Sinistra Italiana su Agricoltura e fotovoltaico: un approccio di sistema. “Piano energetico Fvg falla incomprensibile e non tollerabile”

Qualche giorno dopo la discussione in IV Commissione regionale, ragionando di politiche dell’energia e di sostenibilità in FVG, riteniamo sia opportuno richiamare un concetto importante che da oltre un decennio anima il dibattito internazionale sui temi della sostenibilità, a partire dalla Conferenza “The Water, Energy and Food Security Nexus – Solutions for the Green Economy”, tenutasi nel 2011. La Conferenza, svoltasi a Bonn sotto l’egida del governo tedesco, fu organizzata in preparazione del summit Rio+20. Il focus della discussione era il seguente. A parlare sono Fabiano Miceli – Delegato per i temi agricoli – Sinistra Italiana FVG e Michele Ciol – Responsabile transizione energetica – Segreteria Sinistra Italiana FVG che spiegano: “I diversi interventi che, a diverso livello di scala, sono possibili per una migliore gestione dell’acqua, dell’energia e della produzione di cibo, richiedono che la governance di questi fattori sia condotta in modo integrato e trasversale. Elementi fondamentali per la nostra esistenza come degli ecosistemi, la gestione dell’acqua, dell’energia e la produzione di cibo sono infatti inestricabilmente connesse. Sbagliato dunque mantenere un approccio settoriale: intervenendo sulla gestione di uno di essi inevitabilmente si rischia di mettere in crisi uno o entrambi gli altri. Gli esempi di questa interdipendenza sono peraltro facili da riconoscere: la produzione di cibo in agricoltura spesso richiede imponenti riserve di acqua e può avvenire a diversi livelli di input, in particolare fertilizzanti e meccanizzazione, dunque di energia. Lo sfruttamento idroelettrico delle acque della montagna tende ad andare in conflitto con la disponibilità ai fini irrigui o anche per finalità turistiche (ad esempio da noi, il lago di Cavazzo). Gli impianti fotovoltaici, nonostante i miglioramenti di efficienza sono caratterizzati da bassa densità di potenza, se collocati direttamente sui suoli a seminativo erodono una risorsa limitata ed irriproducibile quale il suolo agrario e impattano in modo elevato sul contesto del paesaggio. Altro sarebbe se venissero posizionati su coperture di fabbricati o superfici dismesse: cave esaurite, pertinenze delle ex caserme etc. Tuttavia, in questi casi la società proponente dovrebbe preventivamente occuparsi della bonifica di tali aree: dunque molto più conveniente per entrambi i soggetti un bel contratto trentennale d’affitto per una superficie agricola. Il cosiddetto agrivoltaico rischia di far passare proposte di nuovi impianti vecchio stile. Ad esempio, per il progetto “Leonacco basso” approvato ed ormai a inizio lavori, la componente agri- è rappresentata da alcuni alveari, gestiti da un apicoltore e peraltro già presenti ora. Le api non vedranno sicuramente l’ora di bottinare attorno ai pannelli. Il tutto anche in questo caso in omaggio al totem della crescita. E quindi del capitalismo finanziario, che confligge comunque con la realtà fisica. “Chi pensa sia possibile una crescita illimitata in un mondo finito, o è un pazzo o un economista”. Nell’ultimo trentennio, pesantemente caratterizzato dalla visione neo-liberista, il tema del risparmio energetico (un tempo si parlava di NegaWatt) è scomparso dal dibattito pubblico. Viceversa, una visione più sobria della nostra vita e delle esigenze energetiche va necessariamente ripristinata. Per quanto ci suggerisce l’approccio Nexus, in tal modo si aprono spazi alla tutela ed alla sostenibilità delle altre componenti: acqua e produzione di cibo. Rispetto al nostro territorio e quindi alle responsabilità in capo alla Giunta della regione autonoma FVG, è del tutto evidente come l’inattualità del piano energetico regionale sia una falla incomprensibile e non più tollerabile. Sempre per il territorio del Friuli Venezia Giulia, ci sentiremmo di chiedere alle università ed ai centri di ricerca, di cui siamo ben dotati e che sappiamo essere impegnati in una moltitudine di progetti di ricerca nazionali ed europei, anche sui temi della sostenibilità, di offrire una solida sponda scientifico-tecnica rispetto a questo approccio”.