Sindaco di Udine De Toni sui grandi temi: Meglio essere liberi che autoritari … ma noi asfaltiamo bene
C’è da sorridere nel costatare come un sindaco senta la necessità di replicare ad un articolo giornalistico chiaramente ispirato dall’opposizione che in quel giornale trova spazio e nutrimento. Invece di prendere atto che la spasmodica e servile “corte” riservata a quella parte del giornalismo cittadino non serve, quanto poi arriva il richiamo di scuderia in odore di sovranismo, si annaspa, ci si impanica, come se ci si sentisse in prossimità della fine. Affermare oggi, come fa Alberto Felice De Toni, che “la nostra è una maggioranza democratica e compatta” sembra la classica pallonata in tribuna al grido di “viva il parroco”, così come appare patetico affermare che “non è vero che un voto diviso è un segno di debolezza” . Non sarà debolezza, ma in realtà ci si auto-sminuisce se si pensa che amministrare una città, che si fregia del ruolo di “capitale del Friuli”, non debba andare oltre le asfaltature e il rifacimento di aiuole e marciapiedi. “La nostra maggioranza è forte e coesa sui temi che riguardano la città ma crediamo nella libertà delle liste e dei singoli sui voti di opinione, soprattutto quando si tratta di questioni internazionali”. Peccato che le questioni internazionali abbiano enorme peso morale e forse sarebbe valsa la pena avere più coraggio e meno cerchiobottismo per un sindaco che in futuro possa candidarsi ad essere catalizzatore di idee e non solo di asfalto e finta sicurezza e nel quale molti confidano per risollevare le sorti di un centrosinistra palesemente allo sbando, diviso nell’opposizione e regionalmente incapace di incidere nonostante la scarsa qualità della classe dirigente di una destra pasticciona ancorata a pochi concetti nazional-sovranisti. Ma evidentemente De Toni rifiuta questo ruolo dato che afferma senza tentennamenti: “Siamo qui per rispettare un programma elettorale per lo sviluppo della città, per il quale siamo stati votati dai cittadini: un programma in cui tutti crediamo fortemente e per cui stiamo lavorando ogni giorno. Questo è ciò che ci unisce.” Insomma ci si trincera dietro alla favoletta del “programma” secondo la migliore tradizione dei politicanti. Così il Sindaco di Udine, sentendosi forse come il direttore dell’orchestrina sul Titanic, risponde alle ricostruzioni che ipotizzano divisioni nella maggioranza a seguito del voto espresso in Consiglio comunale su una mozione dell’opposizione. Che paura fa quell’iceberg di carta stampata, tanto da spingere così sulla difensiva l’ex rettore: “Un tema (quello della mozione) che, sottolinea il primo cittadino, non riguardava l’amministrazione della città ma rifletteva posizioni di lista e personali su scenari internazionali”. Insomma si teorizza una Udine come bolla avulsa dal globo terracqueo, con la politica asservita ai sussurri di una stampa in crisi di lettori comuni ma non di quelli del mondo dorato che, secondo loro, “conta” e che in realtà è già potentemente orientato. Si gioca di rimessa locale invece di analizzare i fenomeni che ci stanno esplodendo intorno buttando volutamente benzina sul fuoco confidando nell’oramai anacronistico ruolo di “babau” giornalistico verso una classe dirigente che ha paura di se stessa. Ed invece ecco che De Toni anziché abbracciare il dantesco “non ragioniam di lor, ma guarda e passa” ci casca con tutte le scarpe e, a sua detta, supportato da tutta la Giunta, “ribadisce la totale compattezza dell’esecutivo sulle scelte fatte in questi due anni e sulle progettualità previste per i prossimi tre e sulla concretezza che tocca ogni giorno la vita di centomila udinesi. La nostra Giunta aggiunge, si sta occupando della città con serietà e nel pieno rispetto del programma condiviso da tutte le forze politiche. È questo ciò che conta: lasciamo parlare i risultati.” Segue la lista delle cose fatte che sono certamente positive ma che utilizzate come contrappeso vengono di fatto sminuite: “In questi due anni l’Amministrazione ha già messo in campo oltre 10 milioni di euro per l’istruzione e lo sviluppo dei servizi educativi, con ulteriori 22 milioni già programmati per il prossimo triennio, risorse mai previste prima e pensate in particolare per sostenere le famiglie. È stato inoltre avviato un piano per il rilancio del commercio locale da 1,5 milioni di euro, una cifra mai neppure immaginata dalle precedenti amministrazioni. A questi si aggiungono poco meno di 10 milioni già investiti nella manutenzione delle strade e del verde urbano, in risposta a un’eredità difficile che oggi la giunta si trova ad affrontare con responsabilità. E ancora, 75 milioni sono stati destinati al settore sociale per il prossimo triennio, a dimostrazione di un impegno concreto verso una città più giusta, inclusiva e vicina alle fragilità”. Poi la chiosa finale: “Ogni persona e ogni gruppo politico ha il diritto di esprimere liberamente le proprie idee. Solo una squadra forte può permettersi la libertà di azione delle singole componenti, e in una squadra forte ogni componente deve essere ascoltato e valorizzato. A chi ci accusa di disorganizzazione, rispondo che è meglio essere liberi che autoritari. La nostra è una maggioranza davvero democratica. E come diceva Pertini, alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie.”
FF