Infortuni mortali, nel 2023 tragica escalation. Nel primo semestre vittime più che triplicate rispetto al 2022
Già prima delle cadute dai tetti che hanno funestato la fine di luglio e della tragedia di Tarvisio, costata la vita ai due soccorritori della Guardia di Finanza che si stavano addestrando in parete, l’andamento degli infortuni mortali sul lavoro in Friuli Venezia Giulia mostrava un drammatico peggioramento. Le morti bianche rilevate dall’Inail in regione nei primi sei mesi dell’anno sono infatti ben 13, tre in più degli infortuni mortali verificatisi nell’intero 2022 e più del triplo rispetto ai 4 casi del primo semestre dello scorso anno.
«I dati Inail – dichiara il segretario regionale della Cgil Villiam Pezzetta – rafforzano purtroppo l’allarme sicurezza, lanciato più volte dalla Cgil e dagli altri sindacati negli ultimi mesi, caratterizzati da una forte recrudescenza dell’andamento infortunistico, proseguita purtroppo nel periodo estivo, anche a causa dell’emergenza maltempo e degli interventi straordinari ad essa legati. Di ben scarsa consolazione, vista l’impennata dei casi mortali, la flessione nel numero totale di infortuni denunciati in regione, in calo dell’11%. Da segnalare anche come il dato regionale sia in controtendenza rispetto all’andamento nazionale, che vede invece una lieve riduzione dei morti sul lavoro rispetto allo scorso anno».
Indispensabile, per il segretario generale della Cgil Fvg, «una forte presa di coscienza da parte di tutti, imprese, mondo del lavoro, istituzioni, per rafforzare le misure di prevenzione, la formazione sulla sicurezza, i controlli e la vigilanza sul rispetto delle norme in materia di sicurezza, il rafforzamento della rete dei rappresentanti dei lavoratori sulla sicurezza sia aziendali che territoriali, con un ruolo concreto e non formale». Pezzetta ricorda anche come la sicurezza sia uno dei grandi temi al centro della mobilitazione nazionale della Cgil, che proseguirà il 30 settembre con una manifestazione a Roma. Tra le proposte sul campo anche l’introduzione di una patente a punti per incentivare la piena applicazione delle norme su prevenzione, formazione e sicurezza da parte delle imprese. «Ma è importante – conclude il segretario regionale della Cgil – anche il ruolo che possono svolgere le regioni, dalle politiche sulla formazione al rafforzamento degli organici dei servizi di prevenzione e sicurezza delle Aziende sanitarie».