Palazzo Antonini del Palladio ufficialmente di proprietà dell’Ateneo: firmato ieri l’atto di donazione

È ufficiale: con l’atto di donazione firmato ieri nella sede del Rettorato dell’Università di Udine davanti al notaio Pierluigi Comelli e alla presenza del rettore Alberto De Toni, lo splendido “Palazzo Palladio”, ex sede della Banca d’Italia (fino al 2009) in via Gemona n. 1, e l’annesso parco, che rientra fra i giardini storici della città, con accesso principale da piazza I Maggio, appartengono ora all’ateneo friulano.

Alla firma del documento, che ha reso definitivo un passaggio in cantiere da tempo, hanno preso parte, oltre al donatore, prof. Attilio Maseri, cardiologo di fama mondiale e medico di fiducia della Regina Elisabetta II d’Inghilterra e del Papa, e al rettore dell’ateneo, il direttore generale dell’ateneo, Massimo Di Silverio, e in qualità di testimoni la dottoressa Anna Zaina e il dottor Enrico Coccolo, collaboratore fiduciario del prof. Maseri, che aveva già donato all’Università la prestigiosa Biblioteca Florio.

Presente anche Luigi Bettoni, direttore regionale della Banca d’Italia, dalla quale il prof. Maseri ha acquistato l’immobile e il parco, e che insieme al direttore generale Salvatore Rossi, ha reso possibile l’operazione.

Il complesso architettonico di grande pregio artistico e architettonico, d’ora in avanti si intitolerà “Palazzo Antonini-Maseri”, ha annunciato il rettore De Toni, esprimendo la sua gratitudine, “insieme a quella di tutto il corpo accademico e di tutto il nostro personale tecnico amministrativo, degli studenti, delle loro famiglie”, al prof. Maseri «che noi consideriamo un benefattore e un grande esempio da seguire». In sala anche numerosi altri esponenti dell’università: il prof. Cesare Scalon, già docente e decano dell’ateneo friulano, Paolo Cerutti componente del cda e in quella sede rappresentante del mondo culturale cittadino, i dirigenti dell’ateneo Giampaolo Proscia (Direzione Servizi Operativi) e Fabio Romanelli (Direzione risorse umane e affari generali).

A tutti gli astanti il rettore De Toni ha espresso un ringraziamento per aver a vario titolo e con competenze diverse alla realizzazione di un «momento davvero storico per l’ateneo, ma anche per la città di Udine e il Friuli tutto». I convenuti hanno a loro volta espresso il proprio apprezzamento per «una soluzione della vicenda del Palazzo Palladio che davvero è la migliore che si potesse trovare», tributando a Maseri un caloroso applauso. E il protagonista dell’operazione, con la consueta sobrietà ha solo espresso da parte sua l’auspicio che «tutto questo serva ad esempio ad altri che possano donare all’università quello che hanno in più, in modo che l’ateneo possa darsi un’organizzazione sempre migliore e gli studenti abbiano la possibilità di progredire e di fare le cose che li aiutino a crescere».

«Attorno al palazzo Palladio, unico edificio palladiano che abbiamo in regione e uno dei palazzi più prestigiosi del Friuli Venezia Giulia – ha detto De Toni – si svilupperà un progetto urbanistico di interesse per la città. A breve – ha aggiunto il rettore – partiranno delle iniziative e abbiamo incontrato lo scorso 14 febbraio l’assessore comunale di Udine Giovanni Barillari, con delega ai Rapporti con l’Università. È già in programma la firma di una convenzione tra ateneo e amministrazione civica nel quadro della rete europea Unitown delle città universitarie, che avverrà sabato 4 maggio in mattinata proprio nella cornice del Palazzo Palladio». Il rettore ha poi colto l’occasione per ringraziare il direttore generale della Banca d’Italia Salvatori Rossi presente a Udine alla inaugurazione del XXXVII anno accademico 2014-2015 il 19 gennaio 2015. «Lo abbiamo avuto come ospite cinque anni all’inaugurazione dell’anno accademico – ha ricordato – e da quell’incontro è nato il percorso che ha portato al compimento oggi di questa operazione».

Il direttore regionale della Banca d’Italia, Luigi Bettoni, ha sottolineato la soddisfazione dell’istituto «perché avevamo un’oggettiva difficoltà a vendere un immobile di questo genere nell’attuale contesto economico – ha spiegato -, ma il fatto che lo stabile sia stato rilevato da un benefattore e che vada a una destinazione pubblica, legata all’università locale, è dal nostro punto di vista la migliore destinazione possibile». Bettoni ha poi annunciato che si sta anche regolando la cessione e il passaggio di proprietà del Palazzetto annesso al Palazzo Palladio. «Lo cederemo all’Università – ha detto – e così costituirà un complesso unico legato dal parco che l’ateneo potrebbe utilizzare come spazio per uffici e insegnamento, accanto allo spazio di rappresentanza». A questo proposito, il rettore ha confermato che l’operazione per l’acquisto di questo immobile si trova in una fase già avanzata.

Nell’atto di donazione, si legge che il prof. Maseri dona «il diritto di piena proprietà dell’immobile e degli annessi” all’Università di Udine», che, per mezzo del rappresentante in atto «esprime la gratitudine dell’Ente rappresentato, accetta e riceve lo stesso diritto».

Nel dettaglio, la donazione comprende il parco secolare retrostante il fabbricato, la striscia di area scoperta posta sul lato Est del fabbricato, il corpo di fabbricato “Palazzo Antonini o del Palladio”, composto da piano sottostrada, piano terra, primo, secondo, terzo e quarto piano, un piccolo vano chiuso a uso serra da giardino posto sul lato Nord del parco e un vano ad uso ripostiglio posto sul lato Sud del parco. Fanno parte del trasferimento anche alcune opere d’arte appartenenti a epoche diverse, tra cui le sei statue in gesso poste nel Parco monumentale denominate: Venere del Canova, Diana di Gabies, Ebe di Thorvaldsen, Vergine spartana, Fauno danzante, Fauno, che ripropongono noti esempi della statuaria classica e neoclassica.

Note sul palazzo Palladio. Commissionato ad Andrea Palladio da Floriano Antonini, esponente di una delle famiglie più in vista dell’aristocrazia udinese, il progetto è datato 1556 e il cantiere si chiuse nel 1595. Nel corso del Seicento almeno due campagne di lavori modificarono pesantemente l’aspetto dell’edificio, arrivando a sostituire tutte le finestre, tranne quella sulla destra della loggia nel prospetto posteriore, e le scale interne. Nel 1709 Martino Fischer realizzò gli apparati decorativi, contribuendo a snaturare gli interni palladiani. Dell’originario progetto rimangono la planimetria, escluse le scale, e la volumetria generale, le logge anteriori e posteriori e gli elementi della “Sala a quattro colonne” (fonte: Centro di Studi di Architettura Andrea Palladio – https://www.palladiomuseum.org/mediateca).
Il palazzo è stato per più di un secolo sede della Banca d’Italia di Udine, dal 1900 fino al 2009, quando gli uffici furono trasferiti nella sede di Trieste. L’edificio si caratterizza per una splendida facciata a semicolonne ioniche e per il magnifico parco di 3 mila metri quadrati, che collegano l’edificio affacciato su via Gemona e piazza Antonini alla piazza I Maggio.