Nasce il “fondo per l’inclusione digitale” sull’esempio del claudicante fondo di contrasto alla povertà educativa minorile

Il fondo sarà digitale la destinazione del denaro “analogico”. Desta perplessità il fatto che il Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, e il presidente di Acri, Francesco Profumo, hanno siglato un protocollo d’intesa che definisce le modalità d’intervento del Fondo per la Repubblica Digitale. Il Fondo ha l’obiettivo di accrescere le competenze digitali degli italiani, sostenendo progetti rivolti alla formazione e all’inclusione digitale. In base al più recente Digital Economy and Society Index (DESI) della Commissione Europea, il 58% della popolazione italiana tra i 16 e i 74 anni (26 milioni di cittadini) non ha le competenze digitali di base, rispetto al 42% della media Ue. Questo ritardo produce un impatto non solo sulla reale “cittadinanza digitale”, ovvero sull’accesso ai servizi digitali della pubblica amministrazione da parte di tutti i cittadini, ma determina anche uno dei maggiori freni allo sviluppo del Paese. In questo scenario intende intervenire il Fondo per la Repubblica Digitale nel periodo 2022-2026, mutuando l’esperienza del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, istituito nel 2016 grazie a un partenariato tra Governo, Fondazioni e Forum del Terzo settore. I risultati per quanto riguarda la povertà educativa non sono stati eclatanti e quindi sapere che il Fondo Repubblica Digitale userà le stesse metodologie non è rassicurante, Comunque il fondo selezionerà progetti da finanziare tramite bandi a cui potranno partecipare soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e soggetti del Terzo settore, da soli o in partnership. Particolare attenzione verrà riservata alla valutazione d’impatto dei progetti realizzati. Speriamo non si tratti del solito metodo di finanziamento a seoggetti, che pur svolgendo importanti funzioni non sempre garantiscono qualità e trasparenza.  Il Fondo, istituito con il decreto-legge del 6 novembre 2021, n. 152, art.29 (convertito con modificazioni dalla legge 29 dicembre 2021, n. 233), sarà alimentato dai versamenti effettuati dalle Fondazioni di origine bancaria, per un importo complessivo previsto di circa 350 milioni di euro. A fronte dei versamenti operati, alle Fondazioni verrà riconosciuto un credito d’imposta, pari al 65% per gli anni 2022 e 2023 e al 75% per gli anni 2024, 2025 e 2026. La governance del Fondo prevede un Comitato di indirizzo strategico, composto da 6 componenti, designati pariteticamente dal Governo e da Acri, cui è attribuito il compito di definire le linee strategiche, le priorità d’azione, la verifica dei processi di selezione e di valutazione dei progetti, e un Comitato scientifico indipendente, a cui è affidato il compito di monitorare e valutare l’efficacia ex post degli interventi finanziati. Entro sei mesi verrà individuato un soggetto attuatore del Fondo, che si occuperà di tutte le attività operative, come la redazione dei bandi, l’istruttoria ex ante delle proposte di progetto, la loro selezione e approvazione, le attività di comunicazione. Il Comitato di indirizzo strategico è composto da: Daria Perrotta (Presidente), Michele Bugliesi, Luca de Angelis, Anna Gatti, Federico Giammusso, Francesco Profumo. I soggetti interessati, soliti noti, sono avvertiti. Iniziate  progettare perchè le fette di torta non saranno infinite