Sanità FVG: Liguori interroga la Giunta sui posti letto per acuti in ASUFC pre e post piano-ferie

La Consigliera regionale Simona Liguori (Civica FVG) ha depositato oggi un’interrogazione alla Giunta per fare piena luce sulla situazione dei posti letto per acuti nell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale (ASUFC) anche alla luce del nuovo piano ferie 2025 che prevede numerose chiusure temporanee e riduzioni di attività nei presidi ospedalieri del territorio.

« Il piano ferie prevede la sospensione di 14 posti letto in medicina a Tolmezzo, la chiusura di 4 posti in medicina d’urgenza a Palmanova, la riduzione delle attività in cardiochirurgia, ortopedia, oncologia e in altri reparti chiave anche a Latisana e San Daniele. Tutto ciò di compromettere la continuità delle cure, soprattutto per i pazienti oncologici e acuti, e di mettere sotto ulteriore stress i Pronto Soccorso».

Liguori sottolinea anche le preoccupazioni espresse dai sindacati CGIL e Fials, che segnalano un pericoloso impatto su percorsi assistenziali non differenziabili e sul sovraccarico del personale.

«Il imbarco – cioè la permanenza prolungata dei pazienti in Pronto Soccorso in attesa di ricovero – è già una realtà quotidiana. Con meno posti letto disponibili, la situazione rischia di diventare esplosiva».

Nell’interrogatorio, la Consigliera chiede alla Giunta:

• un quadro aggiornato dei posti letto effettivamente disponibili nei vari ospedali (Udine, Palmanova, Tolmezzo, Latisana, San Daniele, ecc.);

• il numero di letti sospesi o ridotti per il periodo estivo 2025;

• quali misure di monitoraggio e intervento siano previste per garantire la continuità dell’assistenza e prevenire ulteriori criticità;

• e se esiste un piano di rafforzamento strutturale, anche sul fronte del personale, per ripristinare la piena operatività dei reparti post piano-ferie.

«Non possiamo accettare che i cittadini delle aree periferiche e montane restino senza accesso a servizi sanitari essenziali – conclude Liguori –. Serve un intervento deciso per rimettere in sicurezza il nostro sistema ospedaliero, oggi sempre più fragile».