Scuola e futuro: centrale la relazione con il territorio. Idee per la ripartenza. Moretuzzo: «Lavoriamo per creare scuole inclusive»

Dopo mesi di emergenza c’è ancora molto da fare per affrontare i problemi strutturali ed endemici della scuola, messi in risalto ancora più chiaramente dalla pandemia stessa. È quanto emerso dall’incontro “Scuola e futuro: idee per la ripartenza, dentro e oltre l’emergenza” nella sede della Camera di commercio di Pordenone-Udine, organizzato dal Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia. Una preziosa occasione di confronto tra esperti e addetti ai lavori su un tema chiave per il presente e il futuro delle nostre comunità che ha messo in evidenza la centralità della scuola e della sua relazione con il territorio, ma anche le responsabilità dell’amministrazione regionale nella gestione delle problematiche irrisolte: dal nodo dei trasporti al deficit di digitalizzazione, agli edifici scolastici vetusti che non permettono di rimodulare gli spazi interni anche in risposta all’emergenza Covid. Dall’incontro sono emerse proposte concrete per colmare le carenze della scuola e dei servizi scolastici in Friuli-Venezia Giulia e impostare cambiamenti virtuosi per l’avvenire. Paolo De Nardo, dirigente dell’Istituto Comprensivo 3 di Udine, ha evidenziato l’urgenza di un’analisi delle esigenze delle famiglie e delle diverse realtà territoriali dalla quale partire per intervenire sul dimensionamento scolastico. «Auspico la creazione di patti educativi territoriali e di poli scolastici 0/14 anni che bambine e bambini possano vivere anche fuori dall’orario scolastico». Da parte sua, Luca Peresson, docente di informatica al Liceo scientifico “Copernico” di Udine, nel segnalare le problematiche legate alla gestione dei big data e open data, ha auspicato l’attivazione di piattaforme da gestire a livello regionale – «questo implica responsabilità e gestione dell’efficienza, sgravando nel contempo i dirigenti scolastici da compiti che non competono loro» – e l’avvio di percorsi di alfabetizzazione digitale per ragazzi e adulti, «le cui lacune sono state evidenziate dall’introduzione della didattica a distanza». Per Ivano Marchiol, referente di Spazio Udine, «vanno ripensati e riorganizzati gli spazi urbani a favore delle persone che li vivono, anche per superare le criticità del trasporto scolastico fuori controllo nei centri maggiori con gli inevitabili, conseguenti, accalcamenti degli studenti». Una situazione che si può contenere: «La Regione indirizzi risorse ai Comuni per avviare dinamiche di trasporto comunali», ha proposto Marchiol. A chiudere la carrellata degli interventi, coordinati da Chiara Targhetta, attivista di PAS – Priorità Alla Scuola Udine, il movimento in prima linea per una scuola pubblica, laica, inclusiva, solidale e di qualità, è stato il capogruppo del Patto per l’Autonomia in Consiglio regionale, Massimo Moretuzzo, che ha assicurato di mantenere alta l’attenzione sulla scuola, e in particolare sui temi del tracciamento dei contagi («Ci auguriamo che siano stati fatti dei passi in avanti nel dialogo con i Dipartimenti di prevenzione») e del trasporto scolastico: «Diversi Comuni hanno già comunicato che la ditta aggiudicataria non è in grado di attivare il servizio scuolabus e che stanno cercando alternative: un disastro che avevamo previsto e sul quale avevamo messo in guardia la Giunta Fedriga, inascoltati». Non ultimo, «è indispensabile ripensare gli spazi scolastici, mentre finora, al massimo, sono stati adeguati sotto il profilo della sicurezza – ha affermato Moretuzzo –. Gli spazi di apprendimento vanno adattati ai cambiamenti in atto e futuri, superando schemi rigidi e modelli obsoleti: la flessibilità e la multifunzionalità degli ambienti è una risposta alle sfide e all’incertezza del futuro. È necessario aprire la scuola al territorio, di cui è espressione e, come tale, al suo servizio. Lavoriamo per creare scuole inclusive rispetto alla comunità in cui la scuola è situata».