Niente più respingimenti ai confini: sono pratica illegale

Un deciso no ai respingimenti di migranti ai confini. Questa in estrema sintesi la posizione espressa dai  i due parlamentari Riccardo Magi, presidente di Più Europa, e Matteo Orfini del Pd, nel corso della conferenza stampa che ha chiuso la loro visita in terra di confine. Visita – spiega Magi – che arriva due giorni dopo una nuova presa di posizione del governo su questo tema quindi, secondo i due esponenti politici nazionali i respingimenti informali al confine italo-sloveno non solo sono illegali ma non riprenderanno. Spiegano meglio Magi e Orfini, le riammissioni informali di migranti che chiedono protezione internazionale sono atti illegittimi, perché non può esistere un atto informale, e quindi non impugnabile, che porta una persona da uno stato ad un altro stato, a prescindere dalla sua condizione giuridica. Non si tratta di una sottigliezza o di un cavillo legale, ma di una delle basi del diritto.  I due parlamentari hanno snocciolato i numeri di una “vicenda che riguarda tutta l’Europa, non solo il nostro Paese”. Secondo Orfini “il fenomeno è inaccettabile ed intollerabile: siamo di fronte ad una questione enorme”. Quelle che per le associazioni rappresentano veri e propri respingimenti, avrebbero coinvolto, secondo i dati menzionati da Magi e Orfini, un migliaio di persone tra il maggio 2020 e il gennaio di quest’anno. “Dietro alle riammissioni c’è una pratica a catena, tra i vari Paesi lungo la rotta balcanica” ha detto Magi.  Alla conferenza stampa era presente Gianfranco Schiavone, presidente di Ics secondo cui “la vicenda è stata trattata come una cosa possibile ma illegale e poi un qualcosa su cui si poteva avere un’opinione. Il ministero sapeva di dire una cosa illegale”. Un tema che è stato al centro anche del confronto fra i parlamentari e il prefetto di Trieste Vardè. Dalla conferenza stampa, anche perplessità sull’utilità delle pattuglie miste italo-slovene. Si svolgono – di questo tipo – otto servizi al mese, di cui sei in Slovenia e due in Italia, spiegano i parlamentari: e anche questo dato da solo basta a dimostrare che servono a creare un clima mediatico-politico più che servire ad una reale gestione dei flussi migratori.