Viaggio Papeete-Mosca, il declino impressionante di Salvini che ormai non ne azzecca più nessuna

Qualche complottista di razza lo avrà certamente pensato: ma cosa diavolo gli è stato messo nel drink al papeete in quell’ 8 agosto 8  2019 quando Salvini pronunciò la fatidica frase: “Chiedo agli italiani, se ne hanno voglia, di darmi pieni poteri per fare fino in fondo quello che abbiamo promesso di fare, senza rallentamenti”. Da lì a poche ore la notizia del delirio d’onnipotenza che aveva colto Salvini rimbalzerà sui siti, prima italiani, e poi di tutto il mondo. Da quel momento il declino del leader della Lega inizierà implacabile e da allora, il “capitano”,  ha inanellato una serie di errori e brutte figure senza pari nella storia repubblicana. L’ultimo caso quello del biglietto aereo per Mosca, un volo Aeroflot per il 29 maggio con partenza da Istanbul per Matteo Salvini, spesa a carico dell’ambasciata russa. La sede diplomatica del Cremlino in Italia, forse resasi conto di avere puntato su un cavallo zoppo, rende poi noto in maniera velenosetta di aver “assistito Matteo Salvini e le persone che lo accompagnavano nell’acquisto dei biglietti aerei” per il suo viaggio nella capitale russa. Un’assistenza necessaria a causa delle “sanzioni” che hanno sospeso i collegamenti Roma-Mosca e rendono difficile l’acquisto dei biglietti di Aeroflot dall’Europa. Dopo l’annullamento del viaggio “ci è stata restituita la cifra spesa: non ci vediamo nulla di illegale”. E una volta tanto dobbiamo dare ragione all’ambasciata russa, nulla di illegale ma inopportuno certamente sì. Ma se ai russi non si può imputare nulla per avere fatto un “favore” a Salvini, al segretario della Lega si può certamente imputare di essere stato una via di mezzo fra un sempliciotto ed il solito arrogante politico al quale tutto e dovuto e concesso. Errore di valutazione politica impressionante per un segretario di partito  già in tempo di pace, intollerante in tempi di guerra.
Fra l’altro la precisazione dell’ambasciata russa cade non certo casualmente  proprio alla vigilia della tornata elettorale per le amministrative ed inevitabilmente e forse volutamente, riaccende lo scontro politico in un momento che dovrebbe essere in teoria dedicato al silenzio elettorale. Così era ovvio che Pd ed M5s caricassero a testa bassa, con la capogruppo dem al Senato, Simona Malpezzi, che chiede chiarimenti al leader leghista sulle «gravi ambiguità» che emergerebbero dal viaggio programmato in Russia. Un concetto rilanciato in maniera più irridente dal senatore pentastellato Gianluca Castaldi, che ironicamente parla di «viaggio Papeete-Mosca». Mentre un’altra parlamentare Pd, Lia Quartapelle responsabile esteri dei Dem, chiede più direttamente cosa andasse a fare Salvini a Mosca. Ma a sparare palle incatenate contro il leader leghista  perfino Matteo Renzi, che di viaggi inopportuni è maestro (vedi Arabia Saudita) e perfino Carlo Calenda che con i suoi recenti selphie familiari para-didattici è sempre meno credibile, sempre che lo sia mai stato. “Salvini è pericoloso per la sicurezza nazionale” dice Calenda. Forse, ma di certo è pericoloso per la Lega dove i malumori sulle azioni del segretario sono sempre meno sottotraccia. Anche per questo la vicenda ha molto innervosito Salvini che anziché giustificarsi e chiedere scusa per lo svarione, attacca minacciando querele e vendette. Così anziché spiegare agli italiani quali sono i suoi rapporti con la Russia  dato che nessuno crede ad un suo ruolo di pacificatore internazionale, del resto evidenziati comunque dalle note immagini con la maglietta di Putin davanti al Cremlino, Salvini ha dato mandato ai suoi legali di querelare chi, a partire da media e politici, ha fatto o sta facendo insinuazioni e accuse a proposito del possibile viaggio a Mosca. A differenza di un gruppo editoriale che per anni ha distribuito in allegato “Russia Oggi” ( Il riferimento è all’inserto di Repubblica pubblicato tra il 2010 e il 2015 che illustrava i cambiamenti sociali, culturali ed economici del Paese sotto la presidenza di Vladimir Putin),  fa sapere il leader leghista – la Lega non ha e non ha avuto accordi economici di alcun tipo con Mosca. Le spese per il possibile viaggio aereo sono state interamente pagate dalla Lega, come confermato e spiegato chiaramente dall’ufficio stampa dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia. Nessun biglietto omaggio del Cremlino, quindi, «nessun viaggio pagato da Mosca». E’ certamente così ma resta l’imbarazzo che un grande partito italiano abbia alla sua testa un personaggio che non capisce che vi sono momenti della vita politica dove le tecniche comunicative in stile papeete meglio lasciarle stare. Ma forse non è tutta colpa sua, c’è da chiarire infatti il ruolo di  Antonio Capuano, ex membro della Camera dei Deputati in quota Forza Italia. Infatti dopo l’allontanamento di Luca Morisi dalla politica, a causa dello scandalo legato all’uso di droga, sarebbe lui  a ricoprire la posizione di spin doctor del numero uno del Carroccio, almeno ufficiosamente e in maniera che potremmo definire opaca, tanto che il Copasir aveva richiesto un’informativa sul ruolo dell’avvocato forzista nella vicenda viaggio a Mosca, ruolo spiegato invece dallo stesso Matteo Salvini alle agenzie di stampa. “Ha dato una mano”, aveva dichiarato il leader del centrodestra sul suo nuovo alleato. Che a sua volta ha poi dichiarato, attraverso il Corriere della Sera, di essere disponibile a dare ogni informazione al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, perché “non c’è nulla di segreto”. Di segreto forse no di immensamente imbarazzante certamente si.