamento a Roma)  mischiati fra, i più o meno consapevoli, consiglieri di forze che almeno sulla carta dovrebbero essere lontane da quell’ideologia, ma che alla fine, sono utili idioti nella maggioranza a trazione sovranista.  Shaurli oggi scrive: “Non è bastato ricordare la storia di questi territori, le sofferenze patite qui sul confine orientale a causa dell’ideologia fascista, né ricordare la Risiera e i campi di concentramento di Visco e Gonars. Non è bastato ricordare devastazioni e feriti fra cittadini e forze dell’ordine avvenute poche settimane fa a Roma con una chiara matrice fascista e violenta a guida di Forza Nuova che giustifica ampiamente l’applicazione della legge Scelba. La maggioranza regionale ha detto No” alla mozione dal titolo chiarissimo ed inequivocabile: “Richiesta al Governo di scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti di ispirazione fascista”. In sostanza si chiedeva la condanna dei fatti di ottobre, culminati con l’assalto alla sede romana della CGIL. “Solitaria in un Consiglio regionale silente è stata la debole risposta dell’assessore Roberti che – sottolinea Shaurli – si è aggrappato a ‘matrici’ varie e sconosciute già maldestramente evocate da Giorgia Meloni, proponendo il ritiro per approfondire non si sa cosa. Per noi non c’è niente da approfondire sull’antifascismo e sulla condanna di atti violenti e fascisti. Dispiace non sia così per una maggioranza sempre più guidata dalla destra sovranista, e rammarica – aggiunge l’esponente dem – che da chi si professa liberale ci siano state solo alcune timide e afone non partecipazioni al voto”. Ed in effetti la scarna dichiarazione del capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Mauro Bordin sulla vicenda, fa ben comprendere di cosa si stia parlando. Scrive in una nota Bordin: “Anziché concentrarsi su un singolo episodio, riteniamo sia opportuno effettuare una riflessione complessiva che non si presti a strumentalizzazioni politiche”, in sostanza Bordin vorrebbe studiare o forse riscrivere la storia del fascismo e della Resistenza per arrivare, ed ecco il solito lancio in odore di “doppi estremismi”, ad una condanna unanime di “tutti i totalitarismi e comunque di tutti coloro che si dovessero rendere colpevoli di episodi di violenza”. Siamo sempre nel solco.. .. “sì ma le foibe”. Ed allora ci vengono in mente altre parole del compianto Sandro Pertini che oggi, a poche settimane dalla nomina di un nuovo Capo dello Stato e visti i nomi che ahìnoi circolano, spiegano molto dell’attuale situazione, e che forse necessiterebbe davvero di approfondimenti e non solo per il leghista Bordin. In un comizio  il 14 maggio del 1960, quando il Movimento sociale italiano ufficializzò il suo sesto Congresso per il 2 luglio a Genova, città medaglia d’oro alla Resistenza e vi fu una mobilitazione di protesta delle forze antifasciste, Pertini pronunciò un discorso di cui riportiamo alcuni spezzoni e che potrebbe essere pronunciato, attualissimo, anche oggi: “La Resistenza ha spazzato coloro che parlando in nome della Patria, della Patria furono i terribili nemici perché l’hanno avvilita con la dittatura, l’hanno offesa trasformandola in una galera, l’hanno degradata trascinandola in una guerra suicida, l’hanno tradita vendendola allo straniero. Ma perché, dopo anni, dobbiamo sentirci nuovamente mobilitati per rigettare i responsabili di un passato vergognoso e doloroso, i quali tentano di tornare alla ribalta? Ci sono stati degli errori, primo di tutti la nostra generosità nei confronti degli avversari. Una generosità che ha permesso troppe cose e per la quale oggi i fascisti la fanno da padroni, giungendo a qualificare delitto l’esecuzione di Mussolini a Milano….. Un secondo errore fu l’avere spezzato la solidarietà tra le forze antifasciste, permettendo ai fascisti d’infiltrarsi e di riemergere nella vita nazionale, e questa frattura si è determinata in quanto la classe dirigente italiana non ha inteso applicare la Costituzione là dove essa chiaramente proibisce la ricostituzione sotto qualsiasi forma di un partito fascista. Oggi le provocazioni fasciste sono possibili e sono protette perché in seguito al baratto di voti, i fascisti sono nuovamente al governo, si sentono partito di governo, si sentono nuovamente sfiorati dalla gloria del potere, mentre nessuno tra i responsabili, mostra di ricordare che se non vi fosse stata la lotta di Liberazione, l’Italia, prostrata, venduta, soggetta all’invasione, patirebbe ancora oggi delle conseguenze di una guerra infame e di una sconfitta senza attenuanti, mentre fu proprio la Resistenza a recuperare al Paese una posizione dignitosa e libera tra le nazioni”. Parole chiare quelle di Sandro Pertini e che trovano oggi, a 60 anni di distanza, il drammatico conforto nella realtà, perchè se è vero che il fascismo è stato un tumore maligno, i fatti dimostrano che bisognava estirparlo alla radice, non lasciando viva alcuna delle sue cellule, affinché non nascessero metastasi. Infatti a differenza del nazismo, per il fascismo non c’è stata una Norimberga, solo pochi sono stati giudicati e ancora meno hanno pagato. Molti, troppi, sono stati perdonati e reintegrati nei loro posti. Giustizia, polizia, apparato burocratico,  esercito e perfino mondo industriale, sono  usciti quasi indenni da una guerra devastante e da un regime che li aveva visti totalmente correi. Anche se è vero che c’era da ricostruire l’Italia devastata ed erano forti i condizionamenti da parte degli Stati Uniti che paventavano l’avvicinamento dell’Italia all’URSS, ma forse ancora di più per un collettivo desiderio di dimenticare in fretta lutti e tragedie, si è avuta una pacificazione che nei fatti ha lasciato intatto gran parte del sistema di potere generato nel corso del ventennio precedente. La storia ci racconta che è stato un errore gravissimo, perché i fascisti rimasero tali, o appena trasformati esteriormente, riciclati all’interno dei nuovi partiti, contagiandoli sotto, sotto, a quella criminale ideologia. Ed ora a decenni di distanza, figli e nipotini, sono ritornati. I più ottusi ancora ostentando saluto romano e camicia nera, ma i più con altri travestimenti, ma sempre con le stesse idee liberticide e antidemocratiche. In sostanza le cellule metastatiche di quel tumore si sono riprodotte, alcune in modo evidente, utilizzando perfino la simbologia e le parole del fascismo del ventennio, altre in modo più subdolo, sotto le spoglie del sovranismo, del razzismo e del suprematismo populista che non si fa alcuno scrupolo, perfino, ad abbracciare tesi antiscientifiche per cavalcare la protesta novax/pass  e magari ottenere per davvero restrizioni alla libertà, non quelle ridicole della cosiddetta “dittatura sanitaria”, ma quelle fatte di censura di libri e giornali, di congelamento dei diritti e perfino di antistorici ritorni a concetti di religione, patria e famiglia. Slogan che così come enunciati e branditi sono davvero un pericoloso ritorno al fascismo o quantomeno all’anticamera dell’illiberalismo. Aggiungiamo la precarizzazione di vite e lavoro e le macerie ci sono già, ma non basta cazzuola cemento e sudore, per ricostruire…  c’è davvero di che meditare.