Impianti nucleari sotto mira di bombe e missili. Nessuna sicurezza da follie di guerrafondai e terroristi
Gli attacchi alle centrali ucraine dimostrano che in caso di guerra diventano obiettivi militari. Che l’Europa e il mondo ripensino ad ogni ipotesi di sviluppo dell’opzione energetica atomica. L’energia nucleare infatti viene presentata, quasi sempre, o come un male assoluto da combattere o come miracolosa pozione per risollevare l’economia nazionale e la crisi energetica. In realtà le due posizioni non sono corrette, o meglio vi sono pro e contro, ma come purtroppo abbiamo potuto vedere in questi giorni i rischi superano di gran lunga i benefici, perché il problema del comportamento degli uomini diventa fattore predominante. Infatti se gli eventi naturali si possono in qualche modo prevedere nei loro effetti, anche se il caso di Fukushima indurrebbe a prudenza anche da questo punto di vista soprattutto in tempi di cambiamenti climatici e conseguenti eventi estremi. Dando quindi per buona la possibilità teorica di prevedere tutto, con accorgimenti tecnici si potrebbero azzerare i rischi al 99,99%, non così però quando la follia della guerra invade i territori dove sono posizionate le centrali e questo non è prevedibile soprattutto in tempi di stravolgimenti geopolitici globali e follie terroristiche. Gli episodi di guerra in Ucraina nei pressi delle centrali nucleari che diventano teatro di scontri se non addirittura obiettivi di attacchi, dovranno far meditare molto i fautori dell’opzione nucleare che anche nel nostro paese si sono fatti recentemente sentire sponsorizzando un nucleare “pulito” che tale è finchè non diventa sporchissimo. Pariamo del principio di precauzione ovviamente, Del resto che vi fossero dei rischi anche per azioni di natura terroristica era già fattore conosciuto, ma oggi che son cadute bombe vicinissime ai reattori della più grande centrale europea, bisognerebbe per l’ennesima volta mettere una pietra tombale sull’energia nucleare. Certo i benefici teorici dall’opzione nucleare per l’ambiente vi sono (scorie da smaltire a parte), una centrale nucleare non emette CO2, non produce anidride carbonica ed ossidi di azoto e di zolfo, principali cause del buco nell’ozono e dell’effetto serra. Ma questi benefici si possono avere anche con le rinnovabili a patto che si faccia sul serio e senza correre il rischio che un fallout nucleare contamini per millenni campi e città come avvenuto a Chernobyl.
Sul piano dei rischi infatti quanto avviene in caso di incidente in una centrale è devastante e spesso incontrollabile. La storia del passato ha già mostrato la gravità delle conseguenze degli incidenti alle centrali nucleari e i rischi corsi dall’Europa in questi giorni non possono che rafforzare i dubbi. Dall’incidente di Chernobyl a quello di Fukushima, la sicurezza delle centrali nucleari è diventato plasticamente uno dei principali aspetti critici dell’energia nucleare per uso civile. Del resto le radiazioni a cui la popolazione viene esposta in caso di incidente, anche sui sopravvissuti, causano un altissimo rischio di morte per leucemia e tumore per non parlare delle mutazioni su animali e piante. Vero è che negli ultimi anni il progresso tecnologico ha notevolmente migliorato la sicurezza delle centrali nucleari dotate di reattori di ultima generazione, si è lavorato moto sulla rindondanza dei sistemi di sicurezza, ma poco si può fare se un missile un bombardamento centra non tanto il reattore, che in genere è molto protetto da metri di cemento armato, ma i sistemi accessori, come quelli che forniscono energia d’emergenza alle pompe di raffreddamento. A Fukushima l’allagamento dei generatori d’emergenza ha provocato il disastro dato che i progettisti avevano previsto il rischio tsunami ma basandosi sul fatto che in passatole onde erano arrivate solo ad una certa altezza, venendo però smentiti da una “natura” che se ne impipa delle teorie di ingegneri e progettisti. Del resto la rindondanza dei sistemi non crea sicurezza assoluta. Basti pensare agli aerei passeggeri, che hanno svariati sistemi di duplicazione di comandi e sistemi elettronici e che qualche volta, poche per fortuna, cadono lo stesso per ragioni tecniche.