No OGM in FVG, no in Italia, no in Europa

Mi fa molto piacere la dichiarazione del Segretario regionale del PD Shaurli pubblicata su Friulisera dove si esprime apprezzamento sul pronunciamento della Corte di Giustizia europea riguardante la legittimità della legge regionale sul divieto di coltivare OGM, cioè mais geneticamente modificato, in FVG. Da almeno cinque anni, come Comitato Stop TTIP, siamo sul tema assistiti dal prof. Gianni Tamino, Professore di biologia ex europarlamentare europeo dei Verdi che più volte ha disquisito in alcuni nostri dibattiti pubblici sul tema, segnalando l’estremo pericolo dell’uso di queste procedure sulla salute umana.
Quali sono gli elementi che rendono gli OGM aggressivi per la salute umana? I cibi derivati da coltivazioni OGM nascondono rischi per la salute dell’uomo, anche se non è possibile parlare di danni certi, ma solo di rischi potenziali, come ci ha spiegato più volte con onestà il prof. Gianni Tamino, biologo, già europarlamentare. Ogni volta che si ingerisce un prodotto alimentare transgenico, questo può provocare allergie o intossicazioni che possono produrre effetti a distanza di tempo. E’ il caso, ad esempio, della patata “Amflora” della BASF (Bayer-Monsanto), patata autorizzata dalla Commissione Europea per usi industriali, ma con sottoprodotti impiegabili come mangimi. Questa patata transgenica contiene fattori di resistenza a ben due antibiotici, kanamicina e neomicina, ancora utilizzati in medicina umana. Per queste ragioni l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Agenzia europea per i farmaci erano contrarie all’autorizzazione. Fortunatamente in data 13 dicembre 2013 il Tribunale dell’Unione europea ha annullato l’autorizzazione concessa dalla Commissione Europea.
Cosa dice la legge regionale sugli OGM in Fvg? Da precisare innanzitutto che l’articolo 2.1 della legge regionale Friuli-Venezia-Giulia n. 5 dell’8 aprile 2011, recante disposizioni relative all’impiego di organismi geneticamente modificati (OGM) in agricoltura, esclude la coltivazione di granoturco geneticamente modificato per evitare la presenza accidentale di OGM nelle colture convenzionali e biologiche di mais nel territorio del Friuli Venezia Giulia. E’ da ricordare che successivamente il proprietario di un’azienda agricola nel territorio FVG, il 9 maggio 2015 ha messo in coltura una varietà di mais geneticamente modificato MON 810, ed è perciò stato sanzionato in via amministrativa. Nel giudizio d’impugnazione contro l’ordinanza sanzionatoria, il giudice italiano si è rivolto alla Corte di Giustizia europea per sapere se il divieto, ai sensi dell’articolo 2.1 della legge regionale 5/2011, di coltivare mais geneticamente modificato nel territorio della regione FVG sia conforme al diritto dell’Unione. Come si è pronunciata la Corte di Giustizia europea? Ed ecco oggi l’ultima parola in merito. La Corte ricorda che la direttiva 2001/18 ha mirato a ravvicinare le disposizioni degli Stati membri e a proteggere la salute umana e l’ambiente quando si procede all’emissione deliberata di OGM nell’ambiente. Per raggiungere questi obiettivi, le modalità di emissione sono sottoposte ad autorizzazioni che implicano una valutazione e un monitoraggio dei rischi per la salute umana e l’ambiente. Ricordiamo che già il regolamento 1829/2003 stabiliva, per quanto riguarda gli alimenti e i mangimi geneticamente modificati, un elevato livello di protezione della vita e della salute umana, della salute e del benessere degli animali, dell’ambiente e degli interessi dei consumatori, garantendo nel contempo il corretto funzionamento del mercato interno e introducendo un controllo di tali prodotti e alimenti. Con l’articolo 26 bis della direttiva 2001/18 gli Stati membri possono (purtroppo, non si scrive che devono) adottare le misure necessarie per evitare la presenza accidentale di OGM in altri prodotti. La Corte aggiunge poi un elemento che ci può effettivamente lasciare perplessi, lo trascrivo col virgolettato, “…che bisogna consentire ai produttori e ai consumatori di scegliere tra la produzione biologica, la produzione convenzionale e la produzione con l’impiego di OGM”. E noi, dal nostro punto di vista ci chiediamo: “Queste differenze appariranno in etichetta…..???” Come vedete, la questione non è del tutto chiara e i cittadini sono lasciati ancora in balia di legislazioni non del tutto omogenee tra leggi regionali, nazionali ed europee, vorrei suggerire al segretario del Pd un ulteriore impegno presso tutte queste Istituzioni. Noi come Comitato Stop TTIP siamo degli osservatori testardi, facciamo informazione e ci auguriamo che venga applicato soprattutto sul cibo quel principio di precauzione, vero chiavistello di civiltà…ogni prodotto deve essere esaminato a monte, prima della produzione e della commercializzazione, la salute dei cittadini e dell’ambiente innanzi tutto.
Emilia Accomando