Migranti: Le reazioni sulle violenze al Cpr di Gradisca
Cgil: Stop violenza, stop segregazione: i Cpr piaga della democrazia
I video sul pestaggio avvenuto all’interno del Cpr di Gradisca d’Isonzo pone per l’ennesima volta in drammatica evidenza il tema delle condizioni di vita e di lavoro all’interno di queste strutture. La segreteria della Cgil del Friuli Venezia e la Camera del Lavoro di Gorizia condannano senza se e senza ma l’uso della violenza e chiedono alla magistratura di fare piena luce sull’episodio e sui suoi eventuali responsabili, a tutela non solo della vittima, ma anche dei lavoratori estranei a quanto avvenuto.
Ribadiscono inoltre l’appello alla chiusura di questi centri, vere e proprie prigioni dove sia i cittadini stranieri trattenuti sia i lavoratori, dalle forze dell’ordine al personale delle cooperative coinvolte nella gestione, sono costretti a vivere e a operare in condizioni inaccettabili. Il frequente ricorso a forme di segregazione e violenza, le condizioni igieniche e alimentari, i buchi neri nella gestione dei Cpr sono fatti all’ordine del giorno e che dovrebbero portare, in un Paese che voglia definirsi civile, a chiudere queste strutture e individuare forme di accoglienza in grado di garantire il rispetto dei diritti individuali e la dignità delle persone trattenute.
L’attuale Governo si sta muovendo purtroppo in direzione opposta: lo dicono le decine di milioni buttati in Albania per replicare anche all’estero il modello dei Cpr, lo dice un decreto sicurezza in virtù del quale un cittadino straniero trattenuto in queste strutture può essere incarcerato solo per aver espresso la propria protesta e il proprio dissenso. La Cgil lo ha chiesto più volte e lo ribadisce in questa occasione: i Cpr sono una piaga della democrazia e una vergogna per il nostro Paese e per il Friuli Venezia Giulia, espressione di un sistema abominevole che non può essere ripensato, ma va semplicemente abolito.
Honsell: auspico un‘immediata indagine su ciò che è comparso al centro per il rimpatrio di Gradisca
“Le immagini comparse oggi su uno dei più diffusi quotidiani nazionali sul Centro per il Rimpatrio di Gradisca non possono lasciare
indifferenti per crudezza e violenza. Auspico che sia scattata immediatamente un’indagine per evitare che tali atrocità possano ripetersi. Anche se tale barbarie non avesse più a ripetersi, non possiamo dirci umani, se manteniamo strutture crudeli come queste, che rinchiudono pochi capri espiatori, di un fenomeno, quello delle migrazioni, che da sempre è stato uno dei motori della Storia. Privare delle libertà più elementari chi ha compiuto un reato amministrativo è inaccettabile per una regione che si pensa civile. Da tempo, chiediamo la chiusura di queste strutture che sono ormai il simbolo di una società che ha perso i più elementari valori di solidarietà umana”. Così si è espresso Furio Honsell Consigliere Regionale di Open Sinistra FVG.
Fasiolo (Pd), ancora violenze al Cpr Gradisca, va chiuso
«L’ennesimo episodio di violenza al Cpr di Gradisca non può che confermare quello che da tempo diciamo: queste strutture vanno superate e chiuse definitivamente proprio per la situazione inumana in cui si trovano sia i migranti, sia le forze dell’ordine». Lo afferma la consigliera regionale Laura Fasiolo (Pd) commentando l’ennesimo episodio di violenza nel Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Gradisca d’Isonzo, sul quale ha presentato una mozione proprio per impegnare la Giunta regionale ad attivarsi nei confronti del Governo per chiederne il superamento.
«La struttura-mostro di Gradisca da 20 anni raccoglie infinita disperazione, assenza di umanità. È necessario sicuramente fare luce sui video diffusi in queste ore, ed è altrettanto necessario che intervengano i ministri dell’Interno e della Giustizia per eliminare in modo definitivo i centri Cpr, a Gradisca e ovunque. Questo è l’ennesimo grave segnale di disperazione, di depressione, deprivazione culturale e di stress generalizzato di una struttura che non può più esistere».
Migranti. Capozzi (M5S): Da Cpr Gradisca immagini crudeli, stop a struttura inadeguata
“Le drammatiche immagini circolate nelle ultime ore e provenienti dal Cpr di Gradisca sono crudeli e testimoniano una situazione difficile, dimostrando tutta l’inadeguatezza di una struttura della quale chiediamo da sempre la chiusura”. Lo evidenzia in una nota stampa la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), prendendo la parola in merito ai recentissimi fatti di cronaca legati al Centro per il Rimpatrio di Gradisco d’Isonzo (Gorizia). “Nella struttura isontina – aggiunge l’esponente pentastellata – ci sono, da una parte, gli agenti sotto organico, ai quali va la nostra solidarietà, che lavorano in condizioni difficili. Dall’altra, invece, ci sono migranti che vivono in una situazione ambientale peggiore persino rispetto al carcere, dove non è improbabile che si creino situazioni di tensione e dove vengono calpestati i diritti, nonché anche la dignità umana”. “Non condividiamo questo sistema dell’accoglienza – precisa Capozzi, come già fatto in numerose circostanze passate – che si rivela lacunoso e fallimentare. E, nel suo ambito, un esempio estremamente lacunoso è costituito proprio dai Cpr”. “Quello che è accaduto – conclude Capozzi – deve essere pertanto oggetto di un’approfondita indagine per comprendere e appurare cosa sia realmente successo”.
Badin (Avs): chiusura Cpr di gradisca ancora più urgente
Alla luce del violento pestaggio consumatosi il 16 giugno nel CPR di Gradisca d’Isonzo, reso noto oggi dalle immagini choc pubblicate da la Repubblica, Sinistra Italiana Friuli Venezia Giulia esprime la propria sdegnata condanna e richiede con urgenza l’immediata chiusura della struttura.
“Il video che ritrae migranti brutalmente picchiati da agenti è l’ennesima prova che i CPR sono istituzioni disumane”, dichiara Sebastiano Badin, Segretario regionale di Sinistra Italiana FVG. “Quella di Gradisca non è una casualità, ma la logica conseguenza di un sistema basato sulla detenzione amministrativa di esseri umani colpevoli solo di cercare dignità. Qui, come in altri lager italiani, si muore e si subisce violenza strutturale. Ricordiamo l’atroce morte di Vakhtang Enukidze nel 2022, le rivolte represse con la forza, le denunce di torture.”
Badin sottolinea l’assurdità giuridica e morale dei CPR: “Deteniamo persone senza che abbiano commesso alcun reato, in condizioni disumane che alimentano violenza e disperazione. Lo Stato è complice se continua a finanziare queste fabbriche di sofferenza. Presenteremo nei prossimi giorni un’interrogazione parlamentare urgente, attraverso i parlementari di Alleanza Verdi e Sinistra, per chiedere conto al Governo di quanto accaduto, sollecitare ispezioni indipendenti e pretendere la dismissione definitiva del CPR di Gradisca”.