Al Circolo Nuovi Orizzonti Arci di Udine, lo scrittore e attivista Michele Guerra presenta il reading multimediale “La breve utopia (Mariupol DramTeatr)”
“Ho attraversato l’Ucraina per tre estati consecutivi, da quando è scoppiata la guerra. Ho vissuto esperienze di ogni genere. Ma Mariupol ho potuto vederla soltanto attraverso le voci dei sopravvissuti” afferma lo scrittore e attivista Michele Guerra .
Sono passati tre anni dal 16 marzo 2022, quando le forze russe hanno bombardato e distrutto il teatro di Mariupol, nel sud dell’Ucraina .
Quello straordinario luogo di cultura nei venti giorni precedenti era stato trasformato in un rifugio per migliaia di civili assediati dai bombardamenti e molti, quella mattina, vi trovarono la morte.
Il reading scritto da Michele Guerra, intitolato “ La breve utopia (Mariupol Dramteatr) ”, parte da questo anniversario per raccontare una straordinaria storia di resistenza civile, dando voce ai sopravvissuti con testimonianze esclusive, dirette e indirette, raccolte dall’autore.
Lo spettacolo è in programma domani, domenica 16 marzo alle 18, al Circolo Nuovi Orizzonti Arci (via Brescia 3, loc. Rizzi, Udine).
L’autore attraverso l’utilizzo di materiale multimediale, tra i quali i video originali di Serhij Zabohonsky (attore del DramTeatr) e dei cittadini di Mariupol, le fotografie realizzate da Evgeny Sosnovsky e contributi video del Center for Spatial Technologies ( https://theater.spatialtech.info/en ), ricostruisce le tre settimane di quella breve esperienza.
La rappresentazione scenica sarà accompagnata dalle musiche di Cristiano Deison , Andrea Bellucci e Andrea Gastaldello “Mingle” .
SINOSSI
Il 24 febbraio 2022, la direttrice delle luci del DramTeatr di Mariupol, Yevhenia Afendikova, decide di trascorrere la seconda notte di bombardamenti all’interno del teatro con sua figlia, che ha solo otto anni.
Il teatro è completamente vuoto poiché la direzione ha già sospeso le prove e gli spettacoli in calendario a causa dell’aggressione russa.
Dal giorno successivo attori, tecnici, impiegati del teatro si uniscono a lei e con l’ausilio dei primi civili sfollati iniziano a realizzare un vero miracolo, quasi sconosciuto alle autorità civili e militari della città.
Per venti giorni, fino alla sua distruzione, il teatro di Mariupol sarà un riparo universale in una città sotto assedio, un esempio di resistenza civile completamente autogestito dalle persone al suo interno, che si organizzeranno su base volontaria e solidale per assicurare cibo, acqua, vestiario, assistenza medica alle oltre tremila persone che vi troveranno rifugio.
Il bombardamento russo del 16 marzo 2022 metterà fine a questa straordinaria esperienza, uccidendo un numero ancora indeterminato di persone.