Persecuzioni e discriminazioni degli anni ’30 e ‘40: tra storia e memoria, testimonianze e mostra all’ateneo di Udine
Far conoscere storia e memorie delle persecuzioni degli anni ’30 e ’40 del secolo scorso, per contribuire a sviluppare la consapevolezza dei meccanismi di discriminazione, possibili anche nelle società odierne. È l’obiettivo del progetto europeo “Meeting Memories: learning from the past to confront dehumanization today” che si concluderà all’Università di Udine giovedì 26 maggio. La giornata si aprirà alle 9, nella sala “Gusmani” di Palazzo Antonini (via Petracco 8, Udine) con la conferenza-incontro con due sopravvissuti dei campi di concentramento fascisti in Italia e Croazia. Aprirà l’incontro il saluto della direttrice del Dipartimento di Lingue e Letterature, Comunicazione, Formazione e Società, Fabiana Fusco. Prenderanno poi la parola la coordinatrice del progetto e direttrice dell’associazione Documenta, Vesna Teršelič, e la storica, Nataša Mataušić. Quindi le testimonianze dei due sopravvissuti ai campi di Arbe, Marija Šimić, e di Gonars, Slavko Malnar, e il dialogo con i partecipanti all’incontro. L’incontro sarà moderato da Natka Badurina, docente di slavistica all’Università di Udine, e da Elisa Copetti, traduttrice dalle lingue croata e serba. Alle 12, nel Velario del Palazzo di Toppo Wassemann (via Gemona 92, Udine), sarà inaugurata la mostra “Qui si parla italiano, qui si saluta romanamente…”. La illustreranno i curatori, la storica Nataša Mataušić, il fotografo Saša Kralj e Alice Straniero che ha coordinato le attività e i laboratori del progetto. La mostra comprende un’introduzione storica, sul tema dei campi di concentramento fascisti, e la sezione che espone i lavori – fotografie e fumetti – dei partecipanti ai laboratori del progetto. La mostra resterà aperta fino al 17 giugno, dalle 14 alle 18, solo nei giorni lavorativi. Il progetto “Meeting Memories” ha coinvolto sette partner di sei Paesi: Bosnia Erzegovina, Croazia, Germania, Italia, Serbia e Slovenia. Fra le varie attività svolte, i laboratori di fotografia e fumetto, i seminari per insegnanti e giovani lavoratori, e le visite ai resti dei campi di Gonars e Visco, e alla Risiera di San Sabba a Trieste. Il progetto è finanziato dal programma europeo “Europe for citizens”.
I due testimoni.
Slavko Malnar (Ravnice, Comune di Čabar, 1937), dopo che i fascisti diedero fuoco al suo villaggio il 26 luglio 1942, aveva cinque anni quando fu portato, insieme alla maggior parte degli abitanti del paese, nel campo italiano di Kampor, sull’isola di Rab. Nella primavera del 1943 lui e la madre furono trasferiti al campo di Gonars. Gli orrori che ha subito e ha assistito da bambino hanno segnato la sua vita per sempre. Ha terminato la sua formazione nel 1980, diplomandosi alla Scuola superiore di economia di Pola. Durante e dopo la laurea ha svolto diverse occupazioni. Ha lavorato nella Forestale di Tršće (1960-1984), al servizio di contabilità sociale a Čabar, in una fabbrica di prodotti chimici e in banca a Rijeka. Era impegnato in organizzazioni socio-politiche e sportive. Insieme a Željko Malnar è stato autore ed editore dello spettacolo “Under the Old Roofs” su Radio Čabar. Dopo il pensionamento, dal 1992, si è dedicato ai suoi hobby e alle sue grandi passioni: scoprire parole del dialetto locale e scrivere. Ha scritto diversi libri sulla lingua, il dialetto e la storia del territorio in cui è nato e vive, per i quali ha ricevuto alcuni premi.
Marija Hećimović, sposata in Šimić (Prezid, 1942). Sua madre Franka era una casalinga e contadina e suo padre un minatore della Lika. Nel 1942 nasce per caso nella città natale di sua madre, Prezid. Dopo l’entrata dell’esercito italiano a Prezid, nel luglio 1942, fu portata con sua madre e la maggior parte degli abitanti del villaggio, all’età di tre mesi, al campo italiano di Kampor, sull’isola di Rab e da lì al campo di Gonars. Dopo la capitolazione d’Italia giunse a Zagabria con la mamma dove furono accolte dalla famiglia di Dorica Vilharovci, amica di sua madre. Ha terminato la scuola primaria e secondaria a Perušić e Prezid e la scuola per insegnanti a Rijeka. Dopo aver finito la scuola, ha lavorato come insegnante a Novo Pazarište. Oggi vive a Prezid.