Vaccinazioni domiciliari con il freno a mano tirato e intanto languono anche le immunizzazioni dei sanitari renitenti

Sono tante le persone che in FVG attendono di ricevere il vaccino al proprio domicilio e per questo diventa fondamentale il contributo dei medici di famiglia. A parlarne è Simona Liguori (Cittadini): «A fronte di oltre 7000 prenotazioni per gli over 80 a inizio marzo, le persone vaccinate a domicilio sono davvero poche in molte parti della regione». Sul tema spiega in sintesi Liguori,  la regione viaggia a due velocità e per ora ha visto aderire alla campagna vaccinale 63 su 347 (18%) medici di famiglia del Friuli Centrale (ASUFC) e addirittura soltanto 24 su 245 (9,8%) dell’azienda triestina, goriziano-isontina. Unico dato positivo quello riferito al Pordenonese con 142 su 194 (73%) medici aderenti. Di conseguenza risultano altrettanto bassi i numeri delle vaccinazioni domiciliari (solo 2.272) nonostante lo scorso 10 marzo le prenotazioni superassero quota 7.000. Il coinvolgimento dei medici di famiglia è appunto essenziale per raggiungere le persone fragili a domicilio. Raggiungere nei territori una immunizzazione contro il covid sempre più omogenea grazie alle vaccinazioni consente a tutti di tornare al più presto alla normalità, conclude Liguori.

Sempre in tema vaccinazioni sempre da “Cittadini” arriva una interrogazione in Aula all’Assessore Riccardo Riccardi da parte del consigliere Tiziano Centis. “In questi giorni le Aziende sanitarie regionali stanno procedendo a contattare i sanitari che non si sono ancora vaccinati, come previsto dal Decreto Legge 44/2021 del 1 aprile che determina la possibilità di spostare ad altra mansione o sospendere chi non si vaccina per il Covid-19, fatti salvi i casi di giustificato motivo medico. In merito proprio a questa doppia eventualità, il Consigliere dei Cittadini Tiziano Centis ha interrogato Riccardi per sollecitarlo a orientare le tre Aziende di area vasta a scegliere la strada più dura, ovvero quella della sospensione senza stipendio, così da ottenere un’adesione maggiore. “Abbiamo ritenuto di incalzare la Giunta – spiega Centis – perché a nostro avviso, con la mancanza di personale di cui soffre il nostro sistema sanitario, ci sembra del tutto irragionevole pensare di rinunciare alle mansioni indispensabili a cui sono preposti medici, infermieri e operatori socio sanitari spostandoli ad altre improbabili occupazioni. Constatiamo con amarezza che da parte dell’Assessore, che pur concorda con l’introduzione dell’obbligo vaccinale per i sanitari, manca la determinazione politica necessaria per scrivere nero su bianco che per la Regione FVG la via maestra è la sospensione senza stipendio. “Scommetto – ha detto Centis – che di fronte all’alternativa di venire sospesi e perdere lo stipendio, la maggior parte dei dipendenti delle aziende sanitarie che non sono convinti di vaccinarsi risolverebbero definitivamente i loro dubbi. Spiace dover essere perentori, ma in questo momento drammatico di lotta alla pandemia e anche per rispetto dello straordinario lavoro in prima linea della stragrande maggioranza di sanitari che lavora e si vaccina, bisogna armarsi di coraggio e, con la scarsità del personale a disposizione, dare disposizioni severe per salvare più vite possibili evitando il propagarsi dei contagi nei luoghi della sanità. Per questo è essenziale che le tre Aziende sanitarie regionali, esperite le procedure previste dal Decreto, operino in modo omogeneo dando un termine molto breve entro il quale effettuare la vaccinazione e successivamente sospendendo chi persiste nel volersi astenere. Considerati i numeri in gioco – si parla di centinaia di sanitari – dobbiamo agire nel modo più efficace per indurli alla vaccinazione. Per questo invitiamo la Giunta regionale a ripensarci e ad ascoltare il nostro appello”.