Unicef/giornata mondiale del rifugiato: nel 2018 circa 20 mila le richieste d’asilo presentate dai minori non accompagnati

Delle oltre 638 mila richieste d’asilo presentate nel 2018 nei Paesi Europei, 19.700 sono state avanzate da minori stranieri non accompagnati, in tutto rappresentano il 10% delle richieste presentate dagli under 18. Un dato rilevante, seppure in calo rispetto a quanto registrato nel 2017 quando le richieste d’asilo presentate dai minorenni erano circa 31.400.
Tra i richiedenti nel 2018, la maggior parte erano ragazzi (86%), di età compresa tra 16-17 anni (70%). Circa la metà delle richieste è stata presentata da giovani provenienti da 6 Paesi: Afghanistan (16%), Eritrea (10%), Pakistan e Siria (entrambe 7%), Guinea e Iraq (entrambe 6%).
Da gennaio al 17 giugno 2019 sono sbarcati nelle nostre coste circa 284 minorenni, dato in calo rispetto agli oltre 3500 registrati nello stesso periodo nel 2018, e ai 15700 registrati nel 20172[2]. In totale sono oltre 7500 i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia al 31 maggio 2019 3[3], parte dei quali confluisce nella quota dei richiedenti asilo.
Fra gennaio e maggio 2019 l’UNICEF ha raggiunto circa 1.150 giovani con gli interventi di protezione dell’infanzia e sviluppo delle competenze: oltre 400 hanno beneficiato dei servizi di supporto (counselling legale, attività psico-sociali, gestione dei casi), circa 300 hanno ottenuto cure e informazioni nelle aree di transito, oltre 250 hanno beneficiato del sistema di tutela e 350 famiglie/singoli sono stati formati per l’affido. Più di 200 gli operatori sul campo formati sulla prevenzione e la risposta alla violenza di genere fino a marzo 2019. 150 bambini e adolescenti sono stati coinvolti in attività d’istruzione formale e informale supportate dall’UNICEF, mentre sono stati oltre 2600 i minorenni ascoltati attraverso la piattaforma digitale U-Report on the Move, pensata per dare voce ai giovani migranti e rifugiati.
Sono necessari ulteriori sforzi per garantire la protezione dei minorenni migranti, rifugiati e richiedenti asilo. In occasione del trentennale della Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e l’Adolescenza, l’UNICEF ha affidato questo mese proprio ai giovani il compito di riflettere sulle Osservazioni Conclusive al Quinto e Sesto Rapporto periodico dell’Italia del Comitato sui Diritti dell’Infanzia e l’adolescenza. I risultati sono stati presentati da giovani studenti e volontari UNICEF a Roma lo scorso 10 giugno. “Concordiamo che i bambini siano il futuro – afferma Ibrahim, 19 anni, dalla Sierra Leone – Ma come possono essere il futuro se il loro presente non è protetto? Chiediamo maggiori garanzie e protezione per salvaguardare chi arriva dall’altra parte del Mediterraneo”.
L’UNICEF ribadisce quanto riportato dai giovani e – in linea con le osservazioni del Comitato sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza – raccomanda: l’adozione dei decreti attuativi della legge 47/2017 (cosiddetta “Legge Zampa”).
La legge è nata per rafforzare la protezione dei minori stranieri non accompagnati e individua figure, come quella dei tutori, chiamati a supportarli nel loro percorso di inclusione sociale e l’affidamento familiare come alternativa primaria. Ma ad oltre due anni dalla sua entrata in vigore mancano ancora i decreti attuativi necessari per garantire l’efficace applicazione della legge; di facilitare l’accesso al sistema d’asilo per i minorenni bisognosi di protezione internazionale, garantendo adeguati sistemi di accoglienza e protezione; garanzie affinché i minori non accompagnati siano esentati da quanto previsto dalla legge 132/2018 (cosiddetto “Decreto Sicurezza”), recante misure urgenti in materia di protezione internazionale, immigrazione e sicurezza pubblica; il supporto dell’Italia alla riapertura delle negoziazioni per il Sistema Europeo Comune di Asilo (CEAS) e un sistema prevedibile che permetta alle navi di soccorso di intervenire in sicurezza il più rapidamente possibile per proteggere i bambini rifugiati e migranti che continuano ad affrontare gravi pericoli e violazioni dei loro diritti fondamentali durante pericolosi viaggi in mare verso l’Italia.

Fonte aise