Stadio sicuro: nuova partita Italia Israele a Udine. Le prime reazioni
Dichiarazione del sindaco De Toni sulla partita Italia-Israele
“Abbiamo appreso della decisione congiunta di Ministero dell’Interno e di Federcalcio in merito alla prossima gara di Italia – Israele, prevista per ottobre. Prendiamo atto che la nostra città offre garanzie di sicurezza ed efficienza nell’organizzare un evento di simile portata. Tuttavia riteniamo che, considerate la recrudescenza della guerra, ormai sempre più estesa, e le difficili questioni di sicurezza che la gara con Israele implica, Udine avesse già dato il proprio contributo. Al di là delle considerazioni di opportunità in merito alla gara stessa, la posizione di Udine è, dal primo giorno, orientata alla necessità della pace, testimoniata dalla collaborazione con Rondine e dalla mozione firmata un mese fa da tutti i consiglieri di maggioranza in consiglio comunale, con cui chiediamo il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi, il diritto ad esistere dello Stato di Palestina come da risoluzione Onu del 1947 e il suo riconoscimento da parte dello stato italiano, il rispetto dei diritti umani e dei bambini e del diritto internazionale. Se Udine ospiterà la gara della nazionale italiana lo farà per spirito istituzionale, per rivendicare per l’ennesima volta la necessità della pace e con l’auspicio che vengano messe in campo tutte le forze necessarie per garantire lo svolgimento in sicurezza dell’evento”.
CS Di Lenardo (AVS-Possibile): No a Italia-Israele 2
Esprimiamo ferma contrarietà alla nuova partita Italia – Israele che si disputerà a Udine il 15 ottobre 2025.
La decisione è stata imposta dal Ministero dell’Interno di Piantedosi, tramite il Prefetto di Udine, e dalla FederCalcio.
Il Comune non può purtroppo impedirne lo svolgimento perché lo stadio di Udine non è in gestione comunale, ma è l’Udinese a vantarne i diritti di superficie.
Israele non deve partecipare alle competizioni sportive europee perché non è uno Stato europeo e perché, oltre a portare avanti il genocidio del popolo palestinese, sta bombardando altri cinque Paesi: Iran, Iraq, Siria, Libano e Yemen. Ma evidentemente l’esclusione vale solo per gli altri Paesi, come la Russia, mentre a Israele tutto è concesso dalle istituzioni occidentali.
Condividiamo dunque tutti i motivi di perplessità opposti dal Comune di Udine: la recrudescenza della guerra, sempre più estesa; le difficili questioni di sicurezza che la gara con Israele implica; e la mozione, a mia priva firma e firmata da tutta la maggioranza, approvata dal Consiglio comunale di Udine a maggio 2025 per il riconoscimento dello Stato della
Palestina, che va proprio nella direzione opposta.
Il 15 ottobre 2025, allo stadio Friuli-Bluenergy, l’Italia giocherà con Israele. Ancora?
Esattamente dopo un anno dalla partita fra Italia e Israele di Nation League, giocata a Udine a ottobre 2024, ci risiamo.
Possibile che la qualificazione ai mondiali valga più della vita di migliaia di persone, più del diritto internazionale, più dell’orrore per il genocidio in corso, più della sicurezza dei nostri concittadini?
Possibile sì! La decisione è stata già presa dalla FederCalcio e imposta dal Ministero dell’Interno di Piantedosi, tramite il Prefetto di Udine. Infatti, ci dicono, il Comune non può impedirne lo svolgimento di Italia-Israele perché lo Stadio di Udine non è in gestione comunale, ma è l’Udinese a vantarne i diritti di superficie.
Così è, ma noi non ci stiamo.
Allarghiamo un attimo gli orizzonti e per cominciare chiediamoci: perché la Federcalcio già a Febbraio 2025 ha rinviato la decisione sulla richiesta palestinese di bandire Israele dalle partite internazionali, per la sua brutale aggressione a Gaza? con la piccola concessione di chiedere un’indagine disciplinare sulla possibile discriminazione denunciata dall’Associazione calcistica palestinese (PFA) nei confronti dei propri giocatori.
A febbraio si parlava già di 41.000 morti, un genocidio in diretta streaming in cui quasi l’intera infrastruttura sportiva era stata cancellata e più di 305 calciatori uccisi: e la FIFA non si sentiva in grado di prendere una posizione verso Israele?
Parliamo della stessa FIFA che ha impiegato solo tre giorni per imporre sanzioni alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022? Sì, è la stessa. Due pesi e due misure è il minimo che si possa dire.
Oggi noi chiediamo ai funzionari della FIFA, della UEFA e dei club calcistici nazionali, perché non hanno coraggio di intraprendere un’azione decisiva contro Israele per i suoi crimini?
E chiediamo ai tifosi: davvero pensate che sia un gioco?
Israele non dovrebbe partecipare alle competizioni sportive europee perché non è uno Stato europeo e non dovrebbe giocare in nessun luogo del pianeta, perché, oltre a portare avanti il genocidio del popolo palestinese, sta bombardando altri cinque Paesi: Iran, Iraq, Siria, Libano e Yemen. Con che incredibile distopico sentimento si dovrebbe pensare al gioco? E con quale distopico sentimento la nostra città dovrebbe prepararsi a questo evento?
Ci aspettiamo che il Sindaco e la sua giunta, nessuno escluso, facciano sentire la loro vicinanza a chi si mobiliterà pacificamente contro questo scempio, contrario ad ogni valore sportivo, che è stato imposto alla nostra città.
Anna Manfredi
Direzione nazionale Rifondazione Comunista