“Il problema sicurezza non si risolve con i cancelli” lo afferma Cristiana Morsolin candidata a sindaco del centrosinistra alle prossime amministrative a Monfalcone
Cristiana Morsolin candidata a sindaco per la coalizione del centrosinistra alle prossime elezioni amministrative a Monfalcone in questi mesi è stata spesso la voce dell’opposizione alla giunta di Anna Maria Cisint e questo spiega in parte il suo successo alle recenti primarie che l’ha vista in qualità di esponente de La Sinistra, prevalere sul candidato Dem Riccardo Cattarini e su Davide Strukelj. Oggi La Morsolin torna ad intervenire sulle criticità del suo comune: “Forse l’amministrazione e in particolare la sindaca (anche perché sembra sia sola al comando), afferma Morsolin in una nota, dovrebbe ripassare il concetto di bene pubblico o il concetto di degrado.
Infatti nonostante abbia defenestrato il suo assessore alla sicurezza non ha perso la mania di recintare, dividere e chiudere la città in piccoli lotti privati. Un’operazione non da poco per la tasche dei cittadini che sborsano non 87.000 euro, come ha dichiarato alla stampa, ma ben 105.480,43 euro (forse si è dimenticata dell’IVA al 22%, D.D. N.70 / 17-01-2022). Ma quale miracolo sociale dovranno fare questi cancelli? Risolveranno il problema dello spaccio di droga? Risolveranno il problema dell’abbandono scolastico? Non ci sembra che nelle linee guida per migliorare la situazione sociale di una città siano previsti i cancelli. Questo modo di fare serve solo ad avere un dubbio ritorno elettoralistico senza affrontare il serio problema delle dipendenze o dell’abbandono scolastico o della microcriminalità. I soldi vengono tolti dalla manutenzione delle strade e dei marciapiedi che, nonostante i libretti patinati che oggi il Comune distribuisce casa per casa (sempre a spese dei cittadini oltre 17.000 euro per la sola stampa), in periferia sono ancora molto dissestati. Purtroppo questa amministrazione che si vanta di aver chiuso lo sportello casa che faceva prestiti senza interessi per chi cercava casa, che si vanta di inaugurare case popolari ristrutturate dopo 6 anni con i fondi stanziati dalle amministrazioni precedenti e che soprattutto non ha messo un euro per il problema del rincaro delle bollette che spaventa i cittadini e le cittadine, è riuscita a perdere in 5 anni (dal 2016 al 2020, Open Bilanci) 2,4 milioni di euro per l’inclusione sociale e 400.000 euro sulla disabilità. Un vero capolavoro. Ma la cifra di questa amministrazione sta anche nelle cose più piccole, infatti con la determina n. 2564 del 06/12/2021 vengono restituiti più di 50.000 euro allo Stato di contributi non spesi per le pari opportunità. Un grave esempio di cattiva amministrazione. Aver tolto la microarea in centro, con la scusa delle spese (36.000 euro l’anno), quando vediamo che se ne fanno molte di più in altri ambiti, ha contribuito ad aumentare la solitudine di giovani ed anziani che si ritrovano oggi senza sostegno del comune, che non sia rappresentato da kg. di ferro. Per fortuna come centrosinistra abbiamo proposte innovative, legate all’attualità e non novecentesche per risollevare le sorti di questa città”.