Non solo Gaza. “L’impatto dei conflitti armati sui bambini e le bambine”. Conferenza a Roma della Universities Network for Children in Armed Conflict

 “Il coinvolgimento dei bambini nei conflitti, nelle diverse aree del mondo, rappresenta una delle principali emergenze su scala globale. Spesso sono vittime, come è avvenuto per esempio con tantissimi bambini ucraini rimasti uccisi a causa dell’aggressione russa in Ucraina. In altri casi sono coinvolti addirittura come bambini soldato, che allo stato attuale risultano essere oltre 300mila tra tutte le guerre oggi in corso. Occorre quindi rafforzare le sinergie e la cooperazione tra gli Stati, le istituzionali internazionali e le organizzazioni non governative per garantire la tutela dei diritti umani per i minori nei conflitti, ma anche nelle fasi post – conflitto a partire dal diritto all’istruzione e all’accesso alle cure fondamentali”. A dichiararlo è la vicepresidente del Parlamento Europeo in rappresentanza dell’Italia Pina Picierno in occasione della conferenza “L’impatto dei conflitti armati sui bambini e le bambine” della Universities Network for Children in Armed Conflict – UNETHCAC.
La conferenza, organizzata dal Network, in collaborazione con l’Istituto di Studi Politici Internazionali “S. Pio V,” si è svolta questa mattina nella Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati e ha avuto come oggetto di analisi e dibattito: la medesima urgenza – aggravata dall’attuale contesto – di garantire ai minori una adeguata protezione e il rispetto dei loro diritti fondamentali, per prevenire gli abusi dei quali continuano ad essere vittime.
La conferenza di UNETCHAC è stata, infatti, l’occasione per presentare i risultati del progetto “I Piani di azione nazionali sulla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 1325 e l’impatto dei conflitti su bambini e bambine”. Il progetto è realizzato dal Network in collaborazione con l’Istituto “S. Pio V” e sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Italiano.
Nell’ambito del progetto è stata condotta per la prima volta in parallelo, tra diverse università, una ricerca quali-quantitativa su 4 continenti sulla situazione di bambini e bambine in conflitto armato e post conflitto. La ricerca si è concentrata, in particolare, nei paesi dell’Africa, dell’Asia, del Sud America e dell’Europa (in particolare Kosovo e Ucraina).
A partecipare alla conferenza, alla presenza di oltre cento studenti dei licei e degli istituti superiori romani, sono stati i ricercatori e i giuristi di UNETCHAC provenienti dai diversi paesi (Africa; Asia; Italia; Kosovo; Slovenia; Sud America; Sud Africa; UK; USA) che si sono confrontato con i Rappresentanti del Senato Italiano, delle Istituzioni internazionali, del mondo associativo e della Società Civile, tra i quali Raffaele Nevi, Fausto Pocar, Professore Emerito _ Università di Milano e Presidente UNETCHAC, Paolo De Nardis, Professore Emerito _Università di Roma “La Sapienza” e Presidente dell’Istituto di Studi Politici Internazionali “S. Pio V”.
“Siamo fieri di presentare in Italia il risultato di questo lavoro di ricerca che ci ha visto e che tutt’oggi ci vede unire forze e competenze per proteggere i minori che subiscono i conflitti armati”, ha dichiarato Laura Guercio, Segretario Generale di UNETCHAC. “Ad oggi i dati sono allarmanti: nella sola Ucraina – dall’inizio del conflitto ad oggi – secondo i dati accertati dai nostri ricercatori sono 510 i bambini uccisi; 2024 i minori scomparsi, oltre 1140 i feriti. Ma i bambini sono tragicamente le vittime in tutti i conflitti, da quelli di cui se ne parla poco a livello di opinione pubblica, come quello della Repubblica Democratica del Congo, a quelli più mediaticamente attenzionati, come quello che si combatte sui territori palestinesi e israeliani. Dati che risultano in continua crescita e che saranno raccolti nel report e nella mappa virtuale dell’UNETCHAC indirizzate alle scuole e alle università internazionali. La ricerca – ha aggiunto Guercio – è lo strumento che ci ha consentito di analizzare le violenze e gli abusi dei quali i bambini sono vittime, in forma diretta o indiretta, e che oggi ci permette di individuare, mettere in campo e implementare gli strumenti giuridici internazionale con i quali concorrere alla loro protezione. Abbiamo operato, in tal senso, nell’ambito del Quarto Piano di azione nazionale italiano relativo alla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu 1325 su donne, pace e sicurezza che pone una particolare attenzione nei confronti dei bambini. Nel corso del progetto abbiamo sviluppato un confronto con i Piani d’azione nazionali sulla Risoluzione 1325 dei Paesi che sono stati oggetto della ricerca sulla specifica tematica delle misure volte a garantire la protezione dei minori”.
Nel corso dell’evento sono state conferite due borse di studio della UNETCHAC alla memoria di Francesca Tardioli, già Ambasciatrice Italiana in Australia e di Maria Caterina Federici, già Professoressa in Sociologia che hanno dedicato la loro esistenza alla ricerca, alla cooperazione e alla difesa dei diritti umani. Le borse di studio saranno indirizzate agli studenti internazionali che si sono contraddistinti nel corso delle attività formative del Network, tra i quali la giovane studentessa ucraina Olena Krytska.
La conferenza si è conclusa con l’UNETCHAC International Award 2023, il premio che sarà conferito a coloro che, nei diversi settori, si sono impegnati nella sensibilizzazione della situazione dei più vulnerabili, tra cui appunto i bambini in conflitto armato.
Si tratta di Grazia di Michele, cantautrice, musicista, musico terapeuta e insegnante di canto “Per il significativo impegno nel promuovere e divulgare attraverso l’arte e la musica la coscienza e la consapevolezza sociale sui diritti dei bambini”; Marini De Livera, avvocato per i diritti umani e fondatrice di Sister’ s in Law (Sri Lanka) “Per la costante dedizione e l’instancabile impegno volto alla protezione dei bambini vittime di attività criminali e conflitti armati”; e Americo Sardinha, coordinatore nazionale del Programma Bravo della Comunità di S. Egidio “Per il suo costante impegno nello sviluppo e nel coordinamento del Programma BRAVO della Comunità di S. Egidio in Mozambico che si propone di garantire ai bambini particolarmente vulnerabili il diritto fondamentale alla identità legale”. (Fonte aise)