Il sottosegretario per le Infrastrutture e senatore della Lega Armando Siri è indagato dalla procura di Roma per corruzione
Un colpo al cerchio e uno alla botte. Negli scorsi giorni la vicenda di presunta malversazione nella sanità Umbra con le dimissioni della presidente della regione Catiuscia Marini indagata per concorso in abuso d’ufficio, violazione di segreto e falso, di questa mattina il sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e senatore della Lega Armando Siri è indagato dalla procura di Roma per corruzione. Secondo le accuse avrebbe intrattenuto frequenti rapporti con un faccendiere impegnato nel settore dell’energia – Paolo Arata, docente universitario, genovese come Siri, ex deputato nazionale di Forza Italia – su cui indagano da tempo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo e gli investigatori della Dia per i suoi contatti con l’imprenditore Vito Nicastri, il “re” dell’eolico ai domiciliari perché ritenuto vicino all’entourage del superlatitante Matteo Messina Denaro. Accuse davvero pesanti de che fossero provate farebbero impallidire la vicenda umbra derubricandola, in un ideale classifica di reati, ad anni luce di distanza anche perchè, è risaputo che nella sanità gestita dalle Regioni è stat foriera da sempre di pilotaggio in appalti e nomine. Verrebbe da dire l’evangelico ma non giustificativo “chi non ha peccato scagli la prima pietra”. Restano comunque due episodi che, anche se ovviamente tutti sono innocenti fino al terzo grado di giudizio, gettano l’ennesima ombra sul sistema politico italiano e sugli uomini e donne che lo frequentano. Indubbie comunque le possibili ripercussioni sulla campagna elettorale in atto, in qualche modo però le due vicende, almeno mediaticamente, si controbilanciano. Resta vedere se il sottosegretario Siri deciderà di compiere il passo opportuno di mettersi da parte lasciando almeno la carica di sottosegretario. Sarebbe un buon segnale al paese.