Refugees Welcome Italia: Lampedusa è un fallimento annunciato

Refugees Welcome Italia  è una organizzazione indipendente che promuove la mobilitazione dei cittadini e delle cittadine per favorire l’inclusione sociale di persone rifugiate e migranti. Si tratta di persone animate dal desiderio di rafforzare la coesione sociale nelle  comunità, attraverso la creazione di relazioni tra persone che difficilmente si incontrerebbero da sole. L’associazione sostiene e promuove in sostanza l’accoglienza in famiglia. L’utilizzo del cosiddetto mentoring   che si basa sul coinvolgimento emotivo ed empatico fra soggetti diversi  tra i quali si instaura una sinergia in questo caso finalizzata al sostegno alle persone rifugiate e migranti, che spesso incontrano numerose barriere alla piena espressione delle loro potenzialità, dei loro desideri e dei loro progetti. In sostanza l’associazione favorisce l’incontro e la conoscenza reciproca tra le persone, per superare paure, stereotipi e pregiudizi e contribuire alla creazione di una società più curiosa e vitale.  A livello operativo, Refugees Welcome Italia si compone di uno staff centrale e di gruppi territoriali attivi in diverse città italiane ma non in Fvg. Ebbene in una nota l’associazione esprime profonda preoccupazione per quello che sta accadendo sull’isola di Lampedusa, dove migliaia di persone sono costrette a vivere in una struttura sovraffollata in condizioni terribili o ad aspettare sotto il sole per ore prima di ricevere assistenza. Si tratta di uomini, donne e bambini stremati da viaggi lunghi e pericolosi, che spesso hanno subito violenze e abusi nei paesi di origine o di transito. Pochi giorni fa, un neonato di 5 mesi ha perso la vita, dopo essere caduto in mare poco prima che la barca su cui viaggiava con altre 46 persone tra cui la madre, una ragazza minorenne in fuga dalla Guinea, venisse soccorsa dalla Guardia Costiera. Questa situazione spiegano da  Refugees Welcome Italia,  è l’ennesimo fallimento annunciato di un approccio emergenziale, che ha portato ad un progressivo indebolimento del sistema di accoglienza. Le politiche di deterrenza, basate su respingimenti e controllo dei confini, oltre ad essere disumane, sono inadatte a gestire un fenomeno complesso e strutturale come la migrazione. Serve un cambio di passo delle politiche nazionali ed europee. Servono soluzioni di lungo termine che rimettano al centro le persone e i loro diritti: creare una missione di salvataggio in mare, incrementare canali di accesso sicuri e visti per studio o lavoro, facilitare i ricongiungimenti familiari. È necessario investire su un sistema di accoglienza dignitoso, invece che smantellarlo come si è fatto negli ultimi anni, potenziando le strutture diffuse ed integrate nel territorio. Occorre un piano europeo per l’accoglienza e la redistribuzione di richiedenti asilo che superi il Regolamento di Dublino e che non sia gestito su base volontaria.