Sanità Fvg in macerie, serve un piano Marshall per ricostruirla

E così l’assessore alla Salute Riccardi ha dichiarato che è pronto a dimettersi. Una finta? Un beau geste per aiutare l’amico governatore? Non credo. Riccardi è troppo intelligente per non rendersi conto che ormai il re è nudo, che dopo sette anni la verità è venuta fuori. Sono stati sette anni di annunci, inaugurazioni, passerelle, quindi esteriorità, ma di veramente concreto mi sembra assai poco, i molteplici annunci sono per lo più rimasti tali. E quando gli annunci non bastavano ecco lo scarico di responsabilità: i malati che vanno per niente in pronto soccorso, il 50% delle chiamate al 112 è inutile, sono i cittadini che chiamano per niente, i medici che prescrivono troppo e a vanvera, e via di questo passo.
Non è stata data l’attenzione che meritava all’allarme lanciato da un manager di alto profilo, Paolo Bordon, che ha denunciato l’assenza di programmazione sanitaria nella nostra regione. Ed era stato subito criticato dallo stesso governatore, che aveva ben capito la gravità dell’accusa. Già, se l’assessorato alla Salute non fa programmazione, che ci sta a fare?
Emblematico il via vai di direttori delle Aziende sanitarie in questi anni, i più bravi capivano e se andavano, chi restava era costretto a ruoli non esaltanti, spesso ridotti a una sorta di yes-men.
Sette anni fa, era il 2018, Riccardi fu nominato assessore alla Salute e ben presto gli addetti ai lavori si accorsero della carenza di programmazione, tanto che la prima legge di riforma proposta da Riccardi è stata sostanzialmente una pedissequa continuazione della riforma Serracchiani sia in ambito ospedaliero e che nella rete di emergenza.
Infatti, venivano mantenuti i tagli di posti letto, la soppressione di molti reparti ospedalieri, l’abnormità dei piccoli ospedali considerati ospedale unico con i primari a scavalco, e restavano l’accentramento delle Centrali 118 a Palmanova, l’esigua dotazione di automediche, la penalizzazione delle aree montane. E continuava anche una politica del personale considerato forza lavoro da sfruttare piuttosto che risorsa preziosa, le paghe tra le più basse d’Italia per medici e infermieri, progressioni di carriera ridotte al lumicino, repressione del dissenso. Allora si posero le condizioni per l’esodo di medici e infermieri verso lidi meno ostili, e nulla si è fatto di concretamente efficace per impedire la fuga dei professionisti, neppure quando arrivarono soldi a palate con i bilanci degli ultimi tre anni, con un aumento di 600 milioni di euro, che ha portato il bilancio sanità FVG a oltre 3 miliardi e mezzo, il 20% in più, rispetto all’incremento medio del 7% delle altre regioni italiane. Ma nonostante questa pioggia di denaro i LEA – livelli essenziali di assistenza – scendevano in modo preoccupante.
Recentemente Riccardi ha dichiarato una diminuzione dei tempi di attesa, ma sono numeri attendibili? Persiste il fenomeno della chiusura delle agende di prenotazione, per cui vi è un numero indefinito di richieste di prestazioni che non risultano registrate, e quindi non c’è traccia documentale del ritardo. Nonostante la legge vieti la chiusura delle agende e preveda pesanti sanzioni non sembra che fino ad ora la Regione abbia mai sanzionato i direttori inadempienti.
In conclusione, si spende di più, e tanto, per avere di meno, segno della grave inefficienza di gestione, che è sempre problematica in assenza di programmazione. E così neppure il privato si salva, infatti nonostante la pioggia di soldi non c’è stata la capacità di rinnovare le convenzioni con il privato accreditato, scadute nel 2023, per dare almeno un po’ di respiro alle liste di attesa.
Una débâcle dovunque si guardi.
Ritornando alle dimissioni offerte da Riccardi la stampa riporta che nessuno sembra voler raccogliere questa eredità, vista la difficoltà di por mano ad un servizio sanitario così degradato, che va avanti solo grazie alla professionalità e abnegazione di medici e infermieri, che continuano a lavorare nonostante tutto.
Rifondare la sanità eccellente di una volta è senz’altro un compito oltremodo arduo, ma la politica ha portato a questo e dev’essere la politica a riparare; quindi, che il governatore accetti le dimissioni di Riccardi, meglio prima che poi, e scelga un assessore all’altezza del compito, che sia espressione di tutta l’attuale maggioranza e che si affidi da subito a tecnici di alto profilo per pianificare e gestire la ricostruzione di una sanità in macerie. Pare come Dresda dopo i bombardamenti alleati, per cui occorre una sorta di piano Marshall e non può essere che la politica a svilupparlo.

Walter Zalukar Associazione Costituzione 32