Blocco della cessione dei crediti dei bonus edilizi, situazione tragica per migliaia di famiglie sull’orlo della disperazione, le testimonianze

Riceviamo dall’associazione esodati del superbonus e volentieri pubblichiamo:

Storie degli esodati:

Mi chiamo Francesco e vivo in provincia di Brescia, ho 42 anni e papà di tre figli di cui la più grande disabile affetta da autismo, nel Maggio del 2021 ho comprato una vecchia casa da ristrutturare in collaborazione con il mio geometra visto che con il superbonus potevo permettermi di ristrutturarla e renderla funzionale per la mia famiglia(ora siamo in 5 in un trilocale ). Dopo aver messo mano a tutti i miei risparmi e fatto un prestito ponte di 45.000 euro per velocizzare l’inizio dei lavori che in tempo di covid e mancanza di materiale era già difficile. Dopo aver presentato il mio progetto con tutti i preventivi alla mia banca da un giorno all’altro sono stato avvisato che la cessione del credito non era più possibile. Ho provato a rivolgermi a Poste ma anche li poco dopo è arrivata la chiusura. Ora mi ritrovo con una casa a metà, un mutuo e un prestito da pagare che unito a tutte le spese che devo sostenere per i miei figli mi portano ad arrivare a fine mese con molte difficoltà. Sono arrivato al punto di non potermi più permettere le terapie di mia figlia (500€ mensili) e questa cosa mi fa sentire veramente male. Non vedo più la luce alla fine del tunnel, per la prima volta in vita mia ho usufruito di una possibilità che mi
dava il mio governo e ora sono al limite della disperazione. Credo di tenere duro ancora qualche mese e poi sarò costretto a vendere probabilmente perdendoci anche del denaro…… Psicologicamente sono a pezzi e ho iniziato a soffrire di attacchi di panico, non riesco a godermi i miei figli che anzi mi vedono sempre teso e nervoso. Volevo dare a loro un futuro migliore e invece li sto privando di molte cose per tamponare i debiti. Spero in un aiuto di chi ci governa celere perché voglio uscire da questo incubo. Sono Giuseppe, ho 37 anni, vivo in Sicilia, sono titolare di un’azienda, da generazioni nell’edilizia, che però
non era più il futuro, avevo deciso di rinunciare tra covid, mercato fermo, richieste di pagamenti in nero e difficoltà a farsi pagare, questo fino alla nuova legge dello stato, mi sono dedicato anima e corpo nella mia officina per la produzione di serramenti, abbiamo cominciato lavori ovunque e reinvestito sempre di più, assumendo 150 dipendenti investendo con i propri soldi tramite mutui e prestiti personali verso l’azienda, lo abbiamo fatto senza sosta aperto più di 200 cantieri piccoli e grandi e finiti tantissimi, adesso da oltre 15 mesi il sistema si è fermato e abbiamo i cantieri più grossi incompleti, ponteggi per tutta la mia città di cui ancora non abbiamo incassato un centesimo, più di 7 milioni di euro tra cassetto fiscale e SAL non fatti, siamo rimasti con 60 dipendenti di cui almeno 20 stanno agendo legalmente, tutti con  contratti di lavoro e qualifiche adeguate, abbiamo debiti nei confronti di fornitori e società di leasing, stiamo continuando a lavorare e sostenere spese giorno per giorno e ad oggi mi rendo conto che ho solo maturato 2 milioni di euro di crediti che per me sono solo debiti, e mi continuo a chiedere ce la farò? Per quanto ancora?

Buongiorno , sono Virginia. La nostra storia Superbonus è iniziata nel 2021. Mio marito ed io, siamo impiegati, ultracinquantenni e, con nostro figlio di 17 anni, viviamo in una piccola unifamiliare acquistata
18 anni fa con un mutuo prima casa finito di pagare da qualche anno. La casa, acquistata già datata, aveva problemi di staticità, umidità di risalita, infissi con gli spifferi e infiltrazioni al tetto: una ristrutturazione era ormai indispensabile. Il nostro tecnico sviluppa il progetto prevedendo sismabonus ed ecobonus che, naturalmente, non coprono tutte le spese di ristrutturazione e prevedono impianti e soluzioni per
l’efficientamento energetico che, senza gli incentivi, non avremmo adottato. Pur con qualche titubanza partiamo anche se il progetto è piuttosto costoso per le nostre possibilità: crediamo nell’importanza della
transizione ecologica ci fidiamo delle istituzioni che propongono gli incentivi per promuoverla! Fatichiamo a trovare un termotecnico e la ditta edile, riusciamo a depositare la CILAS a giugno 2022. Nel frattempo, a marzo 2022 traslochiamo ed iniziamo a pagare l’affitto. Intanto banca Intesa, di cui siamo clienti, ci informa che non accetta più cessioni… e noi abbiamo già avviato tutto con la pratica 110%!!! Ci rivolgiamo a Bper che ci assiste con prestito e mutuo ed ampie rassicurazioni verbali che acquisterà i crediti: a settembre 2022 anche Bper chiude all’acquisto ma, ci dicono, solo momentaneamente: in realtà non riaprirà più. I primi di novembre 2022 pronti con il primo SAL apriamo un conto alle Poste che, il giorno dopo, chiude le cessioni. Panico totale. Nessuna delle ditte coinvolte nel progetto è disponibile allo sconto in fattura, ridimensionato quanto più possibile il progetto, facciamo da soli ultime finiture e trasloco, anche perché dobbiamo liberare la casa in affitto. Da due settimane siamo rientrati, in una casa- cantiere incompleta che probabilmente non riusciremo mai a finire, un bagno allo stato grezzo ed una esposizione bancaria di circa 1700 euro al mese fra mutuo e prestito… è sì perché nel frattempo la rata del mutuo a tasso variabile è salita da 720 euro a 950 euro mensili! Non possiamo sostenere queste rate e se non riusciamo a cedere dovremo necessariamente svendere la nostra casa, dopo tanto sacrificio, notti insonni e avendo perso tutti i nostri risparmi!! Siamo delusi, arrabbiati e angosciati: ci sentiamo truffati dallo Stato, non abbiamo mai pensato di fare la ” casa gratis” , abbiamo acceso un mutuo e messo in conto i nostri risparmi, pronti a fare la nostra parte ma ora lo Stato non sta facendo la sua parte, cambiando le regole del gioco. E questo è CRIMINALE.
Non si cambiano le regole in corsa facendo lo sgambetto alla parte più debole, questo non è uno stato è UN NEMICO. Vogliamo, abbiamo IL DIRITTO di recuperare un po’ di serenità e tornare a guardare al futuro ed alle ISTITUZIONI CON FIDUCIA. Una famiglia esodata.

Ciao sono Veronica, ho 45 anni, vivo in Friuli, sono una madre divorziata con un’invalidità del 50% ed ho due figli di 20 e 22 anni, Gaia la più piccola ha la sindrome di down, con l’eredità che mi ha lasciato mio padre ho iniziato i lavori sulla mia casa unifamiliare, pensando che con la prima cessione avrei finito di pagare i lavori, ci siamo trasferiti in affitto, mi sono rimasti sulle spalle tutti questi costi più il mutuo. Io faccio la bidella, prendo 1200 euro al mese, ho un aiuto economico per la disabilità di mia figlia ma non basta, abbiamo i mobili nuovi fermi poiché non c’è manco il massetto. A breve mia madre verrà dimessa
dall’ospedale è sotto chemio, ma per portarla da me dovrei prendere un infermiere h24 ma con cosa lo pago? L’alternativa è portarla in un hospice convenzionato a morire. Mi sento sola, senza speranze e con l’acqua alla gola. Perché ho creduto nello Stato?

Sono Daniele e vivo a Castelfidardo, provincia di Ancona, regione Marche. Durante l’estate del 2021, seguendo quello che la leggi dello stato proclamavano, abbiamo deciso di vendere la nostra casa di proprietà per sportarci in campagna, e acquistare quindi un casolare in modo da ristrutturarlo utilizzando gli incentivi legati al superbonus ed avere così 2 appartamenti: uno per la mia famiglia, e l’altro per mia suocera vedova. Così, verso Ottobre 2021, la casa dove fino a quel momento avevamo vissuto tutti insieme, io, mia moglie, i nostri 2 bimbi e mia suocera, viene venduta. Naturalmente prima di fare questo passo importante, avevamo discusso i numeri con la banca, acceso un mutuo ad un prestito per sostenere le spese di ristrutturazione (sebbene avremmo utilizzato i bonus, non abbiamo mai pensato di fare casa gratis!) e trovato un general contratto che ci avrebbe fatto i lavori applicando lo sconto in fattura. Come anticipo per lo studio tecnico, abbiamo poi versato € 20.000 al General Contractor che tramite il suo ingegnere ha così iniziato a preparare i disegni e i documenti da presentare per avere tutti i permessi e delibere varie. Arriviamo ai primi giorni del 2022: per “bloccare” i costi dei vari materiali edili che nel frattempo stavano
lievitando, abbiamo comperato delle merce necessaria per la ristrutturazione per un totale di € 60.000. Successivamente, la banche si sono bloccate, negando di fatto di contrattualizzare quanto discusso e
“promesso” con noi e il General Contractor qualche settimane prima. Ora Io e la mia famiglia, mia moglie, 2 bimbi piccoli e mia suocera, ci troviamo nella situazione dove dopo aver investito tutti i risparmi di una vita….viviamo in affitto, con rata affitto, rata mutuo e rata finanziamento da pagare ogni mese. SIAMO IN
UNA SITUAZIONE DISPERATA E PARADOSSALE! Tutto questo PER ESSERCI FIDATI DELLO STATO!!!

Sono una ragazza di 30 anni, mi chiamo Loredana e anche io sono incappata nelle mille difficoltà create dal continuo cambiamento delle norme vigenti in materia di superbonus 110. Io e mio marito (che al tempo non eravamo ancora sposati) abbiamo acquistato la nostra casa, composta da due appartamenti separati, con l’accensione di un mutuo nell’ottobre 2019 e avevamo intenzione di
ristrutturarla pian piano. Il Covid ha completamente stravolto i nostri piani, e quando è stato emanato il decreto superbonus abbiamo subito fatto richiesta perchè gli interventi erano esattamente quelli che
avremmo dovuto fare, consapevoli del fatto che però non sarebbe stato tutto “gratis”. La prima ditta che abbiamo contattato nel 2020 ci ha presi in giro fino a novembre 2022,facendoci fare solo i lavori che non sarebbero rientrati nel bonus 110 (impianti, demolizioni) per poi avanzare molte scuse, senza fare niente di concreto. Nel novembre 2022 abbiamo iniziato la pratica con uno studio associato che già nel dicembre 2022 ha avviato i lavori. Io e mio marito abbiamo acceso anche un finanziamento per effettuare i sal, certi di poterlo chiudere in breve tempo, sfruttando il meccanismo della cessione del credito. Ad oggi ci ritroviamo sulle spalle un mutuo, un prestito che non avremmo dovuto fare, la casa da ultimare e senza più fiducia. Grazie

Buongiorno Cesare dalla Basilicata. Più che esodato sono un disperato come tantissimi del superbonus e sisma bonus. In breve, proprietario di una bifamiliare + cantina, fabbricati anni 50 strutture in pietra, colpite anche dal terremoto del 1980 ma non rientranti nel beneficio delle ristrutturazioni per carenza di fondi in base a graduatorie stipulate all’epoca. Veniamo ad oggi, il 31.5.2022 sono autorizzato dal Comune di Avigliano PZ ai lavori di riqualificazione sismica superbonus. Premetto che non ho trovato impresa che si prendesse la cessione del credito, poiché chiunque interpellata aveva cassetto fiscale pieno. Chiedo a Poste ltaliane se prendono cessione del credito mi dicono di sì, devo anticipare il primo SAL e così si può partire. Trovo impresa che mi fa i lavori, inizio i lavori di demolizione e ricostruzione sismabonus il 13.07.2022, il 26.01.2023 pago il primo SAL ma ormai a novembre 2022 Poste e banche hanno sospeso le cessioni. Morale ho emesso pagamento per euro 102.000,00 per impresa e tecnici per il primo SAL del sismabonus, ad oggi l’impresa ha già realizzato lavori per il secondo SAL che non posso saldare se non trovo chi si prende il credito. Sono in affitto dal primo novembre 2021, il rischio é che si rimane senza casa con debiti e in affitto a vita, non so se riuscirò a venirne fuori ho creduto nello stato come tanti, ora bisogna aspettare che la politica trovi la soluzione che aveva promesso ma a breve. Grazie e molti distinti Saluti