Agricoltori in corteo a Udine respingono le accuse: “non possiamo essere indagati per il lavoro che facciamo”

Sono stati poco meno di 150 i trattori che hanno attraversato rumorosamente la città, raggiungendo la sede udinese della Regione Fvg, in via Sabbadini, la manifestazione come è noto era stata indetta dal Comitato spontaneo degli agricoltori, terzisti, conduttori e proprietari della terra, nato come risposta spontanea e nonostante il tavolo di discussione aperto fra la Regione e le associazioni di categoria dopo l’apertura dell’inchiesta della Procura a Udine, per reato ambientale per il presunto utilizzo “maldestro” da parte di centinaia di coltivatori friulani di un prodotto chimico, il ‘Mesurol’, che se usato in maniera non conforme alle procedura provoca danni all’ambiente e nel caso friulano la moria delle api. Ma gli agricoltori friulani respingono le accuse e sono scesi per le strade del capoluogo friulano per dimostrare il loro disappunto. Una contro la quale si era schierata Coldiretti che ieri aveva preso le distanze. Motivo della spaccatura il fatto che Coldiretti Fvg teme che la manifestazione odierna possa rovinare quanto costruito in occasione dell’incontro con la Regione e le associazioni degli apicoltori avvenuta nei giorni scorsi: “In un momento in cui siamo riusciti a ricostruire tutti assieme un clima meno teso e a riaprire il dialogo, dispiace che una manifestazione così confezionata, con tanto di trattori, possa produrre l’effetto opposto e rialimentare le polemiche. Meglio sarebbe stato attendere l’esito delle indagini. La Coldiretti, non a caso, ribadisce il massimo rispetto per il lavoro della magistratura, ma auspica anche tempi più brevi di quelli che si stanno vedendo, visto che assistiamo dal 5 marzo alla notifica di decreti di sequestro senza che sia possibile prevedere quando arriverà la parola fine. La Coldiretti – conclude Pavan – continua ad assistere i soci interessati dalla vicenda e lavora per garantire certezze ai soci non coinvolti, inevitabilmente disorientati dalla situazione, e pensa più un generale a un futuro di riforme. A partire da quella dell’Ersa. Ricerca e assistenza tecnica devono necessariamente coinvolgere i diretti interessati in modo da far crescere una consapevolezza comune per la salvaguardia della biodiversità e la sostenibilità ambientale”. Gli agricoltori disubbidienti hanno lasciato i trattori in strada affollando l’auditorium Comelli dove si svolgeva un convegno presenti i vertici della Regione chiedendo chiarezza alle istituzioni. “Siamo in periodo di semina – è stato detto – vogliamo avere la certezza sui prodotti che utilizziamo. Non possiamo essere indagati per il lavoro che facciamo”.
Anche il mondo della politica si è fatto sentire, in particolare in una nota, il segretario regionale del Pd Fvg Cristiano Shaurli che nella giunta Serracchiani era assessore regionale all’Agricoltura chiede di “evitare contrapposizioni e semplificazioni”: “Appare incredibile che tutti i ‘problemi’ che hanno interessato agricoltura e agroalimentare negli ultimi mesi nascano in Friuli Venezia Giulia: Sauvignon, San Daniele, latte e ora il mais e la moria delle api. E’ veramente difficile credere che i nostri agricoltori siano i più disattenti o disonesti d’Italia, ancor più se paragonati a quelli di altri territori, magari vicini a noi, dove si pratica un’agricoltura massiva e industrializzata”. Così il segretario regionale del Pd Shaurli, commentando la manifestazione degli agricoltori friulano che oggi a Udine si sono riuniti nell’auditorium Comelli nella sede della Regione in via Sabbadini.
“Se il rispetto verso la magistratura e le sue prerogative non è in discussione” – sottolinea Shaurli, “dobbiamo anche rivendicare con orgoglio gli enormi progressi fatti in regione sul versante della sostenibilità ambientale, e sarebbe sbagliata qualunque semplificazione nei giudizi. Quindi evitiamo qualsiasi contrapposizione e rilanciamo insieme una politica agricola moderna, capace di affrontare le nuove sfide ambientali ma anche conscia della storia e della qualità delle nostre produzioni. Con l’orgoglio di poterci misurare alla pari con qualsiasi altro territorio italiano”.
“Ho conosciuto da vicino i nostri agricoltori – aggiunge Shaurli – e il loro lavoro: siamo una Regione con i controlli fra i più severi d’Italia, abbiamo avuto l’aumento di produzioni biologiche più alto a livello nazionale, la ‘lotta integrata’ in viticoltura come in cerealicoltura qui hanno una storia consolidata che altri ci invidiano. In Friuli Venezia Giulia, per fortuna, non abbiamo colture massive sotto le finestre delle scuole o che deturpano il territorio e solitamente sono i nostri agricoltori – conclude – i primi a isolare chi non rispetta le regole”.