Tunisia: fermata la presidente della ONG Mnemty che difende i diritti dei migranti
E’ accaduto circa una settimana fa ma si è saputo solo oggi, la Lega tunisina per la difesa dei diritti umani ha reso nota la decisione della corte tunisina di trattenere in custodia la presidente della ong Mnemty, che lotta contro il razzismo e per la difesa dei diritti dei migranti, dopo che questa era stata fermata. Non sono state ancora chiarite le ragioni del verdetto, giunto poche ore dopo le dichiarazioni del presidente tunisino Kaïs Saïed, in cui egli attaccava alcune organizzazioni che difendono i diritti dei migranti provenienti dai paesi subsahariani dell’Africa. Secondo quanto riportato dalla Lega tunisina per i diritti umani martedì 7 maggio, la corte ha decretato la custodia cautelare per la presidente della ong Mnemty. Il presidente della Lega, Basem al-Tarify, ha dichiarato all’agenzia di stampa francese che è stato emesso un ordine di custodia cautelare di cinque giorni nei confronti di Saadia Mosbah, per svolgere ulteriori accertamenti.
I media locali hanno riportato che la polizia ha fermato Mosbah la notte fra lunedì 6 e martedì 7 maggio, poiché coinvolta in un’indagine per reati finanziari. Martedì, l’associazione Mnemty ha chiarito, in un comunicato, che “le forze di sicurezza hanno fermato la presidente dell’organizzazione Saadi Mosbah, dopo aver perquisito la sua casa. In seguito, è stata portata assieme al project manager della ONG, Zied Rouin, presso la sede dell’organizzazione, che è stata anch’essa perquisita. Inoltre, la perquisizione è durata fino a tarda mattinata, quando Zied Rouin è stato rilasciato, mentre Saadia Mosbah è rimasta sotto custodia per ulteriori indagini”.
L’associazione ha denunciato quanto accaduto spiegando: “noi siamo il capro espiatorio per la mancanza di un approccio e di soluzioni, da parte del governo, alla questione dell’immigrazione illegale”. Di conseguenza si chiede la liberazione immediata di Mosbah e di bloccare tutti procedimenti penali contro di lei e contro Mnemty. Lunedì 6 maggio, durante una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, il presidente Saïed aveva dichiarato: “Le associazioni che frignano e versano lacrime sui media, ricevono ingenti fondi dall’estero”. E ha poi aggiunto: “Coloro che dirigono queste organizzazioni sono per lo più dei traditori, e spetta all’ente responsabile degli accertamenti finanziari fare delle verifiche.” Varie volte Saïed ha fatto riferimento a dei finanziamenti sospetti riferendosi all’organizzazioni attive nel paese, e ha invitato a fare delle indagini nei loro confronti. Già nel febbraio 2023 Saïed aveva condannato quello che definiva l’arrivo di “orde di migranti illegali” dall’Africa sub-sahariana, parlando di una “cospirazione per cambiare la composizione demografica” del paese. Come è noto la Tunisia rappresenta uno dei principali punti di partenza dei migranti illegali diretti verso le coste italiane attraversando il mar Mediterraneo ed è terreno privilegiato per la realizzazione del “blocco navale” che è diventato “desertico” tanto caro alla presidente del Consiglio Meloni.