Pesanti critiche del Patto per l’Autonomia alle scelte finanziarie della Giunta Fedriga: Moretuzzo: «Inaccettabili discriminazioni fra Comuni»

Pesanti critiche arrivano dal capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, sulla scelta della Giunta Fedriga delle opere da finanziare in assestamento di bilancio attraverso la «cosiddetta “concertazione” che in realtà non ha concertato proprio nulla con moltissimi Comuni evidentemente poco allineati all’amministrazione regionale e che sono stati fortemente penalizzati nella distribuzione delle abbondanti risorse disponibili».

Moretuzzo parla di «una modalità politicamente e operativamente inaccettabile, per cui il tema della collaborazione fra amministrazioni locali e fra Comuni e Regione, in una prospettiva di investimenti che abbiano una valenza sovracomunale, è totalmente saltata. Si è tornati all’epoca della negoziazione bilaterale fra assessore regionale e sindaco, che periodicamente deve recarsi con il cappello in mano a Trieste per elemosinare le risorse che servono al suo territorio. Un modo vergognoso di intendere i rapporti istituzionali. Vero è che un occhio di riguardo per i Comuni amici c’è sempre stato, ma ora si è superato ogni limite».

Si tratta dell’«ennesimo segnale che il mondo degli enti locali è in una situazione drammatica, con la riforma Roberti che ha distrutto quel che restava delle Uti, ma non è riuscita a costruire proprio nulla, visto che le Comunità nate spontaneamente sono solo 3 in tutta la regione. Nel frattempo – continua Moretuzzo – si continua a riempire di risorse gli Enti di decentramento regionali (Edr), in attesa che magicamente diventino quegli enti elettivi che il centrodestra aveva promesso in campagna elettorale: per ora sono solo un pozzo senza fondo di risorse e personale sprecati».

C’è poi un rischio molto concreto in quest’ultima tornata di assestamento di bilancio: che i Comuni non riescano ad utilizzare i 200 milioni di euro previsti per il finanziamento di lavori pubblici nel prossimo triennio a causa della ormai cronica carenza di organico, con uffici sguarniti di personale e numerosi dipendenti costretti a svolgere mansioni non previste nel proprio contratto, e di una normativa sugli appalti inadeguata. «Come Gruppo Consiliare abbiamo depositato una proposta di legge che ancora non ha trovato spazio nel dibattito. In un momento economicamente e socialmente complesso come l’attuale, questo è un tema decisivo per l’economia locale e per le piccole-medie aziende del Friuli-Venezia Giulia, a cui teniamo molto. I Comuni sono spesso costretti a tenere nel cassetto centinaia di milioni perché non riescono a far partire le gare. Serve una nuova norma regionale e una norma di attuazione dello Statuto di autonomia che la renda operativa e inattaccabile».