“Gommone sgonfio con 90 a bordo. Interviene, ma solo dopo 24 ore dall’allarme, la Marina italiana”
“Alle 9.05 abbiamo parlato con i migranti e anche se la connessione telefonica era pessima abbiamo capito che un’operazione di salvataggio è stata lanciata dalla Marina italiana, anche se questo non è ancora confermato dalle autorità italiane. Se è vero, il salvataggio è stato lanciato 24 ore dopo che le autorità sono state avvisate la prima volta”, Alarm Phone in sostanza denuncia non solo la presenza di un gommone in difficoltà con a bordo 90 persone, tra cui 15 bambini, un piccolo di 9 mesi e 20 donne, di cui una incinta ma, secondo le informazioni ricevute dai migranti, una bimba di 5 anni sarebbe già morta. Ma la notizia per fortuna è poi stata smentita. Così su Twitter Alarm Phone di Watch The Med “linea telefonica” istituita nell’ottobre del 2014 da reti di attivisti e rappresentanti della società civile in Europa e NordAfrica. Il progetto ha creato una linea telefonica diretta e autorganizzata per rifugiati in difficoltà nelle acque del Mar Mediterraneo. Offre ai rifugiati su imbarcazioni in difficoltà una seconda possibilità di diffondere il loro SOS. Il telefono di allarme documenta e mobilita in tempo reale. Così facendo, viene esercitata pressione ad effettuare salvataggi ogni volta che sia possibile e ci si oppone ai respingimenti e altre forme di violazioni dei diritti umani dei rifugiati. Insomma una nuova tragedia del mare al largo delle coste libiche si starebbe verificando.
“E’ necessario un intervento urgente” aveva aggiunge la Ong Mediterranea Saving Human sottolineando che “in zona” c’è la nave “P490 Cigala Fulgosi di @ItalianNavy”. Anche Sea Watch, che ieri ha lanciato l’allarme dopo l’avvistamento del gommone da parte di un aereo, chiede che i migranti a bordo siano immediatamente soccorsi. “Queste persone sono in pericolo da ore. Ci stiamo rifiutando di vederle”. Il gommone, secondo quanto riferito da Sea Watch, era stato individuato ieri mattina dal Moonbird, l’aereo dei piloti volontari che supporta le Ong, al largo delle coste libiche, già in acque internazionali e “a poche decine di miglia” dalla nave della Marina Militare. L’imbarcazione è stata monitorata per tutto il giorno, dicono ancora le Ong, ma nessuno è intervenuto. “Alle 22.50 -ricostruisce Alarm Phone in una serie di tweet – siamo stati contattati da una barca in difficoltà, le 90 persone a bordo hanno visto vari velivoli e un elicottero militare nelle vicinanze. Le autorità sono informate e un’imbarcazione della Marina Militare ha monitorato la situazione da vicino ma non ha offerto assistenza”. Con il passare delle ore, sostengono ancora le Ong, “la situazione sta degenerando”: non ci sarebbe più benzina a bordo e il gommone avrebbe anche cominciato a sgonfiarsi e ad imbarcare acqua. “Non lasciateli morire” è l’appello di AlarmPhone che pare, anche se tardivamente, avrebbe fatto scattare l’intervento della Marina Militare Italiana .
Il pattugliatore “Cigala Fulgosi” della Marina militare è infatti intervenuto in soccorso degli 80-90 migranti a bordo di un gommone che da ieri pomeriggio si trova in difficoltà al largo della Libia. Il recupero delle persone a bordo è ancora in corso. L’intervento, spiega la Marina in una nota ufficiale, è avvenuto “in acque internazionali a circa 90 miglia a sud di Lampedusa”. La Cicala Fulgosi “constatate le condizioni del natante con cento persone a bordo, di cui solo una decina provviste di salvagente individuale, motore spento, precarie condizioni di galleggiamento e considerate le condizioni meteorologiche in peggioramento, è intervenuta in soccorso delle persone che erano in imminente pericolo di vita”. Tutti salvi quindi i naufraghi 17 donne e 23 bambini. “Non risulta alcuna persona deceduta a bordo”, aggiunge la Marina sottolineando che, fra i cento migranti, ci sono anche 17 donne e 23 minori “per i quali è attualmente in atto la verifica delle condizioni di salute”. Ora si aprirà certamente la solita danza macabra di “porti chiusi”….