Acqua: cosa si sta facendo in Fvg per prevenire emergenze ambientali e rischi per la sicurezza. Seminario tecnico a palazzo Torriani

Una fotografia aggiornata su quanto si sta facendo in FVG per prevenire emergenze ambientali e rischi per la sicurezza, con un focus sulle aziende produttive: a scattarla, questo pomeriggio, a palazzo Torriani, è stato il seminario tecnico “Acqua: tra emergenze ambientali e rischi per la sicurezza. Cosa possono fare le aziende”, promosso congiuntamente dalle commissioni Energia e Sostenibilità di Confindustria Udine anche alla luce della situazione drammatica dei recenti eventi catastrofici in Romagna.
“Le due commissioni di Confindustria Udine hanno deciso di lavorare insieme – ha spiegato Fausto Ferrazzi, coordinatore della Commissione Sostenibilità – perché le problematiche relative alla sostenibilità e quelle della transizione energetica sono intimamente correlate. Siamo partiti dall’acqua perché saperla gestire in modo sostenibile e imparare a considerarla nelle nostre aziende una materia prima importante come tutte le altre che utilizziamo per realizzare i nostri prodotti sarà uno dei fattori determinanti per il raggiungimento degli obiettivi sfidanti, ma non eludibili, che soprattutto noi europei ci siamo posti.  Riteniamo che sia compito nostro, anche organizzando eventi come questo o scambiandoci il più possibile le nostre esperienze positive o negative, diventare sempre più consapevoli delle tematiche da affrontare per conciliare le sfide della transizione con i problemi della sostenibilità ambientale, economica e sociale e in questo modo far sì che ne siano consapevoli anche i decisori politici, che a volte le approcciano in modo semplicistico o ideologico”.
Ha confermato Marco Bruseschi, delegato all’Energia e rinnovabili di Confindustria Udine: “Le Commissioni Sostenibilità ed Energia hanno piena consapevolezza di come l’acqua rappresenti un bene prezioso di interesse trasversale per il comparto industriale. I suoi impieghi sono molteplici: serve l’acqua per sviluppare l’idroelettrico, per produrre biocarburanti, idrogeno e cattura del carbonio, per raffreddare il nucleare, per realizzare dighe e bacini, eccetera. Di certo, è importante capire l’evoluzione di questa materia prima che, con l’idroelettrico, è a tutti gli effetti e da oltre 100 anni la prima fonte di energia rinnovabile della nostra nazione, garantendo l’equilibrio del sistema elettrico e promuovendo un processo ordinato della transizione energetica. Alluvioni e disastri ambientali sono però sotto gli occhi di tutti. Noi industriali vogliamo allora essere informati, in base ai piani pubblici nazionali e internazionali, su dove si annidano pericoli e situazioni a rischio in Italia e in FVG. Non conoscere questa mappatura dei rischi impedisce una corretta pianificazione dei nostri investimenti industriali, che vanno fatti nei posti giusti e non in quelli soggetti a catastrofi naturali. Avere un quadro preciso della situazione ci dà poi la possibilità di avere la giusta interlocuzione con il decisore politico. Sono dunque tutte informazioni importanti che finora non hanno avuto adeguata cassa di risonanza o dovuta attenzione”.
Moderati da Claudia Silvestro, responsabile dell’Area Ambiente e Sicurezza dell’Associazione, sono poi intervenuti diversi esperti del settore.
Maurizio Fermeglia, professore ordinario al dipartimento di Ingegneria e architettura dell’Università di Trieste, ha delineato i contorni della ‘tempesta perfetta’ cui stiamo andando incontro, determinata dall’aumento della popolazione globale (il 15 novembre 2022 la Terra ha superato gli 8 miliardi di abitanti), dalla richiesta di cibo, energia e acqua, aumentata rispettivamente del 50, del 60 e del 30%, dalla riduzione delle emissioni di gas serra inferiori alle aspettative (423.43 ppm il 1° giugno 2023, +0,59% rispetto al 2022) e dalle tensioni internazionali e dalle migrazioni determinate dalla scarsità di cibo, energia ed acqua. “Tre tematiche strettamente collegate tra loro e impossibili da trattare l’una a prescindere dalle altre” ha sottolineato Fermeglia, che ha poi ricordato che “solo il 2,5% dell’acqua sul nostro pianeta è dolce e meno dell’1% è fruibile e questa percentuale non è neppure equamente distribuita. Gli ultimi dati del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico indicano che la temperatura della Terra è aumentata di circa 1,2 gradi negli ultimi 100 anni. E non è un fenomeno naturale, ma determinato dall’uomo”.

Anche in Italia siamo in piena emergenza climatica. Il Mediterraneo è una ‘zona calda’ del riscaldamento globale e l’aumento di temperatura in Italia è più del doppio della media globale. “La situazione del FVG – ha aggiunto Fermeglia – è critica (il 2022 è stato l’anno più caldo di sempre), in quanto si trova più esposta di altre regioni europee ed anche italiane. Non possiamo più perdere tempo. Quello che conta non è il valore dell’obiettivo di emissioni per un certo anno, ma la traiettoria virtuosa che si deve adottare per raggiungere questo obiettivo”.