Gestione del turismo da parte del Governo “giallo-verde” preoccupante, allarme dell’ISVRA

Il consuntivo del primo anno di gestione del turismo da parte del Governo “giallo-verde” (ministro Gian Marco Centinaio, Lega) è preoccupante. A dirlo è  l’ISVRA – Istituto Italiano per lo Sviluppo Rurale e l’Agriturismo

“Il trasferimento delle competenze sul turismo al Ministero delle politiche agricole, annunciato con grande enfasi al momento della formazione del nuovo Governo (1 giugno 2018), è ancora in alto mare: il Dipartimento ministeriale per il turismo è ancora senza la Direzione generale più importante (quella delle politiche del turismo). Per il 2019 era stato indetto l’ “Anno del turismo lento”, ma nulla è stato fatto per organizzarlo, coordinando le iniziative delle Regioni e dei territori. Ormai siamo a giugno e il contributo che questo progetto avrebbe potuto dare allo sviluppo del movimento turistico, soprattutto dall’estero, è inevitabilmente vanificato. Sono tutti negativi i dati sul movimento di turisti nei primi due mesi del 2019:

-0,7% gli arrivi, -1,1% i pernottamenti; gli stranieri segnano -2,1% di arrivi e -1% di pernottamenti; gli italiani +0,2% di arrivi, -1,1% di pernottamenti. Si tenga presente che le stime dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) stimano la crescita del turismo nell’Area Mediterranea intorno a +7%.

Restano gli “annunci” del Ministro, i cui effetti concreti sono ancora tutti da dimostrare:

– firma di protocolli d’intesa con Argentina, Giappone e Cina;

– istituzione di un codice identificativo per tutte le offerte ricettive turistiche (anche locazioni brevi “private”) per contrastare l’evasione fiscale;

– accordo (inutile) con Google per la promozione degli agriturismi con il servizio “business” (già disponibile gratuitamente, e ampiamente utilizzato, a prescindere dall’accordo);

– programma di rafforzamento della formazione scolastica in materia di turismo (istituti tecnici e professionali specializzati), d’intesa col Ministro dell’Istruzione, ancora tutto da definire.

Per l’Italia, che è il quinto Paese al Mondo per movimento di turismo internazionale, è veramente poco”.