M5S Trieste, confronto su “Salute e fragilità

Si è svolto ieri venerdì 26 febbraio il secondo incontro organizzato dal Movimento 5 Stelle di Trieste nella marcia di avvicinamento alle elezioni comunali.

L’evento online, introdotto da Alessandra Richetti (presidente della sesta circoscrizione di Trieste), ha permesso agli attivisti locali e a chi opera sul campo di confrontarsi su alcuni aspetti della sanità e delle politiche sociali, in particolar modo quelli legati all’assistenza agli anziani e alla disabilità.

E’ stato il consigliere regionale Andrea Ussai a dare il via al dibattito introducendo il capitolo dell’assistenza agli anziani. “Per Trieste il decremento della popolazione e il progressivo invecchiamento rappresentano una sfida che la città deve affrontare, sia in campo economico, sia per le scelte di promozione sociale e della salute – ha spiegato Ussai – Oltre che su politiche di invecchiamento attivo e contrasto alla solitudine (su cui abbiamo una Legge Regionale) dobbiamo investire di più sulla domiciliarità.”

Secondo Maria Teresa Squarcina, vicepresidente dell’associazione Goffredo de Banfield, “i servizi domiciliari sono sempre stati per il nostro sodalizio il faro per impostare le attività. Negli anni il modello dell’assistenza domiciliare è stato recepito dal settore pubblico ma nella realtà non c’è ancora una vera integrazione fra sanità e servizi sociali. Esiste poi anche un problema di informazione e insufficiente accompagnamento delle persone: risorse e misure ci sono ma molto spesso sono sconosciute ai cittadini o difficilmente accessibili”.

Adriana Panzera, consigliere M5S presso la quarta circoscrizione del Comune di Trieste, ha introdotto la seconda parte dell’incontro. “L’inclusione delle persone fragili è per noi una priorità. Per questo motivo reputo molto grave che i piani di zona siano fermi dal 2015 (con proroghe annuani arrivate fino al 2018), perché sono strumenti utilissimi per pianificare gli interventi, in generale nel campo delle politiche sociali, e quindi anche per affrontare efficacemente i problemi inerenti alle disabilità”.

I piani di zona, come definiti dal Comune di Trieste, sono lo strumento per la programmazione e l’organizzazione dei servizi alla persona a livello territoriale: una sorta di piano regolatore del sistema dei servizi sociali e sociosanitari su scala locale.

E’ intervenuta anche Chiara Marsilio Zacchigna presidente dell’associazione per l’indipendenza, l’autonomia e la sicurezza delle persone con disabilità (AIAS).

“Non vengono considerate le necessità delle persone disabili, specialmente di quelli più gravi, e non parlo solamente dei bisogni primari. Manca la cultura e la conoscenza della disabilità che non deve essere ghettizzata, i nostri ragazzi devono venir veramente integrati nella società e per fare questo è anche importante il luogo dove svolgere le attività assieme a loro. La nostra associazione non ha il chiodo fisso della sede storica di Villa Haggiconsta, se il Comune ci avesse fornito un’alternativa valida per i nostri ragazzi la avremmo accettata ma in tutti questi anni ci sono state solo promesse mai mantenute. Abbiamo vinto la battaglia per non vendere la villa ma ora non abbiamo risposte sulla ristrutturazione”.

Chiudendo l’incontro Elena Danielis, capogruppo M5S al Comune di Trieste, ha posto l’accento sulla necessità “di investire maggiormente sulla domotica e sull’assistenza domiciliare in modo da realizzare residenze che consentano all’anziano di evitare l’accesso alla casa di riposo, e di istituire in Comune la figura del disability manager per migliorare l’accessibilità della città”, mentre Alessandra Richetti ha rilevato come la pandemia e i periodi di lockdown hanno di fatto modificato il ruolo del primo cittadino perchè “ora il sindaco deve andare oltre a quelle che sono le ordinarie attribuzioni di legge, deve farsi carico di sviluppare una risposta articolata a quelli che sono i nuovi bisogni generati anche dal senso di solutidine, integrando i servizi e i ruoli svolti dalle altre istituzioni pubbliche e private”.