Salute: Celotti (Pd), carceri, la presenza sanitaria va migliorata
«Accanto al problema cronico di sovraffollamento, il carcere di Udine, nonostante i passi avanti fatti grazie al garante Sandra e al suo predecessore Corleone, si trova a fare i conti con forti criticità legate al sovraffollamento. In particolare la carenza del personale sanitario, evidenziata sia dal garante, sia da diverse associazioni e dagli stessi detenuti, va affrontata quanto prima». Lo afferma la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd) che attraverso un’interrogazione porta nuovamente in Aula le problematiche delle carceri regionali chiedendo alla Giunta regionale di chiarire lo stato dell’attuazione e dell’aggiornamento della rete regionale per l’erogazione dell’assistenza sanitaria negli istituti penitenziari del Friuli Venezia Giulia, con particolare riferimento all’assistenza sanitaria di base.
«La necessità di potenziare la presenza dei medici di base, degli infermieri e del personale del dipartimento di salute mentale e delle dipendenze, soprattutto se rapportata al numero dei detenuti, che si avvicina al doppio della capienza prevista, è una priorità, già più volte segnalata da più voci, che attraverso l’interrogazione porto nell’Aula del Consiglio regionale» continua Celotti ricordando che «a quasi dieci anni dalla delibera che nel 2016 definì che cosa la Regione, attraverso le Aziende sanitarie, era chiamata a garantire ai detenuti, è infatti necessario chiarire cosa stiamo facendo e cosa va migliorato, prioritariamente in termini di cura, ma anche di prevenzione». Il tema, secondo Celotti, «è di appropriatezza del servizio, anche alla luce del fatto che le carceri presenti in regione subiscono un forte sovraffollamento e che quindi il servizio sanitario deve essere calibrato sul reale numero dei detenuti presenti e sulle loro problematiche. Persone che in diversi casi presentano anche patologie di tipo psichiatrico e problemi di dipendenza, che richiedono specifici percorsi e specifico supporto, oppure problematiche comportamentali, che rendono difficile la permanenza e la convivenza e che meriterebbero la valutazione di soluzioni alternative, oltre alle patologie delle persone anziane e alle situazioni che si acutizzano e richiedono un monitoraggio sanitario costante».