Prosegue a Pordenone la querelle giudiziaria fra il Sindaco Ciriani ed il presidente regionale di Legacoop sociali Bettoli

La vicenda giudiziaria si trascina da tempo e vede protagonisti il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani e il presidente regionale di Legacoop sociali Gianluigi Bettoli. Andiamo al 27 giugno 2017 quando il Gip del Tribunale di Pordenone dispose l’archiviazione del “procedimento avviato (nel 2015) sulla base dell’esposto della scrivente Legacoop sociali riguardo ad una serie di fatti riguardanti gli affidamenti di lavori ad una cooperativa trevigiana, “I Tigli 2” di Gorgo al Monticano e la posizione del Ciriani all’interno della cooperativa in questione che secondo Bettoli era irregolare con un pesante conflitto di interesse. “Non entriamo nel merito delle decisioni della Magistratura riguardanti la persona aveva dichiarato Gigi Bettoli – anche se ci permettiamo di notare l’incongruenza tra la motivazione assolutoria, basata sul fatto che «il rapporto di lavoro che legava il dott. Ciriani alla cooperativa […] era un contratto di lavoro a progetto”, pertanto […] non era formalmente investito di funzioni gestionali nell’ambito della cooperativa» con l’evidenza, negli atti pubblici, che lo stesso dal «2014→oggi [è ] (2017 ndr) Impiegato Commerciale – Componente Consiglio di Amministrazione I Tigli 2 […]» e che sulla sua pagina facebook egli si descrive come «responsabile commerciale presso» la stessa cooperativa”.
“Riteniamo invece importante che l’inchiesta della Guardia di Finanza abbia confermato in pieno quanto da noi denunciato (rilevando anzi aspetti che non conoscevamo) – aggiunge Bettoli – e già riportato dalla stampa. Ora starà agli organi amministrativi, in primo luogo la Regione, decidere come proseguire con convenzioni di cui è stata appurata la dubbia esistenza dei presupposti. In estrema sintesi, ricordando quanto fu scritto allora sulla stampa locale: avevamo «realizzato una lunga inchiesta sui conflitti di interesse di Alessandro Ciriani, tra l’autunno 2014 e l’estate [2015]»”.
In sostanza l’azione di Legacoop sociali nasceva dal fatto che l’associazione aveva sottoscritto «una convenzione tra Provincia ed associazioni imprenditoriali e della cooperazione, per l’attivazione di uno strumento per l’inserimento lavorativo dei disabili. Trattasi della cosiddetta “convenzione triangolare”, con cui le aziende private possono assolvere ad una quota (minimale) di assunzioni obbligatorie di disabili conferendo attività economiche a cooperative sociali”. “Ad attivare la nostra curiosità (sulla posizioni del Ciriani ndr) , con una dichiarazione-boomerang – conclude Bettoli – fu proprio uno dei funzionari segnalati nell’esposto alla Procura della Repubblica di Pordenone, presentato nell’agosto [2015]. Esposto nel quale si è indicato sia il percorso logico, che la documentazione raccolta, che raggiunge il complesso di 96 pagine. La sintesi, molto semplificata, è che il Presidente della Provincia Alessandro Ciriani affidava attività economiche ad una cooperativa di cui il commerciale per la provincia di Pordenone era Ciriani Alessandro»”. Ma la querelle è proseguita perchè è iniziato il procedimento seguito ad una denuncia per diffamazione questa volta da parte del Ciriani verso il Bettoli, non per l’esposto sulla sua posizione nella “I Tigli 2” ma perchè Bettoli avrebbe dato del fascista a Ciriani, era il 26 aprile 2016. Più precisamente la denuncia per diffamazione mezzo stampa e internet avvenne quando Ciriani era candidato sindaco del centrodestra e si riferirebbe alla descrizione fatta di «neofascista non pentito». Di ieri invece lo sfogo “sfogo” postato dal Bettoli che stigmatizza come la stampa locale pordenonese stia trattando la vicenda, scrive Bettoli ai Capo redattori di Gazzettino e Messaggero Veneto: “Bello spazio, quello di ieri sull’ennesima puntata del processo per antifascismo intentatomi dal podestà naoniense. Per quanto mi riguarda, sono dell’idea pannelliana che “non importa come se ne parla, purché se ne parli”. E credo che il peccato originale del “nostro” sia la cosa di cui egli vorrebbe meno si parlasse. Certo che a forza di fare in fretta, non coltivando gli archivi come meriterebbe, ambedue i quotidiani locali hanno dimostrato di essere smemorati, fidandosi del parere dei legali di Ciriani. Prima che lui mi denunciasse (per un’evidente vendetta), non è che non era successo niente. Semplicemente, avevo scoperto le sue malefatte in materia cooperativa sociale; il fatto che poi la Procura di Pordenone processi me per antifascismo, ed abbia archiviato il procedimento nei suoi confronti per gravi conflitti di interesse, a dispetto delle risultanze è uno dei misteri gloriosi del sistema giudiziario cittadino”.