Dalla Liguria al Friuli fioriscono le proposte di intitolazione di vie a Berlusconi. Dalla Udine burlona l’idea di sostituire Via Spalato
Era nell’ordine delle cose. Che dalla destra si avanzasse la proposta di dedicare vie o altri luoghi alla memoria di Silvio Berlusconi era prevedibile. Così è corsa a chi farà prima. Per ora in pole position sembra essere il comune di Portofino in Liguria dove è stata approvata la delibera sull’istituzione di una via dedicata all’ex cavaliere. L’intitolazione avverrà il 29 settembre prossimo, in quello che sarebbe stato l’ottantasettesimo compleanno di Berlusconi. Almeno questa l’intenzione dei seguaci del defunto leader di Forza Italia, ma c’è un problema, il Comune di Portofino dovrà chiedere al Prefetto di Genova la deroga per sorpassare la norma che prevede che passino almeno dieci anni dalla morte per poter intitolare una strada al soggetto scomparso. Del resto anche a Milano si è palesato lo stesso problema con il Sindaco Sala che di Berlusconi non è certo un fan che ha subito messo le mani davanti dichiarando alle richieste di molti esponenti dell’opposizione: “È troppo presto, devono passare 10 anni, come per tutti. «Via Berlusconi no, ha detto Sala bloccando sul nascere l’iniziativa, a me piace rispettare le regole e solo a dieci anni dalla morte si può dedicare una via, non abbiamo mai derogato» Il sindaco di Milano ha anche ricordato come non sia stata fatta alcuna eccezione negli anni, «nemmeno per il mio amico Umberto Veronesi che ha salvato migliaia di vite». Ma Portofino spera in una deroga fort anche del parere del presidente della regione Liguria Giovanni Toti: “È il borgo al quale il Cavaliere era da sempre legato”, ha scritto il governatore sui social. Prima però, conferma Toti, il Comune dovrà chiedere al Prefetto di Genova la deroga per sorpassare la norma che prevede che passino almeno dieci anni dalla morte» .«Ovviamente anche in Friuli c’è chi vuole arrivare primo in questa corsa all’intitolazione. Ad avanzare l’ipotesi è il sindaco di Vivaro Mauro Candido che ha manifestato la volontà di intitolare una via o un’area del Comune a Silvio Berlusconi, scomparso lo scorso 12 giugno. Candido ha incassato il secco no dal segretario del Pd provinciale di Pordenone Fausto Tomasello che in una nota spiega: “Abbiamo espresso cordoglio e partecipato al lutto, la nostra segretaria nazionale è stata ai funerali di Stato, abbiamo osservato il minuto di silenzio prima dell’inizio del Consiglio comunale del 12 giugno 2023, ma non saremo complici di una beatificazione di Silvio Berlusconi. A qualsiasi idea di intitolazione di strade e piazze o altro il Partito democratico sarà sempre contrario, lo proponga l’Amministrazione comunale di Vivaro o chiunque altro». «Non dimentichiamo le leggi ad personam – spiega il segretario dem – la mercificazione di tutto, lo svilimento dell’etica pubblica di questi trent’anni. Il PD ha mantenuto un doveroso rispetto istituzionale ma rimane la distanza incolmabile con scelte politiche e comportamenti di un personaggio che per noi non deve diventare esempio”. “Da avversari politici – aggiunge il consigliere regionale e capogruppo dem a Pordenone Nicola Conficoni – la comunità democratica ha partecipato in modo sincero al diffuso cordoglio che ha suscitato la scomparsa di Berlusconi, anche per rispetto del coinvolgimento emotivo dei molti che ne hanno apprezzato l’impegno su diversi versanti. Ma la proposta di intitolare un luogo pubblico al fondatore di Forza Italia e al protagonista di vicende a dir poco discusse, è decisamente inopportuna. La sua esperienza – sottolinea – è tanto controversa quanto divisiva”.
Tanto divisiva che sul web sono subito apparse ironiche simulazioni di targhe e cartelli. Alcune forse le avrebbe apprezzate lo stesso Silvio che come è noto era un estimatore di barzellette e affini. Intanto anche a Udine, fra il serio e il faceto, si rumoreggia sulla possibilità dell’intitolazione di una via specifica. Qualcuno ci fa sapere che attuerà una raccolta di firme per sostenere la proposta di sostituire il nome della Via Spalato, sede della casa circondariale, con il nome dell’imprenditore che fra le sue performance aveva anche quella del pregiudicato. Sarebbe un bel segnale nel paese natale di Cesare Beccaria, che come è noto sosteneva che il carcere non deve essere considerato soltanto un luogo di reclusione per isolare persone delinquenti, ma deve anche essere un luogo di rieducazione per il reinserimento in società. E quale esempio di reinserimento più alto e lampante ci può essere nel fatto che, dopo l’espiazione della pena nel suo caso non carceraria ma di affidamento ai servizi sociali, Berlusconi è tornato a sedere, se pur per poco, negli scranni del Senato?